| Miles Davis
  
 
 album
        in pagina:
 
 - Bitches
        Brew
 - Decoy
 - Cooking
        At The Plugged Nickel
 - Miles
        Davis At Fillmore
 - Get
        Up With It
 - Circle
        In The Round
 - Filles
        De Kilimangiaro
 - In
        A Silent Way
 - Star
        People
 - Tutu
 - Agharta
 - On
        The Corner
 - Directions
 -
          
          Kind Of Blue
 - 
          'Round About Midnight
 - 
          Milestones
 -
          
          Birth Of The Cool
 -
          
          Aura
 -
          
          Dig
 -
          
          In Europe
 -
          
          Siesta
 -
          Amandla
 - 
          A Tribute To Jack Johnson
 -
          
          Live-Evil
 - 
          Cookin'
 - 
          Pangaea
 -
          Big Fun
 
 
  
 collabora in:
 
 -
        
        All Star Sextet
 - Charlie Parker
 (Charlie Parker)
 
 
  
  |  - Bitches Brew (1969) Columbia 66236 - vinile
 
 1. Pharaon's Dance - 2. Bitches Brew - 3. Spanish Key - 4. John McLaughlin - 5. Miles Runs The Vodoo Down - 6. Sanctuary
 
 Musicians:
 Miles Davis,  Wayne Shorter, Lenny White, Bennie Maupin,  Chick
        Corea,
        Jim Riley,  Jack De Jonette, Harvey Brooks, Charles Alias,
        Dave Holland,  John McLaughlin, Joseph Zawinul, Larry
        Young
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Stan Tonkel and Ray Moore
 Cover by Mati Klarwein
 
 "Brodo
        di Cagne" di Miles Davis è un'opera favolistica che
        non ha eguali. E' il suono dell'Africa nello sguardo di
        un visionario. Un esercizio di nuova estetica che fa
        gridare al miracolo. E' musica magica, ricerca di nuove
        idee. Sono atmosfere di straordinaria ricchezza sotto il
        profilo timbrico e ritmico. Sono liquidi giochi di
        tastiere e fantasie ritmiche costruite da Miles Davis e
        Teo Macero, conosciute nel profondo probabilmente solo da
        loro.
 La formazione che accompagna Davis è ampia: tre
        batteristi (Lenny White, Jack De Jonette, Charles Alias),
        un percussionista (Jim Riley), due bassisti (Dave Holland
        al contrabasso, Harvey Brooks al basso elettrico), tre
        tastieristi (Joseph Zawinul, Chick Corea, Larry Young),
        il chitarrista John McLaughlin e Wayne Shorter ai
        sassofoni.
 Quandio venne pubblicato (1970) pubblico e critica lo
        incensarono: Miles aveva aperto la strada alla fusion dei
        '70.
 articolo
        siglato da Buscadero n° 100 febbraio 1990
 
 
  - Decoy (1984) Columbia col 468702 cd
 
 1. Decoy 8.33 (R. Irving) - 2. Robot 415 '59 (M. Davis/R. Irving) -
        3. Code
        M.D. 5.56
        (R. Irving) - 4. Freaky Deaky 4.30 (M. Davis) - 5. What It Is 4.32 (M. Davis /J. Scofield) - 6. That's Right 11.11 (M. Davis/J. Scofield) - 7. That's What Happened 3.31 (M. Davis/J. Scofield)
 
 Musicians:
 Miles Davis, Mino Cilenu, Al Foster, Robert Irving,
        Darryl Jones, Branford Marsalis, John Scofield
 
 Produced by Miles Davis
 Recorded ar A&R Studios, N.Y. and recorded live at
        Festival International De Jazz De Montreal
 Engineering by Ronald F. Lorman
 Cover photo by Gilles Larrain
 
