Henry Cow



album in pagina:

- Legend
-
Western Culture
-
The Last Nightingale
-
Desperate Straights
(with Slapp Happy)
- In Praise Of Learning (with Slapp Happy)
- Concerts
- Duck And Cover
- Unrest
- Stockholm & Goteborg




collaborano in:

- V
- Greasy Truckers

  (AAVV)



Il migliore dei gruppi di Canterbury della metà degli anni Settanta è quello degli Henry Cow. Messi insieme nel lontano 1969, al campus di Cambridge, dal chitarrista Fred Frith (virtuoso di violino, già compositore di musiche per balletto e di un accordo di re "ad infinitun"), con Tim Hodgkinson alle tastiere, Geoff Leigh ai fiati, John Greaves al basso e Chris Cutler alle percussioni (questi ultimi due un pochino più tardi), vinsero un concorso per giovani talenti e composero un'opera rock dionisiaca sulle "Baccanti" di Euripide.

Soltanto nel 1972, contratte amicizie importanti (da Coxill a Bailey), ottennero l'attenzione che meritavano e l'anno dopo poterono incidere il primo
Legend, ispirato alle musiche di Robert Wyatt e di Frank Zappa. Il disco, per quanto riuscito, è quasi scolastico nelle sue citazioni. L'orchestralità clownwsca di Zappa fa da padrona: Nirvana For Mice sfoga le libidini fiatistiche da banda paesana del Grand Wazoo rivedute all'insegna del free jazz, di un percussionismo più fantasioso e di piccole dissonanze tastieristiche; la fantasia classiccheggiante di Amygdala deve altrettanto a Zappa nei guizzi e nei girotondi delle tastiere e delle chitarre, con anzi maggior comicità; e Teenbeat è un paradosso degno di Burnt Weeny Sandwich in tre movimenti: free cacofonico, balletto espressionista e bandismo demenziale. Al jazz-rock violento e metafisico dei Matching Mole rimanda invece The Tenth Chaffinch.

La lunga, suggestiva
Nine Funerals Of The Citizen King, pièce da camera totalmente improvvisata sia nelle parti vocali sia nelle percussioni e con pochissimi accordi utili, è fuori da questa traiettoria di musica corposa a gran ritmo e costituisce, nel suo astratto e surreale incedere, la prima premonizione della reale personalità artistica del gruppo: il suo finale di coretti da cabaret brechtiano, archi da camera e saltarelli medievali apre orizzonti sconfinati.

Il secondo album,
Unrest (1974) ripropone grosso modo gli stessi artifici sonori, ma con maggiore enfasi sull'improvvisazione di gruppo. L'ispido stile chitarristico di Frith, che è un po' il marchio di fabbrica del sound del gruppo, brilla in qualche calmo assolo, proponendosi per il suo intelligente disordine come uno dei modi chitarristici più interessanti degli anni Settanta.

Piero Scaruffi da:
Storia del Rock (dal Glam al Punk 1974-1980)
1990 ed. Arcana


- Legend
(1973) Virgin VIL 12005 - vinile

1. Nirvana For Mice (F. Frith) - 2. Amygdala (T. Hodgkinson) - 3. Teenbeat Introduction (Henry Cow) - 4. Teenbeat (F. Frith/J. Greaves) - 5. Extract From "With The Yellow Half-Moon And Blue Star (F. Frith) - 6. Teenbeat Reprise (F. Frith) - 7. The Tenth Chaffinch (Henry Cow) - 8. Nine Funerals Of The Citizen King (T. Hodgkinson)

Musicians:
Geoff Leigh, Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler

Recorded at Manor Studios, May-June 1973
Engineering by Ton "Greasy Patches" Newman and Henry Cow
Cover by Ray Smith

- Western Culture
(1978) Re dcd 1 - cd

1. Industry - 2. The Decay Of Cities - 3. On The Raft - 4. Falling Away - 5. Gretels Tale - 6. Look Back - 7. 1/2 The Sky

Musicians:
Tim Hodgkinson,
Fred Frith, Chris Cutler, Lindsay Cooper, Anne Marie Roelofs, Irene Schweizer, George Born

