The Residents



album in pagina:

- Meet The Residents
-
The Third Reich'n Roll
-
Fingerprince
-
Wormwood
-
Stars And Hanks Forever
-
Title In Limbo
(with Renaldo and The Loaf)
- Eskimo
- Commercial Album
-
The Tunes Of Two Cities
-
George And James
-
Intermission
-
Not Avaible
-
The King And Eye
- God In Three Persons
-
Cube-E
-
Demons Dance
Alone
- WB:RMX
- Gingerbread Man
- Have A Bad Day
-
Whatever Happened To
  Vileness  Fats ?

- Roadworms
- The Census Taker
- Our Tired, Our Poor, Our Huddled
   Masses

- Duck Stab ! / Buster And Glen
- Animal Lover
- Tweedless!
-
The River Of Crime
- The King & Eye: RMX
- Freak Show
- Ten Little Piggies
- The Ughs!
- Lonely Teenager
- Coochie Brake
- Mush-Room
- The Bunny Boy
- Marching To The See!
- Shadowland
- Hit The Road Jack
- Kaw-Liga


collaborano in:

- Escape From Noise
  (Negativland)


- Greener Postures
- Chewing Hides The Sound

  (Snakefinger)

"The Residents"
articolo di controcultura dedicato alla musica
Terzocchio Anno XXI - Giugno 1995 
 n° 2  (75 - 78)
di Cristina Belloni


L'altra faccia dell'America
Mentre nella seriosa New York si consumavano i nuovi riti mediologici nell'ipotesi mercantile dell'inespressionismo warholiano e della sua scuola, sulla sponda opposta, quella californiana di Frisco, attorno agli inizi degli anni '70, si assiste al proliferare di performances e spettacoli dagli strampalati e inconsueti nomi, interpretati indossando costumi cavallereschi o estremamente fantasiosi. Sono i così detti Bay Area Dadaist, artisti operanti sopratutto nelle strade, che ricercano nel non-senso e nello spettacolo dell'assurdo e del grottesco, lo spirito di rivolta sociale e di crescita delle coscienze che aveva caratterizzato in Europa lo sviluppo della concezione dadaistica e cui esplicitamente si riferiscono.

A questi gruppi e ad altri art-group canadesi che si muovevano sulla stessa linea come il General Idea (e a questo proposito vale la pena ricordare la canditatura alla carica di sindaco di di Vancouver nel 1974, di Vincet Trasov, nelle vesti di Mr Peanut, cioè in costume da nocciolina americana, con tanto di cilindro e bastone), faceva capo la rivista d'avanguardia File. Ed è proprio su File che troviamo inserito nel 1974 un flexi-disc dei The Residents, contemente alcuni brani del loro primo album:
Meet the Residents.

Della controcultura americana sia attuale, sia riferita ai decenni appena trascorsi, abbiamo solo poche e sporadiche notizie. Un po' espressa estemporaneamente e fuori dai grandi canali divulgativi, un po' per il suo non prestarsi ideologico e di fatto alla commercializzazione del prodotto, fatta eccezione forse e in misura circoscritta, per la parte più strettamente musicale.

Il fenomeno Residents è un fenomeno a tutto tondo. Non riguarda solamente l'aspetto musicale, notevolissimo di per sè, ma abbraccia globalmente ogni esperienza della produzione artistica: dalla grafica al fumetto, alle scenografie, al teatro, ai video che oggi fanno parte della collezione permanente del Museum of Modern Art di New York. Il tutto attuato con grande gusto ironico e scanzonato verso i miti ufficiali e con l'intento quasi naturale di fondere la semplicità casuale, il freak, l'impegno intellettuale e il kitsch di tipica impronta americana. Ogni loro lavoro rappresenta un concept-work ben definito ed a se stante.

Dei quattro personaggi componenti il gruppo e di tutto il loro staff (grafici, registi, tecnici del suono, etc) non è dato sapere molto. Volutamente sconosciute sono le loro identità che rimangono nascoste dietro i costumi di scena, dietro ai grandi "globi oculari" in frak, la loro divisa ufficiale, o dietro a pseudonimi irriverenti e sempre diversi.

Già nel primo album ufficiale del '74
Meet the Residents, edito per la Cryptic Corporation, etichetta Ralph, la loro veste satirica è ben evidente. L'obiettivo è quello di parafrasare, in termini sarcastici ed ironici, i "padri" della musica pop: i Beatles e lo starsistem che da loro ha avuto inizio. La copertina realizzata da Pore No Graphics (nome occasionale del grafico che varierà di volta in volta) riporta sul retro la copertina di un noto disco dei Beatles con i loro volti in penombra, ritoccati in maniera beffarda. Nel frontale, in uno stile vagamente fumettistico alla Lichtenstein, compaiono i quattro personaggi con teste di animali marini e i loro nomi sono: Paul Mc Crowfish, John Crawfish, Geroge Crowfish e naturalmente Ringo Starfish.

Atonalità e manipolazione di suoni e voci, l'uso di qualsiasi strumento e invenzione di nuovi strumenti, ricerche musicali disparate: dalla disarmonia alla citazione, dalle distorsioni alle nenie infantili senza tuttavia produrre della musica assordante, accompagnando con testi non-sense, cantilenanti e "acidi", per creare una coerente linea di movimento che sviluppa a suo modo organicamente e senza alcun compromesso di ordine commerciale una personalità stilistica ed una caratterizzazione ideologica non solo incisive ma anche e soprattutto positivamente oltre lo stallo esistenziale-psicologico che avvolge l'arte americana dell'epoca. L'immaginazione più irriverente che ama il rischio per il rischio, nel gruppo che gioca con la società, si contrappone alla banalità idealizzata del singolo self-made-man che si difende dalla paura, dai rischi della società.

Sempre nel 1974 incidono
Not Avaible (Ralph RR174) che verrà però stampato quattro anni più tardi. Disco fondamentale della loro storia in quanto li farà conoscere ad un pubblico più vasto. Il grafico qui assume il nome di Pore Know Graphics e la copertina, sempre sconcertante per gli accostamenti cromatici e soggettuali, sembra una sorta di fumetto neo-primitivo. Si pensa che all'identità del grafico corrisponda in realtà il lavoro creativo di uno o più componenti del gruppo stesso. Lo studio della grafica, dell'impostazione dei piani, delle sequenze si rivela parte fondamentale anche nelle scelte scenografiche dei concerti, dei lavori teatrali e dei video.

1976: ha inizio la maturità musicale dei The Residents che producono in quell'anno
The Third Reich'n Roll. Disco ai limiti dell'udibile composto con nastri preregistrati di rumori riferiti alla seconda Guerra Mondiale. Discorsi del Fuhrer sovraincisi a noti brani di Elvis Presley, dei Beatles e dei Rolling Stones; il tutto condito con loro interventi umoristici ed elettronici. Una testimonianza filmica dei "live" del disco si ha nel video Video Voodoo del 1977. La copertina esalta ironicamente la positività ariana. Una ulteriore singolarità di The Third Reich'n Roll sono le cinquanta versioni diverse in cui è stato edito: un esempio unico di elusione e di aggiramento della serialità tipica del prodotto discografico e della distribuzione massificata. Esiste però un rarissimo cofanetto in legno che le raccoglie tutte; edito in tiratura limitata è considerato in America un vero e proprio "disco d'artista".

Seguirà subito dopo
Fingerprince (Ralph 1276), performance tenuta nel giugno del '76 a Berkley, California. Questo disco vede per la prima volta la collaborazione di altri musicisti dell'ambito come Snakefinger, la cantante Zeibak ed altri. Sempre nello stesso anno esce Duck Stab!/Buster Glen! (Ralph RR0278) dove Pore No Graphics si esibisce in ulteriori accostamenti di colore e immagini che abbiano un effetto sicuramente "stridente" su chi le guardi.

L'anno successivo, il 1979, il gruppo viene notato internazionalmente ed iniziano le collaborazioni con musicisti di ricerca del vecchio continente. Nasce così l'idea di realizzare
Eskimo (Ralph ESC 7906) con la partecipazione di Chir Cutler, percussionista degli Henry Cow e sociologo-politologo inglese e del tastierista americano, facente parte dell'ambito di Frank Zappa: Don Preston. Eskimo vuole essere una una citazione antropologica e culturale delle tradizioni tramandate oralmente dalle tribù del Circolo Artico, della Groenlandia, della Lapponia e di tutta la regione polare. Di questo "glaciale" disco (nelle note di copertina se ne consiglia l'ascolto accanto ad un calorifero o avvolti da una coperta) Cutler scrive che esso è: <<...la più antipositiva e anticritica delle loro tragedie simbolico-musicali>>, ma pure sottolinea come i The Residents <<...esorcizzano la paura meccanizzando l'orrore, ...torturando la futilità della disco-halls con l'instaurarsi di una danza macabra e inorganica... controllando infine il circuito generazionale umano appellandosi alla trasparente conseguenza dell'artificial-life...>>.

E' qui che il quartetto assume definitivamente l'immagine-travestimento degli orwelliani globi oculari in frak; e abbandonando il vezzo di bambini terribili dai fini solo dissacratori, affrontano una più profonda indagine nelle sfere antropologice sotterranee. Del disco esiste anche una versione picture-disc, dove i quattro "big-eyes" compaiono ritratti nella baia di San Francisco direttamente sul vinile.

Dall'Inghilterra giungono anche, incuriositi dal fenomeno Residents, Fred Frith, grande sperimentatore di suoni e anch'egli uno dei componenti chiave degli Henry Cow, Robert Wyatt, il "venerabile" di Canterbury e Don Jackovich. Con loro prende corpo
Commercial Album (1980 Celluloid 5298 07): un album musicale in cui sono incisi quaranta commenti musicali per altrettanti spots pubblicitari televisivi dalla durata di un minuto ciascuno. La doppia lettura dell'immagine di copertina dall'alto verso il basso e dal basso verso l'alto, realizzata sempre dal nostro Pore Know Graphics (altre volte sarà semplicemente Pornographic), ribadisce gli intenti "sovrapposti" o fra le righe dell'operazione.