 Aristocratico
        e bizzarro Miles Davis è una delle figure di massima
        importanza che muovono sullo scenario della musica
        contemporanea, al di là di quelle che sono le etichette
        e le sottolineature di genere musicale.
 Un musicista segnatamente diverso, illuminato e folgorato
        dallo stesso lampo di genialità che l'ha costretto a
        camminare, musicalmente parlando, sempre un passo innanzi
        agli altri. Intorno a lui amori e appassionate polemiche
        ed anche innumerevoli naufragi di critica, ma sopratutto
        la nascita di etichette e confusioni, illazioni fuor di
        luogo, accuse lanciate dai più ottusi assertori di
        "verità" giornalistiche; e tutto nell'intento
        di cogliere la stralunata sensibilità di un artista
        perso alla ricerca di un linguaggio senza generi nè
        luoghi, alieno alle ghettizzazioni, misterioso e
        introflesso, capace solo di concedere labili riferimenti
        per la comprensione del suo universo interiore quasi
        inaccessibile. Non per nulla parlare di musica
        afro-americana, a proposito di Davis può risultare
        riduttivo, altrettanto che parlare di jazz o jazz-rock,
        anche se il suo nome a queste forme, in qualche modo, si
        è legato, ma più per via di connessioni che entrinseche
        qualità contenutistiche, bagliori di genio lanciati da
        un musicista che ha sempre preconizzato il futuro della
        musica e dell'espressione musicale.
 Davis, in tanti anni di militanza musicale e
        intelettuale, a continuato a seguire il suo istinto di
        metamorfosi, in luce di un'intensità positiva che gli ha
        valso la capacità di prefigurare le direttrici di uno
        stile sempre di là da venire, l'ampiezza di un
        linguaggio paradossalmente universale, sempre teso alla
        sperimentazione.
 Una sperimentazione continua che Miles Davis ha operato
        sui linguaggi e sulle possibilità espressive della
        propria immaginazione spinta alla ricerca di
        quell'universo elettrico astratto, ma possibile,
        tangibile e audibile nella musica. Una musica che mai ha
        trovato compiuta realizzazione, incontenibile e superiore
        come ogni messaggio troppo avanzato per esser compreso
        sino in fondo.
 E oggi a distanza di anni dalle magie elettroniche di Bitches
        Brew il taglio esclusivo della
        "forma" Miles Davis richiede elasticità
        mentale e uditiva. C'è arcaico e futuribile nella sua
        musica, la sintesi ideale tra freddezza elettronica e
        tribalità ancestrale, in tempi in cui, con poca
        lucidità altri tentano un'operazione da molto tempo
        annunciata proprio da lui.
 Non ci importa di stabilire, a questo punto, se Decoy
        segna un ritorno di Davis al jazz o al blues, a quella
        matrice tradizionale dell'espressione afro-americana,
        lasciando ai puristi degli steccati il compito di
        sviscerare l'inutile problema; quel che ci pare
        importante è avvertire per l'ennesima volta, il flusso
        continuo di una tensione, l'energia positiva di un
        "sound", la magistrale abilità che ha Davis
        nell'armonizzare suoni e ritmi, giungla ed era
        video-elettronica. E poi scoprire l'intensità
        inquietante di quei bagliori di tromba che solo Davis sa
        intuire nel gorgo incandescente della sua emotività,
        appena più in là di ciò che già esiste.
 Decoy è un passo
        avanti in questa direzione; That's Right
        - complice Gil Evans, maestro-arrangiatore - un
        capolavoro dopo tanti altri.
 Ugo
        Bacci
        da Rockerilla n° 50 ottobre 1984
 
 
  - Cooking At The Plugged Nickel (1966) Columbia cj 40645- vinile
 
 1. If I Were A Bell (F. Loesser) 16.42 - 2. Stella By Starlight (N. Washington/V. Young)
        12.52 - 3.
        Walkin' (R.
        Carpenter/J. Dvorkian) 14.54 - 4. Miles (M. Davis) 12.33
 
 Musicians:
 Miles Davis,  Wayne Shorter,  Herbie Hancock,  Ron Carter,
        Tony Williams
 
 Produced by Teo Macero
 Recorded December 22 and 23, 1965 at the Plugged Nickel,
        Chigaco, Illinois
 
 (...) La
        performance di questo disco, catturato dal vivo nel
        piccolo club Plugged Nicklel di Chicago, completa le
        incisioni pubblicate nel 1982 in uno splendido album
        doppio. Quei due concerti sono famosi per la carica
        nervosa delle esecuzioni, una smania ribollente di creare
        che sembra bruciare tutte le energie in ogni attimo.
 L'irruente batterista Tony Williams fa miracoli di
        raddoppio e di rimbaldo, in simbiosi con i contrappunti
        scultorei di Ron Carter; Hancock crea una nuova scuola
        d'accompagnamento pianistico con la scomposizione
        cromatic degli accordi; Shorter è già grandissimo nei
        suoi arabeschi al sax tenore post-coltraniano. Miles è
        qui ritratto in pieno fulgore trombettistico, il suo
        strumento è sempre pungente con improvvise svolte
        liriche che spolverano leggende sulle invenzioni
        ritmiche, la concentrazione di alcuni momenti è
        addirittura spasmodica.
 Accanto alla frenetica If I Were A Bell
        e al tema di battaglia Miles
        usato in quesgli anni quasi come una sigla programmatica,
        ci sono due versioni alternative di brani già presenti
        nell'altro volume tratto dal Plugged
        Nickel, ma la bellezza indiscutibile
        delle improvvisazioni e le profonde differenze da una
        serata all'altra ne giustificano il replay: Stella
        By Starlight è forse ancora più
        magica nelle alternanze climatiche tra romanticismo e
        vampate passionali, Walkin' esplode
        in uno swing animalesco e istintivo, con tatale coesione
        fra la ritmica aperta e le zampate rabbiose di tromba e
        sax.
 Questa musica conserva intatta tutta la potenza
        dell'impatto senza soffrire il peso degli anni: una
        prerogativa che si addice solo al jazz immortale.
 Massimo
        Bracco
        da Buscadero n° 78 febbraio 1988
 