Recorded at Manor Etienne Conod and Sunrise Studio
Cover by Chris Culter

Con gli Henry Cow il tempo non è trascorso invano, ma è passato comunque. A testimoniare il banale assunto più che la musica del gruppo canterburiano sono la falce e il martello che si intravedono seminascosti in copertina.Western Culture, annata 1978, è stato il canto del cigno, l'ultimo album di studio prima della diaspora che avrebbe condotto i loro componenti a carriere soliste altrettanto importanti. Dopo la rottura con la Virgin e un periodo di modificazioni d'organico, il nucleo storico rimasto (Fred Frith, Cutler, Hodkingson e la Cooper) fa salire a bordo dell'ultimo battello Anne marie Roelofs (tromone e violino) per incidere una serie di nuove composizioni che al solito mescolano con guesto e inventiva l'avant rock al jazz e alla contemporanea.
Fenomeno non semplicemente musicale, gli Henry Cow rimangono degni del posto privilegiato che la storia della musica gli ha assegnato da un pezzo. Nonostante il tempo che passa.
Piercarlo Poggio da Blow Up n° 45 febbraio 2002

- The Last Nightingale
(1984) Recommended t 1984 - vinile

1. Moments Of Delight - 2. In The Dark Years - 3. Back In The Playground Blues - 4. Bittern Storm Revisited - 5. On The Beach At Cambridge

Musicians:
Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler, Lindasay Cooper, Bill Gilonis, Robert Wyatt, Adriam Mitchell

Lo sciopero dei minatori inglesi: un grande fatto di cronaca nella storia del movimento operaio. Un grande momento di battaglia. Una lunga lotta, una difficile sopravvivenza, tanta voglia di vittoria: vittoria di classe. Vittoria contro i padroni. Sconfitta del governo reazionario della Thacher. Questi gli elementi da cui nasce The Last Nightingale, che è, non solo per questo, una luminosa perla musicale. Non è importante solo perchè è un disco inciso apposta per finanziare le famiglie dei minatori inglesi; doppiamente è un'impresa importante, un gioiello del rock di oggi per gli autori e i musicisti presenti, tutti noti a chi ama l'underground.
Moments Of Delight e In The Dark Years sono eseguiti da Robert Wyatt con gli ex Henry Cow: Lindsay Cooper, Fred Frith, Chris Cutler e Tim Hodgkinson, con Bill Gilonis chitarra e basso. E' un magico e nordico jazz-rock che tutti ben conoscono, coi suoi frequenti mutamenti ritmici e con la vocalità rotonda di Robert Wyatt. E' poesia musicale intensa e perversa. E' un mondo del nord punteggiato di frammenti melodici alieni. E' una miscela di dinamite musicale con eleganti stimoli alla rivolta più cruda.
Bittern Storm Revisited è estetica Henry Cow, con quella libertà sonora selvaggia e onirica che Fred Frith illustra con la sua chitarra. Il grottesco e il selvaggio. La matrice marxista, il rock e il free. Tutto per la lotta disperata dei minatori inglesi. Adriam Mitchell e le sue liriche. E' la speranza di tutti noi in questi momenti di terrore: terrore padronale, terrore borghese. Terrore. Momenti di respiro, di gioia. Solo momenti di vita. Di Poesia. Quella di Robert Wyatt ed Henry Cow. La sola vita che possiamo sostenere: quella che ci vuole una società diversa, senza conflitti e miseria.
Franco Xibilia da Rockerilla n° 53 gennaio 1985

- Desperate Straights
with
Slapp Happy
(1982) Recommended rra 12 - vinile

1. Some Questions About Hats (A. Moore/P. Blegvad) - 2. The Owl (A. Moore) - 3. A Worm Is At Work (A. Moore/P. Blegvad) - 4. Bad Alchemy (J. Greaves/P. Blegvad) 5. Europa (A. Moore/P. Blegvad) - 6. Desperate Straights (A. Moore) - 7. Riding Tigers (P. Blegvad) - 8. Apes In Capes (A. Moore) - 9. Strayed (P. Blegvad) - 10. Giants (A. Moore/P. Blegvad) - 11. excerpt from The Messiah (Handel/P. Blegvad) - 12. In The Sickbay (D. Krause/P. Blegvad) - 13. Caucasian Lullaby (C. Cutler/A. Moore)

Musicians:
Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler, Dagmar Krause, Peter Blegvad, Anthony Moore, Mongezi Feza, Geof Leigh, Pierre Moerlen, Muchsin Campbell, Nick Evans, Lindsay Cooper

Produced by Henry Cow and Slapp Happy
Recorded at Manor Studios and Nova Sound Studios
Engineering by Simon Heyworth
Cover and litograph by Peter Blegvad