E' in questo momento che il lavoro artistico dei The Residents incomincia ad interessare gli addetti ai lavori in campo non solo musicale ma più propriamente dell'arte dell'arte intesa come componente interattiva delle discipline creative. Alla fine degli anni '70, durante una conferenza alla Galleria Peccolo di Livorno, Germano Celant, allora già conosciuto internazionalmente, ma sempre attento ai nuovi linguaggi, invece di parlare o leggere una relazione, fece sentire agli intervenuti un disco dai suoni inusuali di uno sconosciuto gruppo californiano: i The Residents.



Tra visivo e sonoro
Con la crisi delle avanguardie post concettuali alla fine degli anni '70, le istituzioni artistiche, museali ed intellettuali si orientano o vengono pilotate verso un ritorno alla "pittura", costruendo sul gusto dei nuovi-ricchi una facile, confortante restaurazione che accomuna l'esperienza artistica della presunta "elite" creativa alle più materiali esigenze del <<quadro -come- investimento>> ed alla massificazione ed omogeneizzazione del prodotto intellettuale che risponda a connotazioni di facile interpretazione, sull'incalzante onda dei linguaggi media.

Le tendenze individualistiche dei The Residents, espressa come abbiamo constatato, non solo musicalmente ma elaborando codici appartenenti alla totalità dell'espressione artistica, la loro volontà di non-conformismo, li porta ad assumere atteggiamenti sempre più improntati alla ricerca di singolarità che lascino spazio allo piazzamento, all'ironia ed alla diversificazione personale anche in chi ne fruisca. Nel 1981 dalla loro maestria drammatico narrativa, nasce l'dea della Trilogia della Talpa, originariamente edita dalla Cryptic Record e oggi ristampata in CD dalla Esd (80272) dove si narrano storie di calamità naturali, conflizzi raziali, visioni di culture diverse e problematiche esistenziali; il tutto condito con incastri di voci e sperimentazioni sonore. Il secondo atto della trilogia,
The Tunes of Two Cities (1982 Ralph RZ 8202), gioca proprio sulla parola "differenze", sulla contrapposizione e la spaccatura tra due concezioni opposte del mondo. La prima parte infatti rielaborando brani jazz anni Trenta, ne stravolge la struttura musicale ponendo l'accento ed anzi calcando sul facile consumo d'ascolto e sul processo di costituzione del gusto musicale generalizzato attuato già allora dal nascente mercato discografico.

La seconda parte ha quasi il sapore di un intervento filosofico, più vicina musicalmente all'anima sonora del gruppo che qui ribadisce l'importanza delle scelte individuali, difficili certo, ma auspicabili per la crescita dell'umana natura. La critica musicale più illuminata ha considerato all'epoca questo secondo album della trilogia come una delle opere migliori della produzione americana, soprattutto per il senso ludico nei confronti dello sperimentalismo elettronico e per la stesura letteraria delle storie fantastiche di cui l'album narra.

Un discorso particolare merita la produzione lirica del gruppo, il suo volto letterario. Se sono d'obbligo i riferimenti al nonsense ed ai doppi significati di scrittori come Lear e Carroll, altrettanto importanti sono i contributi attinti dalla poesia surreale e simbolista, dalla patafisica di Jerry, persino alla tradizione umoristica americana: da Mark Twain a Woody Allen.

Le copertine dei due album sono totalmente differenti. Acida la prima, con disegni in bianco e nero sintetici e spigolosi, che ricordano incisioni espressioniste; giocosa la seconda con un grosso puzappo obeso, tondeggiante quale protagonista.

Sempre nel 1982 esce
Intermission con una copertina "splatter" fatta di iterazioni fotografiche in cui compare una bocca martoriata dagli stuzzicadenti infilzati nelle gengive (l'ironico riferimento a Warhol è evidente). De breve ma interessante disco, verrà specificato non essere la terza parte della "trilogia" di cui peraltro si perderanno le tracce, anche se molti pensano di individuarla in Title in Limbo (1983 Ralph RR/8351), che però si discosta dall'acidità dei primi due dischi, approfondendo l'aspetto, per così dire, poetico del gruppo.

Il
Mole Show, la performance tratta dalla trilogia è una sorta di irrisione grottesca al rock teatrale, agli scenari psichedelici, ai fumi colorati, alla magniloquenza romantica e al kitsch della rappresentazione del rock. Le scenografie, i costumi e le maschere fanno oggi parte delle opere custodite al Museo d'Arte Contemporanea di Los Angeles.

L'altra grande performances della maturità (1988),
God in Three Persons, scritta come piece teatrale, narra delle vicende di un cow boy e di due gemelli siamesi, mistici dal sesso mutante. Una parafrasi sull'eterno duello tra il bene e il male che pur coinvolge altri aspetti dei temi fondamentali della letteratura americana come religione, sesso, senso di colpa. Di God in Three Person esistono versioni in CD-video, DAT etc. Nelle edizioni discografiche (Riko RCD 10045) verrano stampati solo i brani strumentali.

Pur essendo un gruppo di rottura, di impostazione socialmente rivoluzionaria e non rinunciando mai ( anche se negli ultimi tempi, quando qualcuno sostiene la ripetività e managerialità dei loro "giochi") alla posizione di crescita individuale come formula per cambiare la società, i The Residents non si iscrivono però ai margini del mondo consumistico americano. Del rapporto del gruppo con il mercato e con la grande distribuzione Gary Panter, loro collaboratore dell'epoca, scriverà nel RozzTox Manifesto: <<Per necessità dobbiamo autosostenerci. I mass media sono più forti dei media artistici. I canali estetici devono infiltrare i canali popolari... Noi stiamo costruendo un movimento artistico fondato sugli affari... La saturazione del mercato è stata raggiunta nei '60 e lo sappiamo bene tutti. Le Belle Arti estetiche sono di utilità sempre minore... Se vuoi una media migliore costruiscitene uno... Siamo nati capitalisti e produttori di beni e servizi alternativi...>> (da Feature Mist 1982).

Del resto in questa sottile contraddizione, reale o apparente che sia, nella ricerca ed ottenimento del "successo" inteso non solo come riconoscimento dei valori propugnati ma anche come personale punto di arrivo, è sintetizzato pragmaticamente e senza troppe ipocrisie, il processo di scambio culturale, di contrapposizione e di compromessi che avviene tra vecchio e nuovo, tra le ascendenze e le discendenze (Vico direbbe corsi e ricorsi) che inevitabilmente coinvolgono ogni espressione ed esperienza della natura umana.

Nella nostra epoca di veloce consumo, di miti e ideologie e di lento cambiamento esistenziale e comportamentale, dove l'uso dei sistemi di comunicazione è fondamentale, la scelta stravolgente dei The Residents è riuscita a "passare" tra i "normali prodotti dell'industria discografica" proprio grazie ad una fantasiosa quanto disinibita "guerriglia di informazioni" condotta proprio sullo stesso campo dei media tradizionali con scoops casuali o voluti, come il sequestro della copertina anti-Beatles, la censura di quella con Hitler, le voci dell'esistenza di una presunta Corporazione Criptica o di un "quinto Residents" scoparso nel 1972, chiara allusione al quinto Beatle Stu Suttcliffe morto realmente nel 1962.

Nel 1982, decennale della Ralph Records, la casa discografica indipendente che pubblica e sostiene le operazioni Residents, celebrato con la produzione di speciali pasticche contro il mal di testa "commemorativo", segna anche l'inizio di una profonda crisi che investe in generale tutte le piccole case discografiche indipendenti che non riescono di fatto a competere con le possibilità distributive e pubblicitarie delle grandi etichette. Da questo momento in poi la Ralph Records comincerà un discorso musicale più vicino al gusto del grosso pubblico, fatto che allontanerà, anche se non subito, il gruppo californiano dalla casa discografica e che porterà al definitivo fallimento dell'etichetta nel 1985.

Gli ultimi lavori incisi dai The Residents per la Ralph Records sono
The Big Bubble, George and James disco che apre un ambizioso progetto di rivisitazione dei compositori più rappresentativi della musica americana, e Whatever Happened to Vileness Fats? (Ralph RZ8452) che nasce come colonna sonora del primo, incompleto progetto teatrale nel 1972, per successivamente divenire un video televisivo per l'infanzia (?).

La creatività del quartetto e del suo entourage in ambito teatrale, negli impianti scenografici, nella espressività dei costumi simbolici, surreali, nell'uso delle luci e naturalmente dei suoni ed anche nella puntuale costruzione narrativa che peraltro ritroviamo anche nei lavori discografici, va in questo periodo sempre più raffinandosi, ma resta il mezzo video ad essere il miglior vettore della bizzarra filosofia Residents. La cultura cinematografica-televisiva fa parte del patrimonio storico del gruppo. Nelle One Minute Movies del 1980, più volte premiate, troviamo precisi riferimenti e parodie dal cinema underground americano, ai cartoni animati della Warner Bros, alle prime prove cinematografiche futuriste; mentre Earth VS Flying Saucers del 1985 è il primo di una serie di video sulla rivisitazione con interventi di computer grafica e debita sonorizzazione, di vecchi films di cassetta o series televisive.

Dopo il distacco dalla Ralph Records i The Residents tra l'altro, mettono in atto il loro grande progetto discografico (ancora in corso, si prevede sino al 2001!), quello di realizzare la
American Composer Series, una serie di incisioni dedicate ad almeno 20 grandi artisti compositori americani rivisitati secondo "l'estetica del mostruoso" tipica del gruppo. Di cui George and James, riferito a Gershwin e a James Brown, è stato il primo disco. Sull'onda di questo progetto nel 1990 si ha l'ultimo tour europeo del quartetto che purtroppo toccherà solo l'Olanda e la Spagna e che porterà all'incisione del live Cube-E The History of American Music in 3 E-Z Pieces.

La storia recente dei The Residents è scritta su CD-ROM, video CD, capaci di raccogliere più compiutamente tutte le anime espressive del gruppo, come la sola incisione discografica, naturalmente, non può fare. Ciò comporta però una tecnologia di lettura ancora alla portata di pochi e l'ulteriore difficoltà nel reperimento dei lavori.
L'alchimia sghemba e genialoide della "costa occidentale" pur rivestendosi delle tecnologie più avanzate e cavalcando il business resta tuttavia quasi nascosta, da cercare, come a voler ribadire la reale esistenza della fantomatica "corporazione criptica" di cui si vociferava agli inizi degli anni '80.

