Snakefinger
(1949 - 1987)




album in pagina:

-
Chewing Hides The Sound
- Greener Postures



collabora in:

- Commercial Album
- Duck Stab! Buster And Glen
- Fingerprince
- Stars And Hank Forever
- The Tunes Of Two Cities
- Title In Limbo

  (The Residents)



Già noto per i suoi trascorsi rock blues nei Chilli Willi And The Red Hot Peppers, il chitarrista inglese Philip "Snakefinger" Lithman deve la sua fama in ambito new wave allo stretto sodalizio con i Residents e ai tre geniali album solistici pubblicati tra il 1979 e il 1982 per la Ralph del misterioso combo californiano.

Dischi bizzarri e imprevedibili nelle loro commistioni di rock, sperimentazione, pop e musica da colonne sonore, che evitano gli eccessi avanguardistici a favore di trame ritmico-melodiche sempre oblique e stimolanti.

Simone Arcagni da New Wave, ed. Giunti



- Chewing Hides The Sound
(1979) Celluloid cel 2 6556 - vinile

1. The Model 3.38 - 2. Kill The Great Raven 3.05 - 3. Jesus Was A Leprechalin 2.00 - 4. Here Come The Bums 2.51 - 5. Vivian Girls 2.07 - 6. Magic And Ecstasy 2.51 - 7. Who's The Culprit And Who's The Victim 2.59 - 8. What Wilbur 2.35 - 9. Picnic In The Jungle 4.00 - 10. Friendly Warning 2.39 - 11. I Love Mary 2.33 - 12. Vultures Of Bombay 3.02

Musicians:
Snakefinger,
The Residents, Steven Brown, Phil Culp, Don Jackovich

Produced by Snakefinger and The Residents
Cover by Pore No Graphics

Tra le "mostruosità" dell'epoca più in voga, citeremo senz'altro il "dito serpentino" di cui fa bella mostra questo giovannotto britannico (Lithman, è il cognome) che anni fa aiutò i Residents a elaborare il ben noto "rock sconvolto" e oggi, visto il successo di quelli, viene premiato con un album tutto per sè.
E' bene distinguere subito, per amore del vero, questa operina bella sciocca dalle varie
Eskimo e Third Reich And Roll dei Residents; là infatti l'accidia, il sonno appena venato da incubi, il desengagement più molle (son sempre sul punto di domandare, quei tipi; cosa dunque dobbiamo suonare?, questo o questo o questo? Meglio che no!, meglio) qui invece una decisa tendenza alla competizione, e dove se non sulle piste da ballo luccicanti, sulle autostrade battutissime del consumo. Ma, anche un filo certo che lega le diverse esperienze; la prova assidua sui timbri, la ricerca maliziosa dei rumori di un rumore che stordisca, avvinca, folgori, riscattando comunque le incertezze dell'armonia. In questa occupazione ("trovarobato elettronico), Snakefinger ci pare bravissimo; ma anche nel pestare indomito sull'incudine del "ballabile", il thud di Who's The Culprit, Who's The Victim, o Kill The Great Raven o What Wilbur?, che tra un decennio potrebbe suonare classico come oggi certe cosette di quei tali Beatles, vent'anni orsono.
E dire che sulle prime (
The Model, l'apertura) l'artista ci era parso tra i rievocatori di certa "felicità giovanile", falsario anche lui della nostalgia, come c'è nè molti. Ma quasi ci si dimentica dei titoli, altra perla del disco, segno di una viva intelligenza rara: "Gli Avvoltoi di Bombay", per esempio, o "Gesù Era Un Folletto" o, meglio per tutti, "Scampagnata Nella Giungla".
Riccardo Bertoncelli da Musica 80 n° 2 marzo 1980

- Greener Postures
(1980) Ralph sn 8053 - vinile

1. Golden Goat - 2. Don't Lie - 3. The man In The Dark Sedan - 4. I Come From An Island - 5. Jungle Princess - 6. Trashing All The Love's History - 7. Save Me From Dali' - 8. Living In Vain - 9. The Picture Makers Vs Children Of The Sea

Musicians:
Snakefinger,
The Residents, Blaine Reininger

Produced by Snakefinger and The Residents
Cover by Pore Know Graphics

Snakefinger è un personaggio alquanto enigmatico, più di quanto il suo stesso ridicolo nome vorrebbe far credere. Lo sappiamo coinvolto in affascinanti storie con i Chilli Willi e l'inseparabile amico Mysterious N. Senada.
Da quando approdò alla Ralph, fu sempre coinvolto nelle avventure dei stravaganti Residents, aiutandoli a portare avanti "poemi" come
Eskimo e Not Avaible.
Nell'Lp d'esordio, Snakefinger ci aveva affascinati con la strabigliante parodia reggae di
Kill The Great Raven, ed altri modelli musicali assai sincopati, eretti a prototipi della genialità più inusuale. Il nuovo album, Greener Postures, è stato partorito con solerzia e dedizione, con l'immancabile aiuto dei leggendari Residents. La strada scelta si differenzia alquanto dal precedente microsolco; lo sperimentalismo si fa più acciecante e vibrante, con chitarre che rimembrano qualcosa dei giorni della psicadelia, tanto il suono è distorto ed irrequieto. Nè ombre, nè dubbi alieggiano e sussistono su questo nuovo lavoro; certamente più alla mano di quello dei "cuginetti" Residents, il sound di Snakefinger si contorce su se stesso, divertendosi ad operare formule metaplastiche in alcune songs, statiche e ripetitive in altre. Golden Goat va penetrata in tutta la sua magicità; un tessuto di base sincopato e spaziale, con stili chitarristici all'antitesi, dapprima un solo viscerale e distorto, in sequenza il cristallino suono della steel, tirata alla maniera californiana. Nel brano troviamo pure reminescenze alla Residents, nell'uso della batteria e del synth. La successiva Don't Lie denota una caratteristica peculiare ed ingegnosa; il tema di base è lo stesso della precedente, suonato un'ottava più bassa. Questo è Snakefinger; trovate spesso semplici, ma geniali e inusuali. The Man In The Dark Sedan è un giocattolo perfetto in tutte le sue parti, si sviluppa meccanicamente con il suo spund futuristico; I Come From An Island riprende il riff del primo 'Lp; Jungle Princess e Trashing All The Loves Of History sono due pezzi "teatrali" e cupi, che giocano sul rapporto uomo/musica, dando un'impressione di suono emotivo e spontaneo.
Non sappiamo se
Save Me From Dalì alluda direttamente al celebre pittore spagnolo Salvator Dalì, ci sembra abbastanza ovvio; il quadretto qui composto è assai satirico ed irriverente, rivolto com'è allo stravagante maestro di pittura contemporanea. Living In Vain affascina, il ritmo ripetitivo, il sound orientaleggiante e fascinoso... Picture Makers/Children Of The Sea è l'epitafio di Greener Postures, pensiamo non ci sarà più spazio per i "normali" nel vicino futuro, si impone la "dittatura" Ralph...
Fabio Nosotti da Rockerilla n° 8 novembre 1980