Riedizione di brani storici 1975 di due significativi gruppi dell'universo rock-jazz che fa capo alla scuola di Canterbury.
Dalle lande deserte di un nuovo Medioevo fuoriesce un suono magico, stregato, cori dadaisti e suadente voce di Dagmar Krause, cantante che ci ricorda Linder di Ludus. Si alternano brani più godibili ed altri più sperimentali e significanti: dall'estrema tristezza di
The Owl si passa al ballabile A Worm Is At Work.
Protagonisti assoluti, secondo noi, il piano di Anthony Moore, dall'estetica astratta, punteggiata di colori, ricco di sfumature, sfuggente, meditativo, i chitarristi Peter Blegvad e Fred Frith, che si lanciano in pungenti duetti d'avanguardia, il trombettista sudafricano Mongezi Feza, protagonista negli anni '60 e '70 delle formazioni del pianista Chris McGregor. Moore introduce atmosfere di vita nordica che Dagmar e gli altri approfondiscono. E' un suono dolce, quello propostoci, ma di una dolcezza aspra, che tende ad avvolgere la nostra mente. E' una musica che va amata, ascolto dopo ascolto, entrando nell'ordine di idee del Rock in Opposition anni '70, al quale appartengono anche i nostri Stormy Six. Il finale
Caucasian Lullaby è il più sperimentale brano, con lunghe pause a cui si alternano sequenze collettive dissonanti, ossessive, una musica di echi lontani, quasi senza forma, un lancio di continui messaggi disperati, che rivendicano fondamentali diritti, Desperate Straights.
Tra gli illustri collaboratori del disco ricordo ancora Geoff Leigh al flauto, Lindsay Cooper all'oboe e Nick Evans al trombone.
Franco Xibilia da Rockerilla n° 32 marzo 1983

- In Praise Of Learning
with
Slapp Happy
(1975) Virgin vil 12027 - vinile

1. War 2.24 (More/Blegvad) - 2. Living In The Heart Of The Beast 15.30 (T. Hodgkinson) - 3. Beginning: The Long March 5.58 ((Henry Cow/Slapp Happy) - 4. Beautiful As The Moon/Terrible As An Army With Banners 7.00 (F. Frith/C. Cutler) - 5. Morning Star 6.02 (Henry Cow/Slapp Happy)

Musicians:
Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler, Dagmar Krause, Peter Blegvad, Anthony Moore, Lindsay Cooper, Geoff Leigh, Mongezi Feza, Phil Becque

Produced by Henry Cow, Slapp Happy and Phil Becque
Recorded at Manor Studios, March 1975
Engineering by Phil Becque
Cover by Ray Smith

Senz'altro gli Henry Cow sono stati "geograficamente e mentalmente lontani da Canterbury", come scrivevano Al Aprile e Luca Mayer nel loro bellissimo saggio del 1980 sulla musica rock-progressiva europea. Alcune ragioni per accomunarli a Caravan, Soft Machine e soci, tuttavia, non mancano.
Formatisi nel 1968 a partire da un nucleo composto dal chitarrista Fred Frith e dal tastierista/sassofonista Tim Hodkingson, gli Henry Cow si consolidano all'inizio dei Settanta, quando ai due musicisti già nominati si aggiungono il bassista John Greaves ed il batterista Chris Cutler. Con l'aggiunta ai fiati di Geoff Leigh, il gruppo debutta discograficamente nel 1973 con
Legend.
La musica è una miscela ardita di sperimentazione, influenze zappiane, virtuosismi, atmosfera gioiosa. Se però a "gioiosa" aggiungiamo "e rivoluzionaria" si capisce dove stia la differenza principale.
Mentre tutto sommato gli artisti di cui abbiamo parlato sin qui erano apocalittici, con l'unica e vistosa eccezione di Robert Wyatt, gli Henry Cow erano dichiaratamente e totalmente schierati a sinistra. In termini creativi, questo significava volersi mantenere lontani dal sistema discografico, preferendo girare l'Europa in furgone per suonare in "situazioni" ben definite, tanto che in Italia saranno più volte graditissimi ospiti del Festival dell'Unità, e sopratutto mantenere una struttura aperta, antidivistica, antagonista. In questa prospettiva
In Praise Of Learning, del 1975, è il loro album più rappresentativo.
L'incisione è frutto della fusione in un "collettivo aperto" tra Henry Cow e Slapp Happy, un trio rock cabarettistico formato dalla cantante Dagmar Krause, dal pianista Anthony Moore e dal chitarrista Peter Blegvad. Dagmar canta come un'attrice del Berliner Ensamble di Brecht, usando tonalità acute ora epico-marziali, ora pervase da una dolente riflessività tutta mitteloeuropea. I testi sono proclami in poesia, gli strumenti viaggiano tra furori, oasi di dolcezza, stacchi durissimi, cabaret ed avanguardia, mantenendo una coesione stupefacente.
L'apice del disco è rappresentato da
Beautiful As The Moon - Terrible As An Army With Banners, in cui pare che William Blake incontri Karl Marx, su musica di limpidezza eguagliata solo dal miglior Robert Wyatt. Non a caso quest'ultimo si esibirà col gruppo del 1975 in tre concerti europei, tra cui quello italiano a Roma, in una Piazza Navona gremita.
Se il desiderio di libertà espressiva, la voglia di sperimentare e qualche nuvoletta di fumo imparentavano gli Henry Cow alla congrega del Kent, da quest'ultima li divideva una concezione "militante" del proprio ruolo che nelle "terre del grigio e del rosa" trovava pochi proseliti. (...)
Michele Paparelle da Buscadero n° 179 aprile 1997