(N.d.A) Si ringrazia in particolar modo la "follia auditiva" di Oscar Piaggerella, direttore della Galleria d'Arte Sono-Visiva Fluxia di Chiavari (Ge) per il materiale gentilmente concesso e le informazioni trasmesse verbalmente per la stesura di questo articolo.



(Il discorso che segue è frammentario. Per necessità, perchè frammentario è anche il discorso stesso dei Residents, e perchè qualcosa di quella musica può essere colto soltanto per accostamenti tangenziali, senza sperare di arrivare al nocciolo della questione. Nocciolo che, oltretutto, può benissimo non esistere).

Musica inclassificabile. E' tutto quello che si può dire dei Residents. Non canzoni, non avanguardia, non adesioni a correnti. Difficile anche trovare dei referenti, di qualsiasi genere.

Filosofia di base: la critica al rock. Che è critica alla musica canonica, alle sue regole, alla sua distribuzione, al commercio, in senso più lato a tutti i regolamenti della società americana (o tendente all'americano). Critica traversale, però, non contrapposta, condotta con tecniche di caricatura ed esasperazione dei vari caratteri del rock: canzone, ritmo, armonia, refrain; ma anche immagine-mito della rock-star, classifiche, pubblicità; e poi produzione, registrazione, concerti. Molte tecniche erano già presenti nel primo Eno. Ma qui sono più drastiche, violente; portate alle conseguenze estreme. E lo smontaggio spietato del rock smonta anche, indirettamente, più di un "modus vivendi".

Si potrebbe definire "tecnica della deformità". Canzoni che sono deformi proprio perchè rimandano costantemente a dei modelli,, e li negano introducendo elementi inaccettabili: distorsioni, stonature, dissonanze, ritmi accelerati e spezzati o rallentati, suoni di disturbo. Antecedenti: Frank Zappa, con riferimento particolare a
We're Only In It For The Money.

E' la deformità, Hyeronimus Bosh trascinato nel rock, che spiazza definitivamente l'orecchio acclimatato al rock. E sfiora il sublime nella versione fuori tono del finale di
Hey Jude, condita di un pulitissimo assolo chitarristico e - miscuglio diabolico - degli urletti di Sympathy For The Devil.

Satira. Satira feroce, miscela di luoghi comuni con dissonanze; ogni dato acquisito ridiscusso e reso mostruoso con largo uso di tecniche. Prendere il bello, ovvero il "bello" del luogo comune, è trasformarlo in brutto. Ma in un brutto che non può più ritornare al luogo comune.

Ogni suono che esce dai loro dischi è inesorabilmente falso. Sono tutte, dalla prima all'ultima, sonorità artificiali. Come a testimoniare la falsità del rock e della sua riproduzione discografica. Operazione facilitata dal largo apporto tecnologico e dalla mancanza di qualsiasi verifica del vivo.

Nel loro desiderio di destrutturazione totale di quello che era il rock, i Residents non esitano di fronte al "grand-guignol.
The Third Reich'n Roll è una perfetta rassegna di mostruosità musicali, di vecchi "hit" masticati, semidigeriti e rivomitati nelle orecchie dell'incauto ascoltatore. Residuano le note tematiche, i testi, ma riconoscibili soltanto dopo un attento esame.

Se
The Third Reich'n Roll è tutto dichiaratamente composto di frammenti altrui, si può dire che non esiste disco dei Residents che non riprenda stilemi e frasi "tout court" da altra musica, preferibilmente se musica di consumo vasto e facile. L'operazione è centrata sullo scontato: il rock in Meet The Residents, The Third Reich'n Roll e Duck Stab, la musica cinematografica in Not Avaible, la musica "etnologica" in Eskimo, lo short pubblicitario in Commercial Album.

Le opere, le prime sopratutto, sembrano la "pars destruens" di una qualche filosofia nichilista. Come se mancasse ai Residents la forza della costruzione, quella recuperata persino dai critici serrati Zappa e Eno. L'opera dei Residents è un esempio/limite di arte cui necessita un referente: è impossibile per chi non conosca modi, tempi e filosofie del rock americano, ascoltare convenientemente
The Third Reich'n Roll.

L'idea (dichiarata) è semplice: eliminare completamente il fattore immagine pubblica. Quindi niente concerti, niente fotografie, neppure pubblicità dei nomi. Nessuno può sapere chi sono i Residents: pertanto il processo perverso di "rock stardom" la prepotenza dell'immagine ecc., dovrebbe essere eliminato. In realtà, l'operazione, squisitamente pubblicitaria, produce perversamente gli effetti opposti. L'identità segreta dei Residents diventa oggetto di appassionate speculazioni e innumerevoli teorie. Tutti gli aficionados del rock irregolare sanno che i Residents "hanni identità segreta", e a volte nemmeno si preoccupano di quale possa essere la loro musica. I Residents, ultimo e definitivo paradosso, sono il gruppo d'immagine più caratterizzata dei primissimi anni '80.

Incredibile, come si è detto, la mole delle speculazioni. La base era costante: se i Residents mantengono l'identità segreta, vuol dire che sono personaggi famosi, e che hanno dei motivi per non farsi riconoscere. E' chiaro che, per chiunque viva in una società centrata sullo spettacolo, scusa, ma secondo te l'americano medio sente (o si interessa dei) Residents? (N.d.B), chi ha la possibilità di diventare famoso e la rifiuta deve avere per forza dei motivi "irrinunciabili".

Ci sono, in effetti, notizie e note di copertina. Ma il loro primo scopo è generare una totale "confusione". Accanto ad un'inverosimile storia del gruppo, sempre più complicata man mano che le didascalie si susseguono, i Residents forniscono incontrollabili notizie sulle composizioni e prime edizioni dei dischi. Così
Meet The Residents sarebbe stato composto intorno al 1970, pubblicato per la prima volta nel 1974 (in edizione fantasma), e infine ripubblicato nel '77. E così per gli altri albums: The Thrid Reich'n Roll risalirebbe al '74/75, come anche la prima parte di Fingerprince, mentre la seconda sarebbe la musica di un balletto, composta nel '72 ma registrato alla fine del '79. In questa ridda, in quest'eccesso dio notizie, i Residents riescono a intricare il loro pubblico/bersaglio. E', ancora una volta, una perfetta operazione pubblicitaria.

L'altra tecnica (quella di
Not Avaible o della seconda parte di Fingerprince) è denominata "train of consciousness". E' una tecnica insieme sintetica e distruttiva. Più che comporre musiche, i Residents creano (o riprendono) frammenti musicali, inserendoli gli uni negli altri a mosaico. Un procedimento che ricorda la dissolvenza incrociata cinematografica.

Tutto l'apparato-Residents, in fondo, è espressione di una rinuncia. Una rinuncia all'utopia, che era stata il motore, più o meno in buona fede, di tutto il rock tradizionale, creatore di mondi illusori ma gratificanti per il pubblico giovanile. Se i Residents creano mondi, li creano inabitabili: troppo veri per essere belli. I Residents, in un certo senso, sono (per il rock) l'ultima frontiera. Anche se molti altri gruppi, in passato, sono stati l'ultima frontiera. I Residents portano le loro critiche all'estremo, negano "en bloc" l'estetica del rock and roll. A meno che, ancora una volta, attraverso la negoziazione il rock, non ne esca rinforzato. Semplice cosmesi o rifondazione radicale?

<<Molti si chiedono chi sono i Residents, pensando, credo, a qualche personaggio noto. Io li ho conosciuti, e posso garantire che sono semplicemente dei giovani americani intelligenti, con un gran gusto della pubblicità>> (Fred Frith)

Anche i particolari tecnici contribuiscono all'oscurità: non è nota una qualche distribuzione dei ruoli strumentali tra i Residents. Non esiste uno stile definibile, e naturalmente la complessa produzione/controllo dei suoni rende ogni particolare stilistico imprecisabile, persino le voci sono sempre filtrate. (Quindi, se per ipotesi i Residents volessero suonare o cantare sotto altra veste, nessuno sarebbe in grado di riconoscerli).

Al controllo del suono ed al controllo dell'immagine non poteva non associarsi anche il controllo del mezzo finanziario: necessario, del resto, a dei musicisti che programmaticamente rifiutano il contatto diretto con un qualsiasi pubblico. Ecco quindi improvvisa la nascita di una casa discografica, la Ralph Records, che è praticamente tutt'uno con i Residents. Associata ad una fantomatica edizione musicale, dal nome rivelatore di Pale Pachiderm Music, e ad una compagnia madre misteriosa anche di nome, la Cryptic Corporation. Se aggiungiamo al novero lo studio grafico dove Pore No Graphics, risulta che i Residents sono in grado di controllare i "suoni" da essi prodotti, dal momento in cui entrano nel registratore fino a quello in cui escono dal negozio di dischi. Impresa, questa, che può essere letta in due modi opposti: nell'epoca dei mass media e della riproducibilità industriale di qualunque messaggio, l'unico modo di ottenere una qualche forma di libertà sta nel controllo personale della produzione e distribuzione (ovviamente industriale) della propria opera; ancora di più se si opera, più o meno tangenzialmente, nel campo del rock, quindi di un'arte che necessita, per una stessa struttura, di essere inserita in un mercato.

Ma c'è anche il lato speculazione: l'azione dei Residents è un'opera di squisita essenza pubblicitaria. Grazie a tutto il complesso di atteggiamenti messo in atto, i Residents hanno raggiunto in pochissimi anni, dal 1977 all'80, un mercato che è si di stretta èlite, ma anche di estensione mondiale. I Residents forniscono così una personalissima soluzione alla dicotomia base del rock.

Dove gran parte di questa musica era morta d'inedia (e nel nucleo rientrano in fondo anche irregolari massimi come i Fugs), tentando di mantenersi critica e contemporaneamente di assicurarsi un mercato, i Residents scelgono il salto di qualità: farsi essi stessi industria, intervenire direttamente su media e mercato. Operazione ambiziosa, forse destinata alla sconfitta, a trasformare i Residents stessi in operatori dell'industria del divertimento. Che, purtroppo, molto spesso ingloba anche gran parte della più raffinata industria culturale.