 
  - Miles Davis At Fillmore (1970) Columbia g 30038 - vinile
 
 1. Wednesday Miles 24.00 - 2. Thursday Miles 24.41 - 3. Friday Miles 27.50 - 4. Saturday Miles 22.31
 
 Musicians:
 Miles Davis, Chick Corea,  Jack De Jonette, Dave
        Holland, Steve Grossman,  Keith Jarrett, Airto Moreira
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Stan Tonkel and Russ Payne
 Cover photos by Jim Marshall
 
 La scelta di proporre quattro
          giornate in cui ricorrono le stesse melodie, dà vita a una sorta di
          particolarissimo laboratorio, dal grande fascino. Inoltre, qui Moreira
          si prende spazi molto maggiori e i tastieristi raddoppiano: il
          dinamico, competitivo scambio tra Corea e il nuovo arrivato Keith
          Jarrett è tra gli elementi più intensi del disco.
 Claudio Sessa
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - Get Up With It (1975) CBS 80476 - vinile
 
 1. He Love Him Madly 30.29 - 2. Maiysha 14.52 - 3. Honly Tonk 5.54 - 4. Rated X 6.05 - 5. Calypso Frelimo 32.07 - 6. Red China Blues 4.10 - 7. Mtume 15.08 - 8. Billy Preston 12.35
 
 Musicians:
 Miles Davis, Reggie Lucas, Mtume, David Liebman, Michael
        Henderson, Al Foster, Pete Cosey, Dominique Gaumont,
        Sonny Fortune, Keith Jarrett, Airto Moreira, Steve Grossman, Billy Cobham,  Herbie Hancock, Cedric Lawson,  John McLaughlin, Khali Balakrishna, Badal
        Roy, John Stobblefiend, Bernard Purdie, Cornel Dupriee,
        Wally Chambers, Wade Marcus, Billy Jackson, Carlos
        Garnett
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by John Guerriere
 Cover photo by Giuseppe Pino
 
 Un concentrato di astrazione e
          concretezza, di ricerca del sublime e di compromissione con la
          mondanità, che simula l'evasione in fumi allucinogeni come
          l'immersione in magmatiche stratificazioni materiche.
 In certi temi e riff, in determinate soluzioni sonore e spunti
          chitarristici, Miles riesce persino a trasfigurare il banale insito
          nella musica di consumo.
 Libero Farnè
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - Circle In The Round (1979) Columbia 36278 - vinile
 
 1. Two Bass Hit (J. Lewis/D. Gillespie) 3.44
        - 2. Love
        For Sale (Cole
        Porter) 11.49 - 3. Blues No. 2 (M. Davis) 6.48 - 4. Circle In The Round (M. Davis) 26.17 - 5. Theo's Bag (M. Davis) 5.57 - 6. Side Car I (M. Davis) 5.00 - 7. Side Car II (M. Davis) 3.34 - 8. Splash (M. Davis) 8.30 - 9. Sanctuary (W. Shorter) 8.50 - 10. Guinnevere (D. Crosby) 18.10
 
 Musicians:
 Miles Davis, John Coltrane, Red Gardland, Paul
        Chambers, Cannonball Adderly, Bill Evans, Jimmy Cobb,
        Hank Mobley, Wynton Kelly,  Wayne Shorter,  Herbie Hancock, 
        Ron Carter, Tony Williams, Joe Beck, Geroge Benson,  Chick
        Corea,
        Joe Zawinul, Dave Holland, Bennie Maupin, Harvey Brooks, 
        Jack De Jonette,  Billy Cobham, Airto Moreira, Khalil Balakrishna
 
 Produced by Jim Fischel and Joe Mc Ewen
 Recorded at CBS Recording Studio, New York
 Engineering by Harold Chapman, Frank Laico, Fred Plaut,
        Stan Tonkel
 
