Don Cherry



album in pagina:

-
Brown Rice
- El Corazon
(with Ed Blackwell)
- Eternal Rhythm
-
Old And New Dreams
- Hear And Now
- Relativity Suite




collabora in:

- Togetherness
  (Gato Barbieri)

- Bitter Funeral Beer
  (Bengt Berger)

- Liberation Music Orchestra
  (Charlie Haden)

- Review
  (Michael Mantler)

- Grazing Dreams
- Codona

  (Collin Walcott)



- Brown Rice
(1976) EMI C 064-18107 - vinile

1. Brown Rice (Cherry) - 2. Malkauns (Berger-Cherry) - 3. Chenrezig (Cherry) - 4. Degi-Degi (Cherry)

Musicians:
Don Cherry,
Charlie Haden, Billy Higgins, Frank Lowe, Ricky Cherry, Bunchie Fox, Verna Gillis, Hakim Jamil. Moki

Produced by Corrado Bacchelli
Recorded at The Basement Recording Studios - 112 Greene Street New York and Grog Kill - Woodstock
Engineering by Kurt Minkacsi and Michael Mantler
Cover by Moki

"Questo particolare disco inizia con un mantra e finisce con i ritmi danzanti di uno strumento a corde africano. Da un capo all'altro del disco si può ascoltare il fondersi della musica del terzo mondo con il misticismo di strumenti occidentali".
Queste note di copertina dell'edizione america di
Brown Rice riescono ad inquadrare perfettamente l'incandescente e mutevole materia musicale allestita da Don Cherry e dai suoi accompagnatori nei solchi di questo disco del 1976. Erano passati diciassette anni da quando questo allora giovane trombettista, il contrabassista Charlie Haden e il batterista Billy Higgins, sotto la guida del sassofono di Ornette Coleman, avevano portato ogni sera per mesi e mesi al Five Spot di New York la musica oltre ogni galassia fino ad allora udita da orecchio umano, battezzandola con il nome di free jazz.
Dopo quegli esordi Don Cherry aveva percorso per anni la strada della liberazione delle note sempre a fianco di Ornette Coleman, poi all'inizio dei '70 aveva cominciato autonomamente a esprimere in musica la sete di misticismo che nel frattempo lo aveva pervaso e il conseguente interesse per le culture orientali.
Prima di questo disco Cherry aveva già presentato i suoi esperimenti di fusione con la musica dell'Oriente nel doppio
Organic Music e in Relativity Suite, ma è con Brown Rice che lo stile si fa più sicuro e diventa un linguaggio autonomo ed estremamente innovativo all'interno dell'espressione jazzistica.
Come compagni d'avventura Cherry richiama con sè Higgins e Haden e, come già era avvenuto anni prima nell'ambito del free-jazz colemaniano, costoro lo assecondarono benissimo. Si alternano poi nell'organico dei vari pezzi Frank Lowe, straordinario al sassofono tenore, Ricky e Moki Cherry, Verna Gillis alla voce nel brano che offre il titolo all'album, Bunchie Fox ai bonghi elettrificati e Hakin Jamil che sostituisce Haden in
Chenrezig.
Il disco si apre proprio con
Brown Rice, un mantra basato sulle note iterative di due piani elettrici. Il basso acustico di Charlie Haden sdoppiato sullo spettro stereofonico (con il wah wah) e gli innesti della voce da sirena di Verna Gillis. Su tutto la voce del leader sussura un lungo elenco di alimenti naturali e macrobiotici, dal riso integrale (brown rice appunto) al miso e così via, tanto per far capire come le scelte artistiche fossero anche scelte di vita e viceversa.
Il successivo
Malkauns si snoda su una splendida performance di Haden che inserisce perfettamente le linee ipnotiche e riflessive del suo contrabasso sul tappeto sonoro creato da Moki con la tampoura, fino allo squillante unisono della batteria di Higgins con la tromba del leader che lentamente si riacqueta per scomparire di nuovo.
Ma è in
Chenrezig che si raggiungono i massimi livelli espressivi, a cominciare da Hakim Jamil che con il suono saturo del suo baddo offre per tutto il brano una sinuosa massa di note capace sia di assecondare la voce salmodiante di Cherry sia di fungere da pulsante e vitale sfondo sonoro. Il brano si muove a ondate con vari movimenti alternati fino all'esplosione finale dove su un tempo di boogie, sottolineato dal piano di Ricky Cherry, parte la voce del sassofono di Lowe, strozzata per l'energia fin lì accumulata, che riesce finalmente a dispiegarsi in tutta la sua devastante potenza.
Infine
Degi-Degi dal sapore più acremente etnico, condotto nuovamente dalle corde acustiche di Haden (anche qui trattate con il wah wah), come una danza tribale, punteggiata dai sussurri carismatici del leader e dalle vere e proprie urla sassofonistiche di Lowe.
Anche la parte tecnica dell'album è di tutto rispetto: tre brani furono registrati da Kurt Munkacsi, ingegnere del suono da sempre collaboratore di Philip Glass, e
Chenrezig venne registrato dal jazzista Michael Mantler. L'opera ha goduto di una certa popolarità, contribuendo alla diffusione del nome di Don Cherry fuori dagli ambiti più strettamente jazzistici in cui fino ad allora si era trovato.
Venne organizzata una tournèe promozionale con il palco allestito dai multicolori drappeggi che si possono ammirare sulla copertina europea dell'album e realizzati dalla moglie di Cherry, Moki, così da portare un ulteriore tocco di multimedialità all'opera, già musicalmente notevole.
Dopo
Brown Rice Cherry non ha più abbandonato la strada della fusione etnica se non per sporadici episodi: anzi ha allargato ulteriormente il suo raggio d'azione collaborando con musicisti provenienti da varie etnie con risultati comunque ottimi.
Antonello Antonelli da World Music n° 6 - nov/dic. 1991