I Residents sono (forse lanciano, ma non è certo) un avvertimento. Non si può esistere fuori da un mercato, quindi anche per criticarlo bisogna farsi mercato. E non nascondono i rischi; come dice una delle celebri "Buy Or Die Innersleeves: << Grazie a tutti voi, consumatori della Terra-dei-comparatori, la Ralph Records sta rapidamente diventando l'etichetta più/spiffy/mai vista sulla faccia della terra. Tenete occhi (e orecchie) aperti, e forse ci vedrete diventare ricchi e famosi, e fare dischi incredibilmente mediocri, come quelli delle vere case discografiche...>>.

I Residents ultimi, meno ermetici ed esclusivi, sembrano preoccuparsi come mai in passato di comunicare con gli ascoltatori. Il che li conduce non solo a produrre musica più scorrevole, addirittura amabile, ma anche a venire allo scoperto come concertisti, e a svelare - almeno in parte - le connotazioni e i riferimenti degli albums. Così la
Mole Trilogy (di cui esistono le prime due parti, Mark Of The Mole e The Tunes Of Two Cities, oltre alla breve Intermission) concreta con inusitata chiarezza la metafora della talpa, affidandosi a sonorità integralmente elettroniche, a voci distortissime, a schemi melodici elementari fino al primitivismo.

The Tunes Of Two Cities si propone senza sforzo come l'opera migliore dei Residents recenti. Integralmente composta di "canzoni", ovvero brani veri e ben identificati, alterna rifacimenti come sempre graffianti della musica "evergreen" americana al tribalismo elettronico della musica delle talpe. E il contrasto si crea tra una musica di "buoni sentimenti", per quanto denaturata e quella a suo modo solenne e sacrale, imperscrutabile, "dell'altra" società, delle talpe. Metafora neanche troppo faticosa di un "underground" scomparso, ma sotto sotto sempre vagheggiato dall'enigmatico gruppo (che, dopo tutto, è nato e vive a San Francisco). Non si sarebbe mai pensato, in tempi neanche tanto lontani, di dover parlare di Residents concertisti. Eppure è accaduto: i Residents hanno intrappreso persino un "tour" mondiale. A modo loro, s'intende, tant'è vero che l'identità dei quattro membri del gruppo vero e proprio è oggi segreta quanto ieri; ma i Residents si sono offerti al rapporto cannibalico con un pubblico vero, e anche con un buon risultato, rivelandosi show-men a tutto tondo. The Mole Show era naturalmente imperniato sulla mitologia delle talpe; altrettanto ovvio il metodo multimediale, con scenografie, ballerine, persino un tal Penn Jillette a far da presentatore in smoking blu, mentre i Residents, apparsi in frac e bulbi oculari, stavano sullo sfondo a suonare dietro un paravento. Pochi hanno colto, però, la sottile polemica con certo multimedialismo d'oggi: con intelligenza somma, i Residents hanno rinunciato ai video elettronici in favore di semplici scene di cartone. Niente tecnologia a poco prezzo, niente elettronicismo becero: i Residents sono culturalmente molto al di là di qualsiasi imitatore.

Il momento più sconcertante di tutto il Mole Show è senz'altro il finale. I Residents (sempre impenetrabilmente mimetizzati) in prima fila a suonare la "loro"
Satisfaction (massacrata, devastata, filtrata, agonizzante, inascoltabile), con la gente felice che ballava come fosse in discoteca. Un modo d'entrare nella più vieta industria spettacolare, e contemporaneamente mantenersene beffardamente al di fuori. Congratulazioni.

C'è anche, in questo nuovo modo di porsi, una diversa attenzione per la stampa. Penn Jillette, pseudopresentatore dello show, era anche autorizzato a rilasciare interviste per conto dei Residents? Peccato che, alla fine, le sue risposte risultassero sempre formule dubitative, del tipo: <<Non posso escludere che i Residents intendessero...>> <<Si, credo si possa dire che i Residents...>> <<Certo, può darsi che volessero dire questo; ma naturalmente è solo la mia opinione personale...>>.

Paolo Bertrando
da Buscadero n° 39 luglio/agosto 1984


- Meet The Residents
(1974) Ralph Records RR0677 - vinile

1. Boots - 2. Numb Erone - 3. Guylum Bardot - 4. Breath And Lenght - 5. Consuelo's Departure - 6. Smelly Tongues - 7. Rest Aria - 8. Skratz - 9. Spotted Into Bean - 10. Infant Tango - 11. Seasoned Greetings - 12. N-ER-GEE (Crisis Blues)

Musicians:
Paul McCrawfish, John Crawfish, George Crawfish, Ringo Starfish

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Fra tutti gli album della stravagante collezione Residents, questo primo ha un suo fascino speciale. Non è forse il più riuscito, anche perchè all'epoca i misteriosi musicisti (parole loro) "sapevano a stento tenere in mano gli strumenti"; ma è l'inizio del mito, la buffa inquietante palla di fuoco che a un certo punto solcò i cieli del rock lasciando a bocca aperta.
Eè rimasto nell'immaginario collettivo il fatto che i Residents non abbiano mai avuto un'identità e solo vaghe indicazioni geografiche (Louisiana, poi California). Ma trattasi di folklore. Quel che davvero importa è il loro modo di fare musica, fin da questo amatoriale esordio "prodotto a casa, con nastri e strumenti da rigattiere": un pioneristico taglia-incolla di suoni incoerenti, un forsennato zapping sulla TV della mente saltando da scampoli di musical a detriti rock & roll, da zappismi alla
Lumpy Gravy a recuperi pseudo-etnici un'accanita masticazione che rende irriconoscibili gli "originali" trattati, come Boots di Lee Hazlewood e Nobody But Me degli Human Beinz.
I Residents giocano ma, come poi confermeranno affidando la loro arte, vogliono anche denunciare. Uno dei (rari) studiosi, Andrew Jones, la metterà così: " Il pop è più che oppio per le masse, è un Leviatano globale, un affare da milioni di dollari con tentacolari compromessi che presuppone che tu ti metta comodo, rilassato, a comperare".
Il montaggio/rimontaggio dei Residents è un modo di rompere l'incantesimo, di svelare il trucco: ecco come suona davvero la pop music, ammirate smorfie e rughe sotto il cerone.
Meet The Residents uscì il 1° aprile 1974 in un'edizione di 850 dischi oggi ricercatissima; in copertina, una mostruosa parodia di Meet The Beatles. Venne rimasterizzato e riedito tre anni dopo, eliminando 7 minuti e cambiando la veste grafica senza rinunciare alla deformazione dei Fab: Paul, John e George erano diventati gamberi, Ringo una stella di mare.
Riccardo Bertoncelli da Musiche di Repubblica n° 296 - 13 settembre 2001

- The Third Reich'n Roll
(1974) Ralph Records RR 1075 - vinile

1. Swastikas On Parade - 2. Hitler Was A Vegetarian

Musicians:
The Residents, Zeibak, Peggy Honeydew, Gary Beserkley

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Anche Adolph Hitler finisce nel mirino dei californiani, in un album che aspira forse al musical postmoderno: due lunghe suite, Swastikas On Parade e Hitler Was A Vegetarian, con plagi e taglia-incolla dal vecchio ordine musicale disordinati e sconnessi.
"Il primo concept album dei Residents", secondo l'orgogliosa affermazione dei protagonisti.
Simone Arcagni da New Wave, ed. Giunti


- Fingerprince

(1979) Ralph Records RR 1276 - vinile

1. You Yes Yes Yes 3.00 - 2. Home Hage Conversation 2.03 - 3. Godsong 3.41 - 4. March De La Winni '58 - 5. Bossy 1.00 - 6. Boo Who? 2.48 - 7. Tourniquet Of Roses 3.15 - 8. You Yes Yes Yes Again 2.38 - 9. Six Things Cycle 17.48

Musicians:
The Residents,
Snakefinger, D. Jackovich, A. Dekbar, T. Logan, Zeiback

Produced by The Residents
Cover art by Pore No  Graphics

Un'antologia di brani del primo periodo voluta dalla band per rivelare i diversi aspetti della sua personalità. La prima facciata è composta di otto brani in cui i Residents si cimentano con la forma canzone breve, dagli 1 ai 3 minuti; la seonda è invece la colonna sonora di un balletto (un solo brano, Six Things To A Cycle) che spiega il gusto del gruppo per lunghi flussi sonori e quello che, non senza ironia, viene definito dai protaginisti come "train of consciousness".
Nel disco fa la sua prima apparizione il chitarrista Philip Lithman, in arte "Snakefinger", già esponente di spicco della scena pub britannica e da qui in avanti, fino alla prematura morte, importante fiancheggiatore della band.
Intanto continua l'attività più puramente dissacratoria dei più noti standard pop, come nel caso dei 45 giri Satisfaction (1976) e The Beatles Play The Residents And The Residents Play The Beatles (1977).
Simone Arcagni da New Wave, ed. Giunti

- Wormwood

(1998) EuroRalph Records 5483 - cd

1. In The Beginning 2.57 - 2. Fire Fall 3.34 - 3. They Are The Meat 2.40 - 4. Melancholy Clumps 1.43 - 5. How To Get A Head 4.05 - 6. Cain And Abel 3.34 - 7. Mr. Misery 2.19 - 8. Tent Peg In The Temple 2.54 - 9. God's Magic Finger 2.41 - 10. Spilling The Seed 2.44 - 11. Dinah And The Unclean Skin 3.12 - 12. Bothsheba Bathes 2.52 - 13. Bridgedroom Of Blood 4.57 - 14. Hanging By His Hair 2.33 - 15. The Seven Ugly Cows 2.34 - 16. Burn Baby Burn 2.58 - 17. Kill Him! 2.39 - 18. I Hote Heaven 2.50 - 19. Judos Saves 3.55 - 20. Revelation 5.38

Musicians:
The Residents,Diana Alden, Laurie Amat, Wayne Doba, Carla Fabrizio, Linda Goldstein, Molly Harvey

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

- Stars & Hank Forever

(1986) Torso 33022 - vinile

1. Hey Good Lookin' - 2. Six More Miles - 3. Kaw-Liga - 4. Ramblin' Man - 5. Jambalaya - 6. Sousaside
a) Nobles Of The Mystic Shrine - b) The Stars And Stripes Forever - c) El Capitain - d) The Liberty Bell - e) Semper Fidelis - f) The Washington Post