 Sono
        almeno cinque anni, ormai, che MIles non mette più piede
        in un teatro, in un club, in una sala d'incisione, ed è
        altrettanto tempo che mancano, in pratica, notizie
        dirette sul conto del grande trombettista. Ogni tanto
        qualche amico ammesso al cospetto del sovrano fa capire
        che il distacco dal regno del jazz potrebbe anche
        risultare definitivo, ma in realtà nessuno può dire di
        sapere con certezza intenzioni e possibilità
        dell'enigmatico Miles. Nel frattempo, nell'attesa, resta
        all'appassionato quella montagna di dischi che Davis ha
        lasciato sulla propria strada, esperienza dopo
        esperienza, dagli esordi giovanili con Charlie Parker
        all'ultimo quintetto con Wayne Shorter.
 Ecco dunque che in questo silenzio un album doppio come
        quello messo in circolazione dalla CBS ci compare
        all'improvviso di fronte come il primo grande avvenimento
        discografico dei neonati anni Ottanta: mezzo mondo è a
        scalpore. Si tratta di inediti (tutti i brani meno il
        secondo) ripescati negli archivi della casa americana, ed
        estesi lungo tutto quel quindicennio in cui Davis operò
        per quell'importante etichetta. Qui si incomincia
        addirittura dalla prima incisione di Miles appena dopo la
        firma del contratto, quella Ah-Leu-Cha
        e Budo, e che qui è
        rappresentata da un Two Bass Hit
        in cui Miles Davis non prende assolo, ma nel quale
        Coltrane ha un singolare attacco che si ricollega
        all'assolo di Dizzy Gillespie nel disco del '47 con la
        sua grande orchestra. E' soltanto la prima di molte gemme
        da scoprire.
 Il jazzofilo troverà forse il suo maggior diletto nei
        brani che più si avvicinano all'ultima fase della
        carriera davisiana, cominciando con quel quintetto già
        menzionato che aveva inciso microsolchi stupendi, intendo
        l'area di Nefertiti e
        dintorni. E qui si comincia con il brano che dà il
        titolo all'intera selezione, e che con i suoi ventisei
        minuti occupa l'intera seconda facciata: l'aggiunta della
        chitarra di Joe Beck dà un fascino particolare. Sostiene
        il critico inglese Richard Williams che in questo brano,
        così come nell'intera seduta ce diede vita a Filles
        De Kilimangiaro, l'arrangiamento
        segreto deve essere stato Gil Evans. Un altro
        chitarrista, George Benson, compare in una delle due
        versioni di Side Car,
        così come era in un brano di Miles In
        The Sky, del quale queste incisioni
        sono coeve.
 Gli ultimi due brani sono una sorta di prolungamente di
        quello che fu e resta l'ultimo capolavoro di Miles Davis,
        l'indimenticabile Bitches Brew,
        nel quale troviamo anzi un'altra versione di Sanctuary
        e per il quale fu forse inciso Guinnevere
        (poi accantonato, magari soltanto per ragioni di spazio e
        tempo, come del resto tutto questo materiale inedito che
        oggi scopriamo). E' significativo notare che l'autore di Guinnevre
        è David Crosby, quello del gruppo
        Crosby, Stills, Nash & Young, con cui Miles Davis
        spartì i suoi ultimi sciagurati concerti. Fu dunque il
        principio della fine, quella scelta? Può darsi, ma a
        questo punto era ancora squisita bellezza.
 Ul album importante, insomma, da non lasciarsi sfuggire.
        E va aggiunto che è anche ben presentato esteriormente,
        con splendide foto e interessanti annotazioni, senza
        contare la precisione delle informazioni discografiche.
        Un'altra rarità, di questi tempi.
 Gian
        Mario Maletto da Musica Jazz n° 3 marzo 1980
 
 
  - Filles De Kilimagiaro (?) Columbia Records pc 9759 - vinile
 
 1. Frelon Brun - 2. Tout De Suite - 3. Petits Machins - 4. Filles De Kilimangiaro - 5. Mademoiselle Mabry
 
 Musicians:
 Miles Davis,  Wayne Shorter,  Herbie Hancock,  Ron Carter,
        Tony Williams,  Chick Corea, Dave Holland
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Frank Laico and Arthur Kendy
 
 
  - In A Silent Way (1969) CBS Records 450 982 - vinile
 
 1. Shhh/ Peacefull 17.58 - 2. In A Silent Way/ It's About
        That Time 19.57
 
 Musicians:
 Miles Davis,  Wayne Shorter,  Herbie Hancock,  Chick
        Corea,
        Dave Holland, Joseph Zawinul, John McLaughlin, Tony Williams
 
 Produced by Teo Macero
 Recorded 18 February 1969 in New York City
 Cover photo by Lee Friendlander
 
 
  - Star People (1983) CBS 25395 - vinile
 
 1. Come Get It 11.22 - 2. It Gets Better 9.47 - 3. Speak 8.24 - 4. Star People 18.44 - 5. U'N'L' 5.55 - 6. Star On Cicely 4.23
 
 Musicians:
 Miles Davis, Mino Cinelu, Bill Evang, Al Foster, Marcus Miller, John Scofield, Mike Stern,
        Tom Barney
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Lou Schlossberg and Ken Robertson
 Cover by Miles Davis
 
 (...) Star
        People trasuda di blues in ogni solco,
        il buon vecchio blues che Miles ascoltava da bambino
        nella sua città. Sentiamo i ricordi di Davis (dalle note
        di copertina dell'album): "Il blues era sempre
        intorno quand'ero a St Louis... Lo suonavo perchè lo
        sentivo suonare dalle bands che venivano su da New
        Orleans coi battelli sul fiume..."
 Il blues si ascolta sopratutto in Star
        People, diciotto incredibili minuti di
        grandissima intensità dominati quasi completamente dal
        leader, con buoni interventi solistici del chitarrista
        Mike Stern e del sassofonista Bill Evans. It
        Gets Better, poi, è basata su una
        sequenza d'accordi che lo stesso Miles dichiara d'aver
        ripreso da Lightnin' Hopkins...
 Per il resto l'album non è che offra granchè: si
        apprezzano il vigore frizzante del brano d'apertura Come
        Get It (ispirato a quanto pare da un
        vecchio riff di Otis Redding), la bella figura del ben
        noto John Scofield in uno spazzo chitarristico di Speak,
        la precisa solidità di ritmi (Mino Cilenu, Marcus
        Miller, il nuovo bassista Tom Barney, il solito Al Foster
        che propone qua e là qualche novità stilistica), l'uso
        parco ma efficiente, molto impressionistico, delle
        tastiere elettroniche da parte di Miles...
 Ma Star People vale da solo l'intero album, che vi
        consiglio quindi caldamente di non lasciarvi sfuggire.
        (...)
 Maurizio
        Favor da
        Mucchio Selvaggio n° 66 lugio 1983
 