- El Corazon
(1982) ECM 1230 - vinile

1. Mutron (D. Cherry) 14.57
a) bemsha swing (T. Monk) - b) solidarity (D. Cherry) - c) arabian nightingale (D. Cherry)
2. Roland Alphonso (R. Alphonso) 3.10 - 3. Macondi (D. Cherry) 3.46 - 4. Street Dancing (E. Blackwell) 2.15
5. Short Stuff
(E. Blackwell) 7.23
a) el corazòn (D. Cherry) - b) rhythm for runner (E. Blackwell)
6. Near-In (E. Blackwell) 6.38 - 7. Voice Of The Silence (D. Cherry) 5.31

Musicians:
Don Cherry, Ed Blackwell

Produced by Manfred Eicher
Recorded at Tonstudio Bauer, Ludwigsburg on February 1982
Engineering by Martin Wieland

"Una musica strumentale indipendente dalle funzioni verbali, nel senso della musica 'assoluta' europea è quasi completamente sconosciuta all'indigeno africano (...). Tutta l'attività verbale, che sia nella vita sociale quotiziana o nella religione o nella magia, viene ritmicizzata". Questi basilari elementi per la comprensione dello sviluppo del jazz come recupero dei concreti valori della vita africana, fornitici da Gunther Schuller, sono chiave di lettura del disco che vi presento.
Don Cherry e Ed Blackwell riprendono il vecchio discorso portato avanti nel '69 con lo splendido
Mu (etichetta BYG): il folklore africano e il folklore orientale si fondono in un mirabile intreccio di echi e suoni. El Corazon si riallaccia, dimostrando come i due freejazzmen protagonisti del freejazz di Coleman mantengano intatta la loro vena creativa. Blackwell propone un unico tappeto poliritmico che lega senza pause tutti i brani, come in Mu, mentre Cherry passa alla tromba al piano all'organo con intatti risultati. La tromba è drammatica, aspra, più ruvida dell'ovatta davisiana, con sonorità meno ironiche rispetto all'arte di Lester Bowie, più derivazione dal tortuoso incedere colemaniano.
Significativi sono
Mutron, un old free di sapore popolare, Bemsha Swing di Monk, in cui Cherry al piano ripercorre pause e dissonanze in un alienato mèlange di asperità sintattiche, Solidarity, dove è la coscienza dei neri a fare da padrona, con i tamburi che chiamano a raccolta, incitano all'azione contro l'oppressione, Makendi, organo evocativo con ritmica reggae, ricerca sulla musica popolare dell'Africa; a parte è il discorso sui brani come El Corazon e Voice Of The Silence in cui Cherry si esprime con un susseguirsi di pause e frenetiche riprese, dando l'impressione, talora, di un meditativo ripiegamento: il secondo brano è addirittura un insieme di tentativi melodici che hanno tragicamente termine in un urlo strozzato, che è la fine dell'Lp: impossibilità espressiva, emarginazione sempre più profonda. Nei rimanenti brani esplode il fraseggio percussorio di Blackwell, un incredibile variare di frasi e linguaggi, di grossa compattezza semantica, un gioco di colori che fiorisce incessantemente per tutto il disco, facendo di Blackwell il poeta della percussione.
L'influsso arabo immerge infine l'opera in un messaggio internazionalista, che Don Cherry da vent'anni non dimentica, nonostante i pareri della critica benpensante. (...)
Franco Xibilia da Rockerilla n° 31 febbraio 1983

- Eternal Rhythm
(1969) Basf mps 15204 - vinile

1. Eternal Rhythm (part one) 17.45
a)baby's breath - b) sonny sharrock - c)turkish prayer - d) crysal clear (exposition) - e) endless beginnings - f) baby's breath (unaccompained)
2) Eternal Rhythm (part