Musicians:
The Residents,
Snakefinger

Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics

(...) I Residents avrebbero senz'altro figurato meglio in questa scaletta, e in posizione più elevata, con la rilettura iconoclasta di "hits sixities" in Third Reich'n Roll o con le registrazioni pseudo-etnologiche di Eskimo. Ho preferito però penalizzarli un pochino per la stanchezza creativa di queste ultime stagioni, rivolgendo l'attenzione alla produzione più recente. The Big Bubble del 1985 (quarto capitolo della trilogia della Talpa) ha toccato i minimi storici in quanto a (mancanza di) ispirazione musicale: molto ingegnoso dal punto di vista concettuale, col suo presentarci un "record-withnin-the-record" suonato da una band dell'immaginaria Chubsville, l'album ha solo alcuni sprazzi di originalità nei brani cantati nella proibita lingua Mohelmot, vocalese infantil-grottesco di inconfondibile gusto Raphiano.
I Residents hanno ormai standarizzato un sound a base di Emulator e vocette strascicate: un Muppet Show per bambini cresciuti, sempre divertente ma sempre un po' uguale a se stesso. La loro immagine è stata oltretutto inflazionata da una qualità di live, picture, video, singoli e albums prodotti negli ultimi due anni.
Le cose migliorano con
Stars & Hank Forever, sia per quanto riguarda la reperibilità europea del lavoro (la licenza Ralph è rilevata dall'olandese Torso Records) che per il rinvigorito dinamismo sonoro dell'album. Secondo capitolo di una "American Composer Series" ambiziosamente proiettata verso l'anno 2000 (dieci o forse più 'Lp, già edito il Vol. I cob Gershwin e James Brown, in arrivo Dylan, Scott Joplin, Beefheart e via dicendo), il disco è uno "spoof" sottile e rispettoso di autori sinceramente amati dai Residents. Non sono covers queste, bensì "music about music: pensate ad un regista che fa un film che tratta del girare un film". Il country dell'indimenticabile Hank Williams è restituito dai quattro "Bulbi Oculari" in una veste moderna che non è solo make-up elettronico, ma isola e commenta con puntuale ironia il vero spirito delle incisioni originali. Hey Good Lookin' si avvale della slide guitar di Mr. Snakefinger, Kaw-Liga assume un sapore disco-vodoo, e non può mancare la famosa Jambalaya, trasformata da esuberante ballad da taverna in una melodia crepuscolare e rarefatta. Le marce militari di John Philip Sousa, il compositore preso preso in esame nella facciata B, sono invece tessute assieme in un'unica suite che ha l'andamento di una vera parata, un ricco campionario di "Americana" in confezione telematica: ascolte le majorettes, il pubblico, lo sventolare delle bandierine....
Anche se per la stampa hanno preso il fascino della novità, i Residents sono uno dei pochi gruppi che hanno saputo fornire l'elettronica di un'anima, usarla senza esserne usati. Con qualche ideuzza e strumento anticonvenzionale in più, sono pronti a tornare ai fasti di un passato recente.
Vittore Baroni da Rockerilla n° 78 febbraio 1987

- Title In Limbo
with
Renaldo And The Loaf
(1983) Ralph Records rr 8351- vinile

1. Intro:Version - 2. The Shoe Salesman - 3. Crashing - 4. Monkey And Bunny - 5. Mahogany Wood - 6. Sitting On The Sand - 7. Africa Tree - 8. Woman's Weapon - 9. Horizontal Logic - 10. The Sailor Song - 11. Extra: Version

Musicians:
The Residents,
Renaldo And The Loaf,
Snakefinger, Nessie Lessons

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Un paio di anni fa la Ralph Records, presa come tante piccole etichette nel vortice della crisi discografica, sembrava essere sul punto di chiudere i battenti. Invece ecco che sul finire dell'83, e a seguito di un lungo tour mondiale dei Residents, riprende l'attività con un nuovo recapito, un nuovo logo (quello appunto di New Ralph") e una nuova serie di uscite dei suoi sempreverdi Snakefinger, Tuxedomoon, Fred Frith, e naturalmente Residents e Renaldo And The Loaf, stavolta assieme in un solo 'Lp.
Il duo britannico, approfittando di una vacanza californiana, nella scorsa estate ha raggiunto i quattro Residents per dar vita ad un estemporaneo supergruppo: la fusione di intenti e ispirazione è talmente riuscita e totale da rendere impossibile e inutile distinguere i meriti di ciascuna formazione.
Il risultato è un lavoro molto omogeneo, non certo una sorpresa per chi ha dimestichezza con il non-sense sound dei due gruppi, ma senz'altro più apprezzabile dei loro dischi precedenti anche da un pubblico di neofiti. Rock? Pop? Folk? Nursery Rhytmes? Pur usufruendo di tutti i canali espressivi di una qualsiasi rock band, i Residents non possono essere certo etichettati con facilità: i loro video fanno pensare ad una versione per adulti del "Muppet Show" di Jim Henson, i testi sono filastrocche infantili con frequenti risvolti surreali e macabro-grotteschi, la musica è un'esplorazione ludica di spartiti tradizionali e futuribili (un brano memorabile il
Walter Westinghouse incluso in una compilation della Recommemded Records).
Iniziato il loro viaggio cripto-musicale parodiando in modo volutamente sgradevole e ostico la "carineria" dei Beatles, i Residents hanno poi continuato a sfornare album-concept, allo stesso tempo elaborando uno stile personale e unico. In questo disco i singoli brani non hanno più bisogno di cornici operistiche o concettuali, di parodiare la musica eschimese o i commercials radiofonici, sono finalmente delle songs da ascoltare e godere prescindendo dalla "teoria dell'oscurità", dall'immagine e dalle bizzare trovate dei loro creatori (per la cronaca, l'Lp ha ben cinque titoli diversi:
Turtle In Lima, Tidal In Lumbar, Tattle In Logo...).
The Shoe Salesman e Monkey And Bunny sono deliziose favolette con un garbo umoristico per il paradossale che non sarebbe dispiaciuto a Edward Lear, assieme a Mahagany Wood possono essere considerate dei classici in assoluto della discografia Ralphiana, un segno della maturità per questa compagine di poeti dell'effimero, con risvolti melanconici che ampiano e inspessiscono la gamma di toni impiegati.
Il violino e la chitarra retrò di Snakefinger, la dolce voce di Nessie Lessons, il kazoo e il mandolino, queste e altre piacevolezze le lasciamo scoprire a chi vorrà avvicinarsi ancora o per la prima volta al teatrino di questi divertenti cantastorie elettronici.
Vittore Baroni da Rockerilla n° 43 marzo 1984

- Eskimo
(1979) Ralph Records esk 7906 - vinile

1. The Walrus Hunt - 2. Birth - 3. Artici Hysteria - 4. The Angry Angakok - 5. A Spirit Steals A Child - 6. The Festival Of Death - 7. Epilogue

Musicians:
The Residents, Chris Cutler, Don Preston

Produced by The Residents
Cover art by Poor No Graphics

Eskimo è il sesto capitolo emostatico-musicale dell’apparato The Residents; risonanze cervicali, cori eterei, voci interrate, synth anestetico, iniezione cataclismica di prescrizioni ipodermiche. Si è così inclini a classificare Eskimo quale la più antipositiva ed anticritica delle tragedie simbolico-musicali dei The Residents, un organismo paranoico-cellulare che non finisce mai di stupire con il suo linguaggio escrescente e illustrante, con morbosa aderenza, la segreta mutazione della simulazione elettrica/azione terapeutica vigente nell’attuale sistema economico-sociale.
I The Residents riescono a filmare paesaggi intrinsechi all’esterno della giungla di cemento; esorcizzano la paura meccanizzando l’orrore, erotizzano gli arti di un automa con un’ennesima perversione domestica, torturano la futilità delle disco-halls con l’instaurarsi di una danza macabra ed inorganica, controllando infine, il circuito generazionale umano appellandosi alla trasparente conseguenza “dell’artificial-life”.
Allargando l’orizzonte, bisogna aggiungere che a segnare un grosso punto a favore dei The Residents concorre la constatazione che anche nella sfera dell’indagine sotterraneo/antropologica la loro personale indipendenza si è esplicata in modo particolarmente significativo lasciando, con la realizzazione di Eskimo, una profonda ed intelligente impronta.
In questo scenario di distese glaciali è opportuno citare
A Spirit Steals A Child. È l’ora tragica, pur innegabilmente palpitante e presente, in cui tutto è lontano e nebuloso, come se provenisse da remote, ignorate scaturigini; soverchiati da retaggi inesplicabili, i quattro The Residents distendono un tappeto variopinto sotto i loro passi obbliqui, intorno all’agonia più amaliante, affetta da tare ereditarie in cui pullulano germi della follia abortiva.Mutazione per una continuità.
Maurizio Bianchi da Rockerilla n° 1 gennaio 1980

- Commercial Album
(1980) Ralph Records 529807 - vinile

1. Easter Woman - 2. Perfect Love - 3. Picnic Boy - 4. End Of Home - 5. Amber - 6. Japanese Watercolor - 7. Secrets - 8. Die In Terror - 9. Red Rider - 10. My Second Wife - 11. Floyd - 12. Suburban Bathers - 13. Diples And Toes - 14. The nameless Souls - 15. Love Leaks Out - 16. Act Of Being Polite - 17. Medicine Man - 18. Tragic Bells - 19. Loss Of Innocence - 20. The Simple Song - 21. Ups And Downs - 22. Possessions - 23. Give It To Someone Else - 24. Phantom - 25. Less Not More - 26. My Work Is So Behind - 27. Birds In The Trees - 28. Handful Of Desire - 29. Moisture - 30. Love Is... - 31. Trobled Man - 32. La La - 33. Loneliness - 34. Nice Old Man - 35. The Talk Of Creatures - 36. Fingertips - 37. In Between Dreams - 38. Margaret Freeman - 39. The Coming Of The Crow - 40. When We Were Young

Musicians:
The Residents,
Fred Frith, Chris Cutler, Snakefinger, Don Jackovic, Sandy Sandwich, Robert Wyatt