- Concerts
(1977) Broadcast bc 2 - vinile

1. Beautiful As The Moon: Terrible As An Army With Banners - 2. Nirvana For Mice - 3. Attawa Song - 4. Gloria Gloom - 5. Moon Reprise - 6. Bad Alchemy - 7. Little Red Riding Hood Hits The Road - 8. Ruins - 9. Oslo - 10. Groninger - 11. Udine - 12. Groningen Again

Musicians:

Geoff Leigh, Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler, Dagmar Krause, Lindsay Cooper, Robert Wyatt

Recorded at The New London Theatre on 21st may 1975, Palamostre Auditorium of Udine on 13th October 1975 and Hovikkoden Arts Centre, Oslo on 25th July 1975

- Duck And Cover
(1985) Re 0102 - vinile

1. Duck And Cover - 2. Mustery Tapes - 3. Marzfeber - 4. Fluent - 5. Battle-Painting's Song - 6. The Day When Truth Was Not Existed

Musicians:

Fred Frith, Chris Cutler, Tom Cora, Heiner Goebbels, Alfred Harth, Dagmar Krause, George Lewis, John Oswald, Connie Bauer


- Unrest
(1974) East Side Digital esd 80492 - cd

1. Bittern Storm Over Ulm (F. Frith) 2.44 - 2. Half Asleep; Half Awake (J. Greaves) 7.39 - 3. Ruins (F. Frith) 12.00 - 4. Solemn Music (F. Frith) 1.09 - 5. Linguaphonie (Henry Cow) 5.58 - 6. Upon Entering The Hotel Adlon (Henry Cow) 2.56 - 7. Arcades (Henry Cow) 1.50 - 8. Deluge (Henry Cow) 5.52 - 9. The Glove (Henry Cow) 6.35 - 10. Torchfire (Henry Cow) 4.48

Musicians:

Tim Hodgkinson,
Fred Frith, John Graves, Chris Cutler, Lindsay Cooper

Produced by Henry Cow
Recorded at Manor Studios, Feb/Mar. 1974
Engineering by Phil Becque and Andy Morris
Cover by Ray Smith

- Stockholm & Goteborg
(2007) ReR  hc 12 - cd

1. Stockholm 1 - 2/6. Erk Gah (Aka Hold To The Zero Burn) - 7. A Bridge To Ruins - 8. Ottawa Song - 9/11. Goteborg 1 - 12. No More Songs - 13. Stockholm 2 - 14. The March

Musicians:

Tim Hodgkinson,
Fred Frith, Chris Cutler, Lindsay Cooper,  George Born, John Graves, Dagmar Krause

Recorded in Sveriges Radio on 1975 and 1977

Parte di un più ampio cofanetto che comprende ben 9 cd e 1 dvd, anche Stockholm & Goteborg offre ai forse non numerosissimi  ma certamente molto afffezionati fan degli Henry Cow, una buona mole di materiale inedito, pubblicato ora, in occasione dei quarantanni della nascita del gruppo di Chris Cutler e compagni. Del box fanno parte ripescaggi vari, sessioni live e qualche esibizione radiofonica.

In questo caso siamo in Svezia tra il 1975 e il 1977 con la classica formazione e alcuni elemento meno stabili come Greaves, Cooper e la violoncellista Georgie Born. L'approcio dal vivo del gruppo, come dimostrano altre registrazioni, si smarca visibilmente rispetto al cabarettismo di ascendenza brachtiana dei più noti dischi Virgin a vantaggio di un'apertura totalizzante nei confronti dell'improvvisazione, da una parte,, e della macroforma di impianto atonale, dall'altra, come Erk Gah di Hodgkinson, personaggio che in questa session tra organo, sax alto e nastro magnetico gode di una certa centralità. A delimitare gli orizzonti ideologici del gruppo (in allegerimento ai contenuti musicali) la cover di No More Songs di Phil Ochs. Per trovare un po' di allegria pastorale bisogna andare dalle parti di Frith con The March che più che richiamare un corteo rimanda ai più sereni lidi wyattiami del post Rock Bottom.
Michele Coralli da Blow Up n° 127 dicembre 2008