 
  - Tutu (1986) Warner Bros. 7599 - 25490 - cd
 
 1. Tutu 5.15 - 2. Tomaas 5.32 - 3. Portia 6.18 - 4. Splatch 4.45 - 5. Backyard Ritual 4.49 - 6. Perfect Way 4.32 - 7. Don't Lose Your Mind 5.49 - 8. Full Nelson 5.05
 
 Musicians:
 Miles Davis, Marcus Miller, Jason Miles, Adam Holzman,
        Paulinho Da Costa, Steve Reid, George Duke, Omar Hakim,
        Bernard Wright, Michael Urbaniak
 
 Produced by Marcus Miller,Tommy LiPuma, George Duke
 Engineering by Peter Doell, Eric Calvi
 
 (...)
        Miles alla tromba e tutto il resto nelle mani di Marcus
        Miller e Jason Miles, con qualche rifinitura qua e là
        affidata a musicisti convocati all'uopo. Tra questi
        spiccano Omar Hakim, Paulinho de Costa e Michael
        Urbaniak, mentre a George Duke sono affidati
        l'arrangiamento, la composizione e la quasi totale
        realizzazione d'un brano, Backyard
        Ritual, che risulta alla fine tra i
        meno interessanti della raccolta. Jason Miles è deputato
        alla programmazione dei sintetizzatori, mentre Marcus
        Miller fa proprio la parte del leone nelle vesti di
        arrangiatore (sette brani) e compositore (sei, uno dei
        quali in comproprietà con Davis).
 Si sente di tutto, nell'album: sassofoni, percussioni,
        clarini, voci, cori, intere sezioni orchestrali, in un
        vero e proprio festival del contrappunto ritmico-armonico
        dove tutte le "voci" sono pressapoco paritarie.
        Neanche la tromba di Miles si sottrae al classico gioco
        di incastri. Il missaggio non le dona particolare
        risalto, anche perchè in realtà il trombettista non
        prende mai dei veri e propri assoli; il suo strumento è
        costantemente presente, ma nella veste di trama dominante
        più che di voce solista. Davis gioca con le linee
        melodiche dei brani come il gatto con il topo: le lascia
        sfuggire per un attimo e subito e subito le incalza, le
        riacciuffa, le graffia con brevi, essenziali, magiche
        frasi che non lasciano scampo.
 L'album presenta comunque due facciate abbastanza
        dissimili tra loro: nella prima la magia si manifesta
        limpidamente, la seconda flirta invece con l'easy
        listening nero di qualità, ed è di gran lunga meno
        interessante. Entrambe indigneranno gli amanti del Davis
        d'antan che non hanno mai sopportato la sua svolta
        elettrica, ma a Miles poco importa. (...)
 Maurizio
        Favot
        da Mucchio Selvaggio n° 106 novembre 1986
 
 
  - Agharta (1976) CBS 88159 - vinile
 
 1. Prelude (part one) - 2.
        Prelude (part two) - 3. Maiysha - 4. Interlude - 5. Theme
        From Jack Johnson
 
 Musicians:
 Miles Davis, Sonny Fortune, Michael Henderson, Pete
        Cosey, Al Foster, Reggie Lucas, Mtume
 
 Produced by Teo Macero
 Recorded live at Osaka Festival Hall, Japan on February
        1975
 Engineering by Tomoo Suzuki
 Cover by Elena Pavlov
 
 
  - On The Corner (1972) CBS 85549 - vinile
 
 1. On The Corner 2.58 - 2. New York Girl 1.32 - 3. Thinkin' One Thing And
        Doin' Another 1.42
        - 4. Vote
        For Miles 8.45
        - 5. Black
        Satin 5.16
        - 6. One
        And One 6.09
        - 7. Helen
        Butte 16.06
        - 8. Mr.
        Freedom X 7.13
 
 Musicians:
 Miles Davis, Bennie Maupin, David Liebman, Carlos Garnett, Chick Corea,  Herbie Hancock, Harold
        Williams,  John McLaughlin, Mtume, Michael Henderson, Collin Walcott,   Jack De Jonette, Badal Roy,
        Billy Hart
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Stan Tonkel and Russ Payne
 Cover by Corky McCoy
 
 
  - Directions (1981) CBS 88514 - vinile
 
 1.  Song Of Your Country 3.23
          - 2. 'Round Midnight 7.40
          - 3. So Near, So Far 5.14
          - 4. Limbo 5.31
          - 5. Water On The Pond 7.00
          - 6. Fun 4.09
          - 7. Directions I 6.45
          - 8. Directions II 4.51
          - 9. Ascent 14.40
          - 10. Duran 10.55
          - 11. Konda 14.06
          - 12. Willie Nelson 10.18
 
 Musicians:
 Miles Davis, Gil Evans, Janet Putnam, Jimmy Cobb, Paul Chambers, Elvin
          Jones, Ernie Royall, Johnny Coles, Bernie Glow, Frank Rehak, Dick
          Nixon, Jimmy Buffington, Joe Singer, Tony Miranda, Bill Barber, Jack
          Knitzer, Albert Block, Harold Feldman, Romeo Penque, Danny Bank, Hank
          Mobley, Wynton Kelly, George Coleman, Victor Feldman,   Ron Carter,
          Frank Butler,   Wayne Shorter,   Herbie Hancock, Buster Williams, Tony
          Williams, Joe Beck, Joe Zawinul,   Jack De Jonette,  Chick
          Corea, Dave Holland, Bennie Maupin,  Billy
          Cobham,  John
          McLaughlin,  Airto
          Moreira,  Keith
          Jarrett, Steve Grossman
 
 Produced by Jim Fishell, Joe McEwans and Stan Tonkel
 
 
  - Kinf Of Blue (1962) Columbia 32109 - vinile
 
 1.  So What 8.56
          - 2. Freddie Freeloader 9.32
          - 3. Blue In Green 5.27
          - 4. All Blues 11.34
          - 5. Flamenco Sketches 9.32
 
 Musicians:
 Miles Davis, Julian Adderly, John Coltrane, Wyn Kelly, Bill Evans, Paul Chambers, James
          Cobb
 
 E' l'opera culto del jazz
          modale, uno degli album più amati e più influenti della storia del
          jazz.
 Il trombettista ammise che il percorso fu costruito "attorno al
          modo di suonare di Bill Evans", ma scrisse i temi e li presentò
          ai musicisti solo al momento della session,, lasciandoli liberi di
          improvvisare su scale al posto di accordi. Immerso in una dimensione
          sospesa Kind Of Blue si snoda attraverso brani di rarefatto,
          suggestivo lirismo.
 Angelo Leonardi
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - 'Round About Midnight (?) CBS 460605 - cd
 
 1. 'Round Midnight (Hanighen/C.
          Williams/ T. Monk) 5.54 - 2. Ah-Leu-Cha (C.
          Parker) 5.51 - 3. All Of You (C.
          Porter) 7.00 - 4. Bye Bye Blackbird (M.
          Dixon/R. Henderson) 7.54 - 5. Tadd's Delight (Dameron)
          4.27 - 6. Dear Old Stockholm (S.
          Getz) 7.49
 
 Musicians:
 Miles Davis, John Coltrane, William "Red" Garland, Paul
          Chambers, "Philly Joe" Jones
 
 Produced by George Avakian
 
 
  - Milestones (?) CBS  460827 - cd
 1. Dr. Jekyll (McLean)
          5.46 - 2. Sid's Ahead (M.
          Davis) 13.01 - 3. Two Bass Hit (Lewis/D.
          Gillespie) 5.13 - 4. Miles (M.
          Davis) 5.41 - 5. Billy Boy 7.14
          - 6. Straight, No Chaser (T.
          Monk) 10.41
 
 Musicians:
 Miles Davis, John Coltrane, Julian "Cannonball" Adderley, Red
          Garland, Paul Chambers, "Philly" Joe Jones
 
 Produced by Teo Macero
 
 
  - Birth Of The Cool (1989) Capitol 7 92862 - cd
 
 1.  Move (Denzil
          Best) 2.32 - 2. Jeru (Gerry
          Mulligan) 3.10 - 3. Moon Dreams (C.
          MacGregor/J. Mercer) 3.17 - 4. Venus De Milo (Gerry
          Mulligan) 3.10 - 5. Budo (B.
          Powell/M. Davis) 2.32 - 6. Deception (Miles
          Davis) 2.45 - 7. Godchild (George
          Wallington) 3.07 - 8. Boplicity (Cleo
          Henry) 2.59 - 9. Rocker (Gerry
          Mulligan) 3.03 - 10. Israel (Johnny
          Carisi) 2.15 - 11. Rouge (John
          Lewis) 3.13 - 12. Darn That Dream (Delange/Van
          Heusen) 3.26
 
 Musicians:
 Miles Davis, Kai Winding, Junior Collins, John Barber, Lee Konitz, Gerry
          Mulligan, Al Haig, Joe Shulman, Max Roach, J.J. Johnson, Sandy Siegelstein, John Lewis,
          Nelson Boyd, Kenny Clarke, Gunther Schuller, Al McKibbon, Kenny Hagood
 
 Produced by Franko Caligiuri
 
 Al di là del titolo, che
          identificava più che uno stile un atteggiamento espressivo, l'opera
          rivalutava il lavoro d'arrangiamento, la ricerca di un equilibrio tra
          scrittura e improvvisazione. Inoltre il sound di questo nonetto era
          assolutamente originale.
 La bellezza delle composizioni e l'originalità del sound fanno di
          queste registrazioni, che pur presentano alcune sbavature esecutive,
          un imperdibile documento.
 Maurizio Franco
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - Aura (1989) Columbia 463351 - vinile
 
 1.  Intro 4.26
          - 2. White 6.02
          - 3. Yellow 6.45
          - 4. Orange 8.32
          - 5. Red 6.03
          - 6. Green 8.10
          - 7. Blue 6.33
          - 8. Electric Red 4.16
          - 9. Indigo 5.58
          - 10. Violet 9.01
 
 Musicians:
 Miles Davis, John McLaughlin, Vince Wilburn, Thomas Clausen, Ole
          Koch-Hansen, Kenneth Knudsen, Bjarne Roupè, Bo Stief, Niels Henning
          Oersted Pedersen, Lennart Gruvstedt, 
		Marilyn Mazour, Ethan Weisgaard,
          Niels Eje, Lillian Toernquist, Eva Thaysen, Benny Rosenfeld, Palle
          Bolvig, Jens Winther, Perry Knudsen, Idrees Sulieman, Vincent Nilsson,
          Jens Engel, Ture Larsem, Ole Kurt Jensen, Axel Windfeld, Jesper Thilo,
          Per Cartsen, Uffe Karskov, Bent Jaedig, Flemming Madsen, Palle
          Mikkelborg
 
 Produced by Palle Mikkelborg
 Recorded and mixed at Easy Sound Studio, Copenhagen on February/March
          1985
 Engineering by Henrik Lund and Niels Erik Lund
 
 
  - Dig (1975) Prestige pr 24054 - vinile
 
 1. Morpheus (J.
          Lewis) 2.20 - 2. Down (M.
          Davis) 2.52 - 3. Whispering (Schomberger/Coburn/Rose)
          3.02 - 4. Blue Room (take
          2) (Rodgers/Hart) 3.00 - 5. Blue Room (take
          1) (Rodgers/Hart) 2.50 - 6. Conception (G.
          Shearing) 4.01 - 7. Dig (M.
          Davis) 7.30 - 8. It's Only A Paper Moon (Rose/Hamburg/Arlen)
          5.26 - 9. Denial (M.
          Davis) 7.37 - 10. Out Of The Blue (M.
          Davis) 6.16 - 11. My Old Flame (Johnston/Coslow)
          6.34 - 12. Bluing (M.
          Davis) 9.55 - 13. For Adults Only (M.
          Davis) 5.32 - 14. Tasty Pudding (M.
          Davis) 3.20 - 15. Floppy (M.
          Davis) 5.58 - 16. Willie The Wailer (M.
          Davis) 4.25
 
 Musicians:
 Miles Davis, Benny Green,  Sonny Rollins, John Lewis, Percy Heath, Roy
          Haynes, Jackie McLean, Walter Bishop, Tommy Potter, Art Blakey, Sonny
          Truitt, Al Cohn, Zoot Sims, Leonard Gaskin, Kenny Clarke
 
 Original produced by Bob Weinstock
 Remastered on 1975 by David Turner at Fantasy Studios, Berkeley, Ca
 
 
  - In Europe (1964) CBS 62.390 - vinile
 
 1.  Introduction -
          2. Autumn Leaves -
          3. Milestones -
          4. Joshua -
          5. All Of You -
          6. Walkin'
 
 Musicians:
 Miles Davis, Chick
        Corea, Tony Williams,
          George Coleman,  Ron Carter
 
 Produced by Teo Macero
 Recorded live at the Antibes International Jazz Festival
          -Juan-Les-Pins
 Cover photo by Vernon Smith
 
 
  - Siesta original motion picture
          soundtrack
 (?) Warner Bros. 925 655  - vinile
 with
          
          Markus Miller
 
 1. Lost In Madrid part
          I 1.47 - 2. Siesta / Kitt's Kiss / Lost In Madrid part
          II 7.00 - 3. Theme For Augustine / Wind / Seductions / Kiss
          6.31 - 4. Submission 2.41
          - 5. Lost In Madrid part
          III '45 - 6. Conchita / Lament 6.53
          - 7. Lost In Madrid part IV / Rat Dance / The Call 1.44
          - 8. Claire / Lost In Madrid part
          V 4.33 - 9. Afterglow 1.40
          - 10. Los Feliz 4.34
 
 Musicians:
 Miles Davis, Markus Miller, John Scofield, Earl Klugh, Omar Hakim, James
          Walker, Jason Miles
 
 Produced by Markus Miller
 Recorded at Sigma Sound Studios, New York City, Minot Sound Studios,
          White Plains, N.Y. and Amigo Studios, North Hollywood, Ca
 Engineering by John "J.C." Convertino, Ray Bardani, Steven
          Strassman
 Cover painting by George Tooker
 
 
  - Amandla (1989) Warner Bros. wx 250 - vinile
 
 1. Catembe 5.35
          - 2. Cobra 6.15
          - 3. Big Time 5.40
          - 4. Hannibal 5.49
          - 5. Jo-Jo 4.51
          - 6. Amandla 5.20
          - 7. Jilli 5.05
          - 8. Mr. Pastorius 5.41
 
 Musicians:
 Miles Davis, Kenny Garrett, Markus Miller, Don Alias, Mino Cinelo, George Duke, Micheal
          Landau, Joe DeFrancesco, Ricky Wellman, Foley, Jean Paul Bourelly,
          Omar Hakim, Paulinho Da Costa, Rick Magitza, Joe Sample, Bashiri
          Johnson, John Bigham, Billi Patterson, Al Foster, Jason Miles
 
 Produced by Tommy Lipuma, Markus Miller and George Duke
 Recorded at Bill Scheene Studio
 Engineering by Bill Scheene
 Cover art by Miles Dabis and Jo Gelbart
 
 
  - A Tribute To Jack Johnson (1970) Columbia 471003 - cd
 
 1.  Right Off  26.52
          - 2. Yesternow 25.34
 
 Musicians:
 Miles Davis,  Herbie Hancock, John McLaughlin, Steve Grossman, Billy Cobham, Michael Henderson
 
 Produced by Teo Macero
 Cover photo by David Gahr
 
 
  - Live-Evil (1971) Columbia c2k 65135 - cd
 
 1.  Sivad 15.13
          - 2. Little Church 3.14
          - 3. Meddley: Gemini/Double Image 5.53
          - 4. What I Say 21.09
          - 5. Nem Um Talvez 4.03
          - 6. Selim 2.12
          - 7. Funky Tonk 23.26
          - 8. Inamorata And Narration By Conrad Roberts 26.29
 
 Musicians:
 Miles Davis, Gary Bartz, John McLaughlin, Keith Jarrett, Michael Henderson,  Jack DeJonette, Airto Moreira, Steve Grossman, Chick Corea, Dave Holland, Hermeto Pascoal,  Wayne Shorter,
          Joe Zawinul, Khalil Balakrishna, Ron Carter
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Stan Tonkel
 Cover by Abdul Mati
 
 Il suo corpo centrale è
          costituito da ampi brani di un concerto del 19 dicembre a Washington,
          ma si ascoltano anche brevi bozzetti realizzati in studio nei mesi
          precedenti. Sono squarci impressionistici, diversissimi da ogni altra
          cosa incisa dal trombettista, rimaste evidentemente allo stadio di
          ipotesi di lavoro non approfondite, che oggi meriterebbero di essere
          studiati come strani fossili di un'epoca troppo ricca di rivoluzioni.
 Claudio Sessa
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - Cookin' (1956) Prestige hb 6001 - vinile
 
 1. My Funny Valentine (Rodgers)
          6.05 - 2. Blues By Fire (M.
          Davis) 10.00 - 3. Airegin (S.
          Rollins) 4.22 - 4. Tune Up (M.
          Davis) 5.40 - 5. When Lights Are Low (Carter)
          7.18
 
 Musicians:
 Miles Davis, John Coltrane, Red Garland, Paul Chambers, Philly Joe Jones
 
 Il disco è un significativo
          capitolo del jazz moderno e contiene il celebrato My Funny
          Valentine, che è tra i capolavori di Miles. E' una ballad
          registrata senza Coltrane e il sound struggente e notturno della
          tromba caratterizza pienamente il tema.
 Non si accusi l'etichetta di avarizia per l'assenza di alternate takes:
          come molti sanno il gruppo di Davis registrò solo una versione di
          ciascun brano.
 Angelo Leonardi
          da JazzIt n° 5 agosto 2001
 
 
  - Pangaea (1975) CBS 467087 - cd
 
 1.  Zimbaue 41.48
          - 2. Gandwana 46.50
 
 Musicians:
 Miles Davis, Sonny Fortune, Pete Cosey, Reggie Lucas, Michael Henderson,
          Al Foster, Mtume
 
 Recorded live at Osaka Festival Hall, evening February 1, 1975
 
 
 
  - Big Fun (1974) Columbia 63973 - cd
 
 1. Great Expectiations 27.23
          - 2. Ife 21.34
          - 3. Recollections 18.55
          - 4. Trevere 5.55
          - 5. Go Ahead John 28.27
          - 6. Lonely Fire 21.21
          - 7. The Little Blue Frog 9.10
          - 8. Yaphel 9.39
 
 Musicians:
 Miles Davis, Steve Grossman, Bernie Maupin, John McLaughlin, Khalil Balakhrisna, Herbie Hancock, Chick Corea, Ron Carter, Harvey Brooks, 
		Billy Cobham,   Airto Moreira, Sonny Fortune, Carlos Garnett, Lonnie Smith,
          Harold I. Williams, Michael Henderson, Al Foster, Billy Hart, Mtume, 
          Wayne Shorter, Joe Zawinul, Dave Holland, Jack DeJonette, Larry Young, Bihari Sharma
 
 Produced by Teo Macero
 Engineering by Frank Laico and Stan Tonkel
 Cover by Corky McCoy
 |