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Definire in parole la nuova “pazzia” dei The Residents non è compito semplice. Quaranta brani nel breve spazio di due sides, venti e venti, un minuto di durata ciascuno, sono il testo del nuovo messaggio pubblicitario dei quattro di San Francisco.
Perchè
Commercial Album: forse alienati dalla pubblicità di massa che angustia i cittadini americani in TV, al cinema, per i boulevards brulicanti di persone, i The Residents hanno pensato bene di fare il verso a loro modo agli spots pubblicitari, agli slogans che, nello spazio di un minuto riescono a dire tutto, ad infatuare la testa del telespettatore oppresso da questi brevi messaggi commerciali. Ecco perchè il titolo Commercial Album; anche la musica si fa più duttile, più ascoltabile, le voci femminili, una novità nella filosofia dei The Residents.
I The Residents sono ancora una volta lo specchio della genialità, dell’ironia soffusa, della ribellione violenta sotto quell’immagine candida ed innocua; non serve scrollare la testa, dire sono pazzi, la mente dei The Residents non cambierà mai.
Un disco pieno di fleshes che, sulle note di copertina, non risparmia i commenti ironici. Determinante la partecipazione di Chris Cutler e Fred Frith. (...)
Fabio Nosotti da Rockerilla n° 10 gennaio 1981

- The Tunes Of Two Cities
(1982) Ralph Records rz 8202 - vinile

1. Serenade For Missy - 2. A Make Of Jigsaws - 3. Mousetrap - 4. Gof Of Darkness - 5. Smack Your Lips (Clap Your Teeth) - 6. Praise For The Curse - 7. The Secret Seed - 8. Smokebeams - 9. Mourning The Undead - 10. Song Of The Wild - 11. The Evil Disposer - 12. Happy Home (Except from Act II of Innisfere)

Musicians:
The Residents,
Snakefinger, Norman Salant, Nessie Lessons

Produced by The Residents
Cover art by Poorknow Graphics

Ecco che i pazzi Residents continuano con il secondo atto la trilogia che iniziarono con Mark Of The Mole, continuano con questo The Tunes Of Two Cities e concluderanno in un prossimo futuro con il terzo 'Lp.
Mentre Mark Of he Mole raccontava la storia della società, The Tunes Of Two Cities narra di due culture differenti, mettendo l'accento proprio sul potere della parola "differenza". A brani alternati, i Residents danno proprio un'immagine di contrapposizione, di spaccatura tra due modi diversi di pensare e vedere, tra la cultura e la civiltà normali e quella rarefatta e rivoluzionaria del mondo Residents.
Serenade For Missy, Mousetrap, Smack Your Lips, Smoke Beams, Song Of The Wild, Happy Home, rappresentano il mondo normale, con immagini musicali molto prensili e consumabili, ispirate a modelli di jazz anni '30 e poi stravolte come d'uso; A Maze Of Jigsaws, God Of Darkness, Praise For The Curse, Secret Seed, Mourning The Undead, The Evil Disposer, sono invece la parte più astratta e filosofica, più vicina, musicalmente, all'anima sonora dei Residents.
L'operazione di
The Tunes Of Two Cities pare molto riuscita ed è da considerare una delle opere migliori di questo gruppo astruso e sognatore che si diverte a giocare con lo sperimentalismo seguendo sempre un filo logico preciso e raccontando storie fantascientifiche. Naturalmente, non manca all'appuntamento il più grande amico dei Residents: Snakefinger.
Fabio Nosotti da Buscadero n° 16 maggio 1982

- George And James
(1984) Korova Records 240 434 - vinile

George Side:
1. Rapsody In Blue - 2. I Got Rhythm - 3. Summer Time

James Side:

1. Live At The Apollo*
a) I'll Go Crazy - b) Try Me - c) Think - d) I Don't MInd - e) Lost Someone - f) Please, Please, Please - g) Night Train

Musicians:
The Residents

*The audience on James portrayed bu the "Mole Show" audience in Utrecht, Holland
Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Evidentemente estenuati dall'impegno di portare a termine la ponderosa "Mole Trilogy", i Residents insistono a ludere l'obbligo a rischio d'assumersene altri anche maggiori. Quello della "American Composers Series", per dire è addirittura titanico.
"Questa serie sarà incisa durante gli ultimi 16 anni del XX secolo. Mentre ogni disco sarà pubblicato al suo completamento, l'opera nel suo complesso non sarà disponibile prima del 2001, e conterrà lavori di non meno che venti compositori": il progetto, come si vede, non manca di grandeur. I compositori scelti per principarne l'attuazione sono indubbiamente americani e, ciascuno a suo modo, rappresentativi: James Brown e George Gershwin; che vengono, ed era inevitabile, trattati alla luce di quell'estetica del mostruoso che resta la massima intuizione dei Residents.
Il lato intitolato a James Brown è la "replica" di un celebre album del 1962,
Live At The Apollo, il primo "live" della storia discografica. Per ricreare la voce famosa della "sex machine" i Residents abbassano elettronicamente il timbro vocale d'un cantante/cavia, guarnendola poi di echi sovrapposti che la trasformano in sinistra parodia. La musica di fondo è ovviamente elettronica, con giusto inserimento di dissonanze e andamento emotivamente impassibile, in micidiale contrasto con la vociaccia cupa del cantante e le urla della folla (che ad un attento ascolto si rivelano per brevi grida accuratamente loopizzate). Eppure, a confronto con altri rifacimenti residenteschi, questo mal regge il paragone, apparendo piuttosto fiacco ed enfiato.
E' che i Residents hanno tenuto da parte il genio per sfogarlo tutto nel lato Gershwin. Che apre su una magistrale versione della
Rapsody In Blue, in cui le armonie non sono totalmente stravolte come sarebbe fin troppo logico, ma in gran parte mantenute, scollando però i vari piani della musica con una vera e propria operazione anatomica. La sensuale scorrevolezza dell'originale resta così come ghiacciata, colorandosi di tinte estraniate e inquietanti. Non inferiori sono le versioni I've Got Rhythm e Summertime (sopratutto): che nel loro resistere a ogni tentazione di luogo comune si rivelano versioni estremamente rispettose della vera statura dell'autore. Gershwin si è rifatto, smontato e rimontato, ma perlomeno strappato a tutto il contesto di "folklore anni '30" in cui è stato quasi sempre relegato.
Paolo Bertrando da Buscadero n° 39 luglio-agosto 1984

- Intermission
(1982) Ralph Records rz 8252 - vinile

1. Light Out (prelude) 5.50 - 2. Shorty's Laments (intermission) 6.43 - 3. The Moles Are Coming (intermission) 3.20 - 4. Would We Be Alive? (intermission) 5.36 - 5. The New Hymn (recessional) 4.18

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

"Questa non è la terza parte della Show Mole Trilogy", recita l'avvertimento sul retro di copertina. Al che i seguaci dei Residents non sanno se disperarsi per aver atteso tutto questo tempo invano o se sorridere deliziati per questa nuova irresistibile beffa, che ha il pregio di regalare un insperato fuori programma. Solo un vero cult-group può permettersi di gabbare impunemente i propri fans. Comunque sia, questo Intermission va preso per quel che è, e cioè uno "stuzzichino" in attesa di più lauti pasti, un intermezzo tutt'altro che gratuito e disimpegnato tra il secondo e il terzo atto della trilogia.
Aggettivi come "geniale", "unico", "inquitante", sono già stati sprecati in passato per elogiare i Residents, "moderno mito consacrato" con pochi termini di paragone.
Il fatto è che ogni nuovo lavoro di questa band californiana rende superflua ogni recensione: quello dei Residents è un universo a sè stante di cui ogni disco è una particolare "veduta", e l'unica cosa da fare è accettare il gioco e lasciarsi trasportare, con tutti i rischi del caso. Quello che è certo è che con i Residents siamo davvero "dopo la fine del mondo", e che questa è sicuramente musica "negativa", e della più pericolsa.
I più fedeli cultori di mia conosenza dicono che con
Intermission ci troviamo dalle parti di Fingerprince, e notano un accolcimento, una insolita ascoltabilità del prodotto. Sia ben chiaro, non è certo "easy-listening" e gli ignari stiano molto attenti a maneggiare simili pezzi di vinile. Ma qualche concessione c'è e chi vuole tentare il fatidico approccio farà bene a cogliere la palla al balzo: di rado i Residents sono stati più accessibili.
Nella confusione ci scappa anche qualche capolavoro (
New Hymn e The Moles Are Coming. Quanto alle voci di una imminente tournèe italiana sarà bene non farsi troppe illusioni: i Residents tengono troppo al loro alone di mistero per darci in pasto in un sol boccone tutti i loro segreti. Per ora godiamoci questo Intermission e attendiamo speranzosi di veder smentite queste previsioni.
Antonio Curtoni da Buscadero n° 24 marzo 1983

- Not Avaible
(1978) Ralph
Records rr 1174 - vinile

1. Edweena - 2. The Making Of A Soul - 3. Ship's A Going Down - 4. Never Know Question - 5. Epilogue

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

Sebbene uscito nel 1978, contiene materiale del primissimo periodo e anche all'ascolto riesce affine a Meet The Residents, anche se con tratti meno estroversi, più criptici.
Il ritardo di pubblicazione è dovuto a una scelta precisa del gruppo, in base alla sua conclamata "teoria dell'oscurità"; secondo questa provocatoria tesi, è necessario preservare la purezza dell'autore negando al pubblico la possibilità di fruire delle sue opere.
Simone Arcagni da New Wave, ed. Giunti

- The King And Eye

(1989) Ralph Records 33137 - vinile

1. Blue Suede Shoes - 2. The Baby King I - 3. Don't Be Cruel - 4. Heartbreack Hotel - 5. All Shook Up - 6. Return To Sender - 7. The Baby King II - 8. Teddy Bear - 9. Devil In Disguise - 10. Stuck On You - 11. Big Hunk O'Love - 12. A Fool Suck As I - 13. The baby King III - 14. Littler Sister - 15. His Latest Flame - 16. Burning Love - 17. Viva Las Vegas - 18. The Baby King IV - 19. Love Me Tender - 20. The Baby King V - 21. Hound Dog

Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Bruce Anderson

Produced by The Residents
Cover art by Pornographics

- God In Three Persons

(1988) Rikodisc rcd 10045 - cd

1. Main Title 3.38 - 2. Hard And Tenderly 3.44 - 3. The Thing About Then 3.25 - 4.Theirearly Years 2.43 - 5. Loss Of Aloved One 3.10 - 6. The Touch 2.08 - 7. The Service I 2.51 - 8. The Service II 1.28 - 9. Confused By What I Felt Inside 5.37 - 10. Kiss Of Flesh 9.25 - 11. Pain And Pleasure 2.00

Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Richard Mariott

Produced by The Residents
Cover art by Pornographics

- Cube-E

(1990) Torso Records 33169 - vinile

Buckaroo Blues Side

1. From The Plains To Mexico - 2. The Theme From Buckaroo Blues - 3. The Stempede - 4. The Trail Dance - 5. Bury Me Not - 6. Cowboy Walts - 7. Saddle Sores - 8. The Theme From Buckaroo Blues (reprise)

Black Barry Side
9. The Gospel Truth - 10. Shortin' Bread - 11. Black Barry - 12. Fourty-Four - 13. Engine 44 - 14. New Orleans - 15. Vodoo Queen - 16. What Am I Gonna Do - 17. Organism

The Baby King Side
18. Ober - 19. The Baby King I - 20. Don't Be Cruel - 21. Devil In Disguise - 22. Burning Love

Epilogue
23. Teddy Bear - 24. Love Me Tender - 25. The baby King XI - 26. Hound Dog/Out

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Recorded live at Het Muzicktheater, Amsterdam, Nederland March 6, 1990 and The Arena, Valencia, Spain March 29, 1990
Engineering by Tony Janssen

- Demons Dance Alone
(2002) Euroralph cd 027 - cd

1. Tongues 1.55 - 2. Mr. Wonderful 3.47 - 3. The Weatherman 3.03 - 4. Ghost Child 2.53 - 5. Caring 3.47 - 6. Honey Beer 4.11 - 7. The Car Thief 3.56 - 8. Neediness 4.08 - 9. Thundering Skies 2.51 - 10. Mickey Macaroni 2.41 - 11. Betty's Body 3.28 - 12. My Brother Paul 3.04 - 13. Baja 2.29 - 14. - The Beekeper's Daughter 2.50 - 15. Wolverines 2.45 - 16. Make Me Moo 2.51 - 17. Demons Dance Alone 3.43

Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Isabelle Barbier, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Toby Dammit, Desmond Shea

Produced by The Residents
Cover art by PoreKnow Graphics

Un artwork minaccioso introduce il nuovo lavoro dei Residents, raffigurante il tipico occhio sanguinante e sovrapposto alla figura di un demone circondato da una serie di pugni rivolti verso il basso.
Che i Residents siano da decenni ormai creatori di immagini quanto mai cupe e ossessive non è più un mistero ma in questo caso ci sembra che l'intero lavoro sia venato di un senso di smarrimento e solitudine totale mai raggiunto prima, o che comunque era sempre stato controbilanciato da una buona dose di sense of humor (noir) che rendeva l'atmosfera grottesca, distante e mai così disperata.
Nato in occasione del trentennale del gruppo ed elaborato in seguito all'11 settembre 2001,
Demons Dance Alone ripropone tematiche ed immagini care alla misteriosa entità californiana presentando ancora una volta un baraccone di personaggi improbabili, ai margini dell'immaginazione comune. Un album godibilissimo con i suoi intrecci di tastiere e chitarre, tra coretti dementi e melodie sbilenche (Mr. Wonderful), tra voci strozzate di bambini (Ghost Child), aperture melodiche trascinanti (My Brother Paul) e cantilene inquietanti (Caring).
Colpisce nei testi la continua richiesta d'amore, d'aiuto e d'attenzione, il senso di perdita che pervade l'atmosfera. Non diranno nulla di nuovo i Residents con quest'album ma rimangono sempre maestri incontrastati nel raccontare le loro storie a metà, attirandoci proprio verso tutto quello che non è detto ed è lasciato alla nostra immaginazione (sopratutto ai nostri incubi), inghiottendoci nel loro universo deforme.
Daniela Cascella da Blow Up n° 55 dicembre 2002

- WB: RMX
(2004) EuroRalph 033 - cd

1. The Mad Sawmill Of Copenhagen, Germany - 2. Baby Skeletons And Dogs - 3. Bop Bop (shoobop bop) - 4. A Merican Egg - 5. Oh Mommy Oh Daddy - 6. Peace And Love - 7. Christmas Morning Foto - 8. Maggie's Farm - 9. SnotAnd Faces Live At The Grunt Festival - 10. Sweet Meat - 11. Ohm Is Where The Art Is - 12. Sell American - 13. Love Theme From A Major Motion Picture - 14. Pie In The Sky - 15. Art, The White Elephant

Musicians:
The Residents

Produced by The Cryptic Corporation
Originally recordings 1971

La grossa novità per i Residents è il recente accordo stretto con la Mute, che darà i suoi primi frutti ad Halloween (!).
Sempre prolifici sul fronte discografico, i nostri hanno intanto licenziato due distinti progetti di remix. Il più importante - seppur dubitiamo che l'eco possa uscire fuori della cerchia dei fan - è il "restauro" del celeberrimo ma finora mai udito
Warner Brother Album, cioè il seminale nastro inviato nel '71 agli uffici della Warner Bros e da questi respinto indirizzato "ai residenti", dando avvio ad una delle più longeve leggende del pop. Seppur decisamente attualizzato nei ritmi e digitalmente "cammuffato", non si fatica a scorgere sotto le nuove manipolazioni degli "Occhi" una grezza e ingenua versione del tribale teatrino che ha reso così alieni e piacevolmente "inascoltabili" i primi dischi del gruppo.
Al confronto di questo mitico "numero 1", appare un divertimento quasi routine il pur competente lavoro compiuto dal dj tedesco Paralyzer sull'album di covers presleyane dell'89: nulla di esageratamente club-friendly, nulla di ulteriormente bizzarro, bensì solo un solido e diretto lifting elettro-ritmico per "modernizzare" una scelta rimescolata dei brani originali.
Vittore Baroni da Rumore n° 150 luglio-agosto 2004

- Gingerbread Man
(1994) EuroRalph 2129 - cd

1. The Weaver - 2. The Dying Oilman - 3. The Confused Transsexual - 4. The Sold-Out Artist - 5. The Ascetic - 6. The Old Soldier - 7. The Aging Musician - 8. The Butcher - 9. The Old Woman - 10. Ginger's Lament 

Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Diana Alden, Todd Rudgren, Molly Harvey, Isabelle Barbieri

Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graffix

- Have A Bad Day

(1996) EuroRalph 4 - cd

1. Bad Day On The Midway 1.59 - 2. Dagmar, The Dog Woman 3.30 - 3. I Ain't Seen No Rats 3.30 - 4. Tears Of The Taxman 2.50 - 5. God's Teardrops 5.14 - 6. The Seven Tattoos 3.17 - 7. The Marvels Of Mayhem 3.38 - 8. Lottie The Human Log 4.38 - 9. Ugly Liberation 6.15 - 10. Daddy's Poems 6.15 - 11. The Red Head Of Death 3.48 - 12. Timmy 3.05

Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Sharon Ludtke, Diana Alden, John Sanborn, Mark Morgan

Produced by The Residents
Cover art by Leigh Barbier

- Whatever Happened To Vileness Fats ?

(1984) Torso 204 - cd

1. Whatever Happened To Vileness Fats 4.09 - 2. Atomic Shopping Carts 2.06 - 3. Adventures Of A Troubled Heart 3.13 - 4. Search For The Short Man 1.23 - 5. The Importance Of Evergreen 6.09 - 6. Broccoli And Saxophone 2.24 - 7. Eloise 1.15 - 8. Disguised As Meat 3.02 - 9. Thoughts Busily Betraying 1.50 - 10. Lord, It's Lonely 1.31 - 11. The Knife Fight 8.55

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics

- Roadworms

(2000) Euroralph  023

1. Un-American Band 2.58 - 2. How To Get A Head 5.21 - 3. Hanging By His Hair 3.28 - 4. God's Magic Finger 3.19 - 5. Tent Peg In The Temple 4.09 - 6. Fire Fall 5.35 - 7. Cain And Abel 4.17 - 8. Dinah And The Unclean 4.04 - 9. Abraham 6.45 - 10. Burn Baby Burn 3.40 - 11. Judas Saves 8.51

Musicians:
The Residents, Mr. Skull, Molly Harvey

Produced by The Residents
Recorded at SFB Sendesaal Studio, Berlin on July 7th 1999
Engineering by Tony Janssen
Cover art by Pore No Graphics

- The Census Taker

original motion picture soundtrack
(1985) Episode ed 21 - vinile

1. Creeping Dread - 2. The Census Taker - 3. Talk - 4. End Of Home - 5. Emotional Music - 6. Secret Seed - 7. Easter Woman/Simple Song - 8. Hellno - 9. Where Is She - 10. Innocence Decayed - 11. Romanian/Nice Old Man - 12. Margaret Freeman - 13. Lights Out/Where Is She - 14. Passing The Bottle - 15. The Census Taker Return

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents

- Our Tired, Our Poor, Our Huddled Masses

(1997) EuroRalph 017 - cd

Washington cd
(Album History 1996-1981)
1. Have A Bad Day Concentrate - 2. Hunters Concentrate - 3. The Gingerbread Man - 4. Six Amber Things - 5. He Also Serves - 6. Ship Of Fools - 7. Freak Show Concentrate - 8. Cube E Concentrate - 9. God In 3 Persons Concentrate - 10. The Mole Trilogy Concentrate

Lincoln cd
(Album History 1980-1972)
1. Easter Woman - 2. Amber - 3. Red Rider - 4. Floyd - 5. The Nameless Soul - 6. Love Leaks Out - 7. The Simple Song - 8. Moisture - 9. Loneliness - 10. When We Were Young - 11. Eskimo Concentrate - 12. Costantinople - 13. Blue Rosebuds - 14. Lizard Lady - 15. Hello Skinny - 16. Fingerprince Concentrate - 17. The Third Reich'n Roll Concentrate - 18. Not Avaible Concentrate - 19. Meet The Residents Concentrate - 20.  Aircraft Damage

Jefferson cd
(Single History 1972-1997)
1. Jambalaya - 2. Don't Be Cruel - 3. From The Plains To Mexico - 4. Double Shot - 5. Harry The Head - 6. Don't - 7. The Gingerbread Man - 8. Kawliga - 9. Where Is She? - 10. Jailhouse Rock - 11. This Is A Man's World - 12. Jingle Bells - 13. Satisfaction - 14. Loser=Weed - 15. Earth Vs Flying Saucers - 16. The Beatles Plays The esidents And The Residents Plays The Beatles: Beyond The Valley Of A Day In The Life - 17. The Beatles Plays The Residents And The Residents Play The Beatles: Flying - 18. For Elsie - 19. Teddy Bear - 20. Surrender - 21. Hit The Road Jack

