David Torn
album
in pagina:
-
Best
Laid Plans
-
Cloud
About Mercury
- Tripping
Over God
-
What Means Solid, Traveller?
-
Have We Told You All You'd
Thought To Know?
-
Prezens
-
Polytown
collabora
in:
-
Marco Polo
- Marco Polo vol. II
(Nicola Alesini)
- Life On A String
(Laurie Anderson)
- Reality
(David Bowie)
- Without Warning
(Everyman Band)
- It's Ok To Listen To The Gray Voice
(Jan Garbarek)
- Blu Sun
- Castalia
- Mark Isham
- Beast Of War
- Tibet
(Mark Isham)
- Ism
- Stone Of Flesh
- Beginning To Melt
(Steve Jansen)
- Bestial Cluster
- The Tooth Mother
(Mick
Karn)
- Playground
(Manu Katchè)
- Secrets of Behive
(David Sylvian)
David Torn esordisce come solista agli inizi degli anni ’80 con
l’affascinante e ipnotico
Best Laid Plans.
Da allora l’evoluzione del suo approccio con la chitarra e con la musica
è tutto un crescendo vertiginoso ed inarrestabile.
Dai ritmi convulsivi ed etnici del sopraccitato disco (ancora impregnato
del free jazz metropolitano degli Everyman Band – vedasi il loro omonimo
vinile ECM) in cui alla sobrietà strumentistica (si tratta di dialoghi
per chitarra e percussioni di G. Gordon) si affianca la complessità e la
tortuosità delle evoluzioni melodiche, si passa, nell’arco di pochi anni
all’apollineo album
Cloud About Mercury.
Si tratta di un lavoro eccezionale, perfetto nella commistione di
atmosfere orientali (si ascoltino i due
Suyafu,
brevissimi quadretti dal raffinato gusto giapponese) ed elettriche
occidentali, tra progressive e jazz, in cui la tecnica del loop
troneggia applicata tanto alla chitarra di Torn, quanto all’indiavolata
e acidissima tromba di Isham e alle percussioni elettroniche di Bruford.
Tale magistrale lavoro (germe dei futuri B.L.U.E), sarà seguito da
Door X
un album di apparente disimpegno. Targato Windam Hill, non è per nulla
avvicinabile alla new age come molti hanno cercato di fare: si tratta
infatti di un disco costituito da svariati episodi, dalle ballate per
chitarra (Diamond
Mansion
in primis), al prog-jazz della seconda traccia,
Lion Of Boaz,
all’intrigante tributo a Hendrix (Voodoo
Child).
Door X
e la sua orecchiabilità sarà poi spazzato via, verso la metà degli anni
’90 da quello che costituisce il secondo capolavoro del Torn: a fare da
spartiacque l’episodio del tumore al cervello che rese Torn parzialmente
sordo, aprendogli nuove “vie” di composizione e manipolazione sonora.
Stiamo parlando di
What Means Solid, Traveller?,
in cui la chitarra si fa irriconoscibile, distorta, anzi, devastata
dalla strumentazione informatica, mentre la tecnica del loop raggiunge
vette altissime quanto a complessità di intrecci ed evoluzioni in tempo
reale (ne nascono le textures chitarristiche, capaci ad un tempo di
essere tappeto sonoro – frippertronics - e, strappate alla fissità del
loop, di evolversi e adattarsi alle esigenze del caso come veri
organismi viventi (vedasi l’ultima traccia del disco). La sezione
ritmica si dis-umanizza e tende alla techno e alla trance.
Il progetto
Splattercell
si può già intravedere all’orizzonte, anticipato da
Tripping Over God
(disco dove la precedente sperimentazione – per due volte riconosciuta a
livello mondiale – viene integrata dall’ardita e riuscitissima
implosione del microfono della prima traccia e dalle atmosfere etno e
dal blues dei restanti brani) e dall’alieno
GTR OBLQ
(live di fine anni ‘90 assieme a Vernon Reid ed Elliot Sharp, alieno
nelle sonorità, alienante nelle melodie, un intreccio di stili e visioni
musicali talmente perverso – obliquo appunto - da far impallidire i
famigerati G3).
Con
OAH
(primi anni del XXIesimo secolo) Torn raggiunge la terza fase della
propria carriera di musicista, incarnandosi nella creatura umanoide
Splattercell,
computer che gioca con fonti sonore concrete piegandole al suo volere e
che è in grado di collaborare con jazzisti dalla visionaria “anarchia”
quali Tim Berne, Marc Ducret e Tom Rainey dando vita ai lavori
Soul Saved Hear
dei Big Satan e a
The Sevens.
In attesa dell’Album
Presenz,
ad oggi, nel 2006, Torn si presenta come uno dei più completi
chitarristi mondiali, se non addirittura il più versatile e innovatore.
Uno dei chitarrsiti più "visionari" sulla scena, ha saputo costruire uno
stile originalissimo, in cui è fondamentale la capacità di costruire
armonie originalissime, sia dal punto di vista dei suoni che delle
scelte armoniche. Grande esperto di sound processing, ha sperimentato la
costruzione di loop sonori ottenuti dilatando in modo inimmaginabile i
ritardi ed i riverberi anche fino a qualche minuto. Chitarrista solita
vigoroso, si è sempre distinto per un uso "sovrumano" della leva del
vibrato.
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- Best Laid Plans
with
Geoffrey Gordon
(1985) ECM 1284 - vinile
1. Before The Bitter Wind 7.20 - 2. Best Laid Plands 7.07 - 3. The Hum Of Its Parts 3.40 - 4. Removable Tongue 1.53 - 5. In The Fifth Direction 6.20 - 6. Two-Face Flash 6.40 - 7. Angle Of Incidents 8.40
Musicians:
David Torn, Geoffrey Gordon
Produced by Manfred Eicher
Recorded July 1984 at Rainbow Studio, Oslo
Engineering by Jan Erik Kongshaug
Cover photo by Phyllis Boudreaux
Tre anni
fa gli Everyman Band entusiasmarono al primo colpo con un
album acido e forsennato di tagliente jazz elettrico. I
meriti maggiori erano attribuibili al sax dispettoso di
Martin Fogel e alla chitarra imdomabile di David Torn.
Ora Torn si ripresenta come titolare, accompagnato solo
dalle percussioni di Geoffrey Gordon, con un album ancora
più impegnato del suo lavoro con il quartetto. Per
capire subito di che pasta è fatto Torn, basta ascoltare
i due minuti di Removable Tongue,
uno squarcio di geometria epilettica urlata su feedback e
distorsioni: è il biglietto da visita di un chitarrista
inquieto, che porge l'intelligenza al servizio
dell'aggressione. La predilizione per i timbri acidi e
distorti non sparisce neppure nei momenti più distesi,
dove gli acuti e i vibrati nervosi costruiscono un
insolito lirismo salato.
Geoffrey Gordon fornisce una base percussiva efficace,
ricca di dinamici umori tribali. La chitarra si contorce
sui tamburi, si accartocchia, spicca balzi improvvisi per
ripiombare a capofitto su illusioni terrene: i due
strumenti sono gli unici ingredienti (con qualche rara
sovraincisione di seconda chitarra) eppure riescono a
creare un continuum sonoro, un magma ribollente che
cresce e si placa senza mai spegnersi.
L'affiatamento fra i due produce momenti di intenso
inter-play, come in Two-face Flash e
Angle Of Incidents. La
trovata più fine è l'accompagnamento di chitarre
distorge loopizzate in The Hum Of Its
Parts.
Negli Everyman Band, Torn sfoggiava un solismo sofferto,
asciutto e concreto; il contesto dilatato in questo album
lo spinge sui climi più aerei, ma pur sempre corrosivi.
Il suo stile attuale è una sintesi aggiornata di Terje
Rypdal, Bill FRisell, Allan Holdsworth e Robert Quine,
mescolati in un'imprevedibile e appasionante alchimia.
Massimo
Bracco
da Buscadero n° 50 luglio-agosto 1985
- Cloud About Mercury
(1987) ECM 1322 - vinile
1. Syyafhu skin.../Snapping
The Hollow 8.15
- 2. The
Mercury Grid 6.32
- 3. 3
Minutes Of Pure Entertainement 7.05 - 4. Previous Man 7.52 - 5. Network Of Sparks 10.22
Musicians:
David Torn, Mark Isham, Bill Bruford, Tony Levin
Produced by Manfred Eicher
Recorded March 1986 at Audio International, London
Engineering by Andy Jackson
Cover design by Dieter Rehm
Questo
disco era atteso con curiosità quasi morbosa dagli
appassionati di progressive elettrica per la peculiarità
della formazione annunciata: David Torn, cioè il più
folle chitarrista dell'ultima leva di solisti jazz-rock,
accompagnato da un polistrumentista lirico e genialmente
romantico nelle sue invenzioni elettroniche come Mark
Isham, e dalla ritmica iperrealista dei recenti King
Crimson, ossia Bill Bruford e Tony Levin. L'album
mantiene ampiamente le promesse, regalando anche qualche
sorpresa in più sulle personalità dei quattro solisti e
sulla loro coesione.
I temi scritti da Torn sono lucidissimi, taglienti e
inarrestabili, eppure fluidi come neanche era riuscito ai
pur notevoli Everyman Band di cui Torn faceva parte. La
caratteristica più impressionante è l'interscambio fra
gli strumenti, ogni componente del gruppo raccoglie e
sviluppa gli spunti degli altri tre in totale simbiosi,
dando vita a un nucleo compatto di geometrie in continuo
cambiamento: è proprio questa la via da seguire per un
reale rinnovamento del jazz-rock; non mi stupirei se
questo disco fosse preso come esempio da tanti musicisti
in cerca di idee.
Sorprendentemente Mark Isham si dedica esclusivamente
alla tromba, limitando il notevole bagaglio tastieristico
ai colori minimali di un unico brano (Snapping
The Hollow Reed); il contrasto tra la
voce nitida della sua tromba e le sonorità distorte di
Torn creano una nevrosi epica, in bilico fra melodie
oblique e sgretolazioni armoniche, con qualche tocco di
enigma davisiano. Altra carta vincente è il drumming
futurista di Bruford, che utilizza genialmente i tamburi
interfacciati con i synth, ottenendo suoni di marimbas
ubriache o da tastiere amfetaminiche: quando avete
l'impressione di ascoltare dei sequencer su imprevedibili
tempi dispari o dei sintetizzatori smanettati con suoni
percussivi, in realtà è l'incredibile Bruford che usa
in modo nuovissimo la batteria Simmons. L'abbinamento col
timbro particolare dello stick di Tony Levin (invece del
tradizionale basso elettrico) crea una ritmica inusuale e
sgusciante, per nulla ancorata al battito del tempo,
bensì rotolante su accenti e contrattempi.
David Torn è maturato notevolmente nelle sonorità
sature, spesso triplicate da un harmonizer, e nella
propulsione solista; è sempre lui a suonare la carica
per le furiose esplosioni del gruppo, con i suoi acuti
urlati e le svisate deformanti (The
Mercury Grid e Previous
Man). Oltre alla feroce aggressività
del suo stile, c'è anche occasioni per scoprire le
finezze di inventiva timbrica e la sottile
imprevedibilità delle sue armonie malate in un brano per
sole chitarre sovraincise (The Delicate
Code).
Massimo
Bracco
da Buscadero n° 69 aprile 1987
- Tripping Over God
(1995) CMP Records CMP CD 1007 - cd
1. Phasa 9.41 - 2. Seven Door #3 5.44 - 3. The Entire Wish Spent
Timing 4.23
- 4. Trip
Over God 6.45
- 5. Dr.
B, The Bird You Sang 3.09 - 6. Acosay Phodei Mojo 2.15 - 7. Bust Me Ass For Thinking 4.34 - 8. Shofar 2.40 - 9. Rollin' & Tumblin' 6.39 - 10. How Could I 4.08 - 11. What Was Once... 6.15 - 12. Thought Of Many Georges 3.25 - 13. And Well I Found No Bottom 2.03
Produced by David Torn
Cover photo by Rob O'Connor
- What Means Solid, Traveller?
(1995) Offworld 0w 007 - cd
1. Spell Breaks With The Weather 5.49
- 2. What Means Solid, Traveller? 6.52
- 3. Such Little Mirrors 7.22
- 4. Tiny Burns A Bridge 8.41
- 5. Gidya Hana 7.27
- 6. Each Prince, To His Kingdom, Must Labor To Go 3.58
- 7. Particle Bugs And Purulia Station 7.41
- 8. I Will Not Be Free... 3.00
- 9. ...Til You Are Free 4.23
- 10. Elsewhere, Now Than Waving 10.10
Musicians:
David Torn, Fima Ephron, Will Calhoun, Steve Jansen, Cannoball Adderly, Gota Yashiki, David Ruffy,
Mitch Mitchell
Produced by David Torn
Recorded at Bearsville, New York on August/November 1995
Engineering by David Torn
- Have We Told You All You'd Thought To Know?
(2001) Cuneiform rune 144
1. Introduction 1.34
- 2. What's Heart To Say 8.28
- 3. Blunted Efforts As The Distance 6.41
- 4. I Wandered Lonely As A Clod 4.29
- 5. It Seemed Your Firend 1.52
- 6. Upon Reflection 3.26
- 7. I Was At The Door 7.23
- 8. I Like The Way 1.40
- 9. Were Here 1.53
- 10. Words Scattered 17.13
- 11. Mon Frère '49
Musicians:
David Torn, Robert Creeley, Chris Massey,
Steve Swallow, David Cast
Produced by Steven Fegeinbaum
Recorded live at Hallwalls Contemporary Art Center, Buffalo, N.Y.
Engineering by Michael Brydalski
Cover art by Philip Taaffe
- Prezens
(2007) ECM 1877 - cd
1. Ak 9.19 - 2. Rest And Unrest
3.44 - 3. Structural Functions Of Prezens
10.56 - 4. Bulbs 6.18 - 5. Them Buried Standing
2.43 - 6. Sink 7.14 - 7. Neck-Deep In The Harrow...
12.32 - 8. Ever More Other
4.12 - 9. Ring For Endless Travel
2.23 - 10. Miss Place, The Mist...
5.45 - 11. Transmit Regardless
7.20
Musicians:
David Torn, Tim Berne, Craig Taborn, Tom Rainey, Matt Chamberlain
Produced by David Torn
Recorded on March 2005 at Clubhouse Studios, Rhinebeck, NY
Engineering by Hector Castillo
Cover photo by Robert Lewis
- Polytown
with
Mick Karn & Terry Bozzio
(1994) CMP 1008 - cd
1. Honey Sweating
5.45 - 2. Palms For Lester
8.43 - 3. Open Letter To The Heart Of Diaphora
4.38 - 4. Bandaged By Dreams
8.53 - 5. Warrior Horsemen Of The Spirit Thundering Over
Hills Of Doubt To A Place Of Hope 5.01 - 6. Snail Hair Dune
9.31 - 7. This Is The Abduction Scene
3.09 - 8. Red Sleep
4.27 - 9. Res Majuko
3.42 - 10. City Of The Dead
3.30
Musicians:
David Torn, Mick Karn,
Terry Bozzio
Produced by David Torn, Mick Karn, Terry Bozzio
Recorded between June 26 and July 10, 1993 at White Crow Audio,
Budington
Engineering by Bruce Calder
Cover by Stylorouge
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