Roosevelt cd
(History Mistery)
1. Tryin' To Beat It - 2. Siren Song - 3. Ugly Beauty - 4. Anganok - 5. Teddy - 6. I Tried To Cry - 7. The Cry Of A Crow - 8. Struggle - 9. Spaghetti Sunda - 10. Love Me - 11. Hallowed Be Thy Ween - 12. America

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Pore Know Graphics

- Duck Stab ! / Buster And Glen
(1978) Ralph Records RR 0278  - vinile

1. Costantinople - 2. Sinister Exaggerator - 3. The Booker Tease - 4. Blue Rosebuds - 5. Laughing Song - 6. Bach Is Dead - 7. Elvis And His Boo - 8. Lizard Lady - 9. Semolina - 10. Birthday Boy - 11. Weight-Lifting Lulu - 12. Kraffy Cheese - 13. Hello Skinny - 14. The Electrocutioner

Musicians:
The Residents,
Snakefinger

Produced by The Residents
Cover art by Pore No Graphics

Si tratta del 7" ep Duck Stab, uscito uscito agli inizi dell'anno, contenente autentici piccoli capolavori di riscrittura pop, come Bach Is Dead, Elvis And His Boss e Contantinople.
In questo 'lp viene integrato con materiali inediti.
Simone Arcagni da New Wave ed. Giunti

- Animal Lover

(2005) Cryptic 470724 - cd

1. On The Way (To Oklaoma) 4.06 - 2. Olive And Gray 4.07 - 3. What Have My Chickens Done Now? 4.24 - 4. Two Lips 2.43 - 5. Mr. Bee's Bumble 3.28 - 6. Inner Space 4.15 - 7. Dead Men 3.25 - 8. My Window 5.20 - 9. Ingrid's Oily Tongue 1.55 - 10. Mother No More 3.19 - 11. Dreaming Of An Anthill (Teeming) 2.23 - 12. Elmer's Song 4.34 - 13. The Monkey Man 4.01 - 14. The Whispering Boys 4.27 - 15. Burn My Bones 6.19

Musicians:
The Residents, Molly Harvey, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Greg "FIP" Kelly, Chris Grady, Annie Reynolds, Kalonica McQuesten, Jen Tait, Cynthia Vazquez, Eric Oberthaler, R. Bhakti Klein, Isabelle Barbier

Produced by The Residents

- Tweedles !

(2006) Mute - cd


1. Dreams 3.50 - 2. Almost Perfect 4.04 - 3. Mark Of The Male 2.14 - 4. Life 3.35 - 5. Isolation 4.17 - 6. Stop Signs 6.04 - 7. Elevation 4.51 - 8. Forgiveness 1.29 - 9. Insincere 2.06 - 10. The Perfect Lover 3.30 - 11. Brown Cow 5.18 - 12. Sometimes 3.07 - 13. Ungly (At The End) 3.19 - 14. Keep Talkin' 3.47 - 15. Shame On Me 6.45 - 16. Susie Smiles 2.36

Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Gerri Lawlor, Film Orchestra of Budapest

Produced by The Residents

- The River Of Crime
(2006) Cordless col 39 - cd
1. The Kid Who Collected Crimes - 2. Gator Hater - 3. Misdelivered Mummy - 4. The Beards - 5. Termites From Formosa

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents





- The King & Eye: RMX
(2003) EuroRalph cd 031 - cd

1. Baby King 1 '25 - 2. Viva Las Vegas 4.57 - 3. Jailhouse Rock 3.05 - 4. Surrender 4.19 - 5. Devil In Disguise 2.46 - 6. Heartbreak Hotel 2.40 - 7. Big Hank'o Love 3.00 - 8. Little Sister 3.25 - 9.  Stuck On You 2.06 - 10. Burning Love 3.18 - 11. All Shook Up 3.03 - 12. Don't Be Cruel 3.46 - 13. Don't 2.18 - 14.  A Fool Such As I 3.38 - 15. Can't Help Falling In Love 2.58

Musicians:
The Residents, Bruce Anderson, Laurie Amat

Produced by The Residents
Recorded at  Little Bear Studios
Cover art by Pore Know Graphics

- Freak Show
(1990) Torso 33183 - vinile

1. Eveyone Comes To The Freak Show - 2. Harry The Head - 3. Herman The Human Mole - 4. Wanda The Worm Woman - 5. Jack The Boneless Boy - 6. Benny The Bouncing Bump - 7. Mickey The Mimbling Midget - 8. Lillie? - 9. Nobody Laughs When They Leave

Musicians:
The Residents, Diane Alden, Laurie Amat, Tony Janssen

Produced by The Residents
Engineering by Tony Janssen and The Residents
Cover art by Pour No Graphics

- Ten Little Piggies

(2009) Cryptic mvda 4924 - cd

1. Semolina - 2. The Voice Of Midnight - 3. Title - 4. Sad Saint John - 5. Tweedless - 6. In The Dark - 7. Laughing Song - 8. The Unseen Sister - 9. Hades - 10. Credits - 11. My Brother's Skin - 12. The Graveyard - 13. Talking Light - 14. Blood On The Bunny

Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, N. Cook, J. Brody

Produced by Residents

- The Ughs!

(2009) Cryptic mvda 4922 - cd

1. The Ughs! - 2. The Dancing Duck - 3. Floating Down The Nile (part 2) - 4. Squeaky Wheels - 5. The Lonely Lotus - 6. Rendering The Bacon - 7. The Horns Of Haynesville - 8. The Wondering Jew - 9. Charlie Chan - 10. In The Dark

Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, N. Cook

Produced by Residents

- Lonely Teenager

(2011) Cryptic -cd

1. Six More Miles - 2. My Window - 3. The Unceen Sister - 4. The Lizard Law - 5. The Sleepwalker - 6. The Old Woman - 7. Boxer Of Armageddon - 8. Talking Light

Musicians:
The Residents, N. Cook, G. Lawlor

Produced by The Residents
Recorded on St. Thomas

- Coochie Brake
(2011) Cryptic  mvds5294a -cd

1. Theater Of Shadows - 2. The Noche Called My Nomrbe - 3. Gotta Believe - 4. Rot Of Ages - 5. Ourside The Fence - 6. Tied To A Cactus - 7. Crocodile Tears - 8. Dead Man On The Floor - 9. Runaway - 10. Bitter Biter - 11. Please Don't Go

Musicians:
The Residents, Nolan Cooke, M Villalobos

Produced by The Residents
Recorded between the summer of 2010 and 2011
Cover art by Sammi Selmo

- Mush-Room

(2013) Cryptic mvd6074a - cd

1. Musical Chairs In 3/4 - 2. Sticks And Logs - 3. Dung Beetles At Work - 4. Broken Brake - 5. Yellow Marrow - 6. When The Wealthy Were Wise - 7. Song For Grace - 8. Between A Rock And A Hard Space - 9. The Birth Of Mush Room - 10. The Dream I Almost Remeber - 11. Only Room For One More Mush

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Poor Know Graphics

- The Bunny Boy
(2008) Santa Dog mvda4775 -cd

1. Boxies Of Armageddon 2.09 - 2. Rabbit Habbit 2.12 - 3. I'm Not Crazy 2.36 - 4. Pictures From A Little Girl 2.27 - 5. What If It's True? 2.30 - 6. Fever Dreams 1.35 - 7. Butcher Shop 2.32 - 8. I Like Black 2.21 - 9. Secret Room 3.17 - 10. My Nigerian Friens 1.57 - 11. It Was Me 1.57 - 12. Golden Guy 2.20 - 13. The Bunny Boy 2.22 - 14. Blood On The Bunny 2.11 - 15. I Killed Him 2.13 - 16. The Dark Man 2.31 - 17. Secret Message 2.36 - 18. Patmos 2.28 - 19. The Black Behind 4.42

Musicians:
The Residents, Carla Fabrizio, Nolan Cook, Joshua Raoul Brody

Produced by The Residents

- Marching To The See!

(2014) Cryptic mvd6472a - cd

1. Loser=Weed/Picnic In The Jungle (mashup) - 2. Baby Sister - 3. Give It To Someone Else - 4. Jelly Jack: The Boneless Boy - 5. Teddy - 6. The Monkey Man - 7. Struggle - 8. Mr. Lonely/The Man In The Dark Sedam (mushup) - 9. Honey Bear - 10. The Black Behind - 11. Marching To The Sea/Intermission (mashup) - 12. Dead Wood

Musicians:
The Residents, Randy Chuck

Produced by The Residents
Recorded live at Amsterdam Muziekgebouw Aan Hel Ij on may 20, 2013 Amsterdam
Engineering by Holland Studio

- Shadowland

(2014) Cryptic mvd6981a -cd

1. Freaver Dream - 2. Golden Guy - 3. Herman The Human Mole - 4. Harry The Head - 5. Benny The Bouncing Bump - 6. Judas Saves - 7. Blue Rosebuds - 8. Weightlifting Lulu - 9. Betty's Body - 10. Caring - 11. Mickey Macaroni - 12. Is He Really Bringing Roses? - 13. Melon Collie Lassie - 14. Hard And Tenderly - 15. Ship Of Fools - 15. Mourning Glories - 16. Forty-Four

Musicians:
Residents, Nolan Cook

Produced by The Cruptic Corporation
Recorded on May 10, 2014 at Nantes, France
Cover photo by Creeping Mac Kroki

- Hit The Road Jack

(1987) Torso 12032 - vinile

1. Hit The Road Jack 5.50 - 2. Hit The Road Jack 4.00 - 3. Excerpt From "For Elsie" 2.04

Musicians:
The Residents, Laurie Amat, Jeanette Sartain, Olan Jones

Produced by The Residents
Cover art by Pore No  Graphics




- Kaw-Liga

(1986) Torso 12022 - vinile

1. Kaw-Liga (praire mix) 9.28 - 2. Kaw-Liga (org.version) 4.53 - 3. Kaw-Liga (horror mix)2.06

Musicians:
The Residents

Produced by The Residents
Cover art by Pore No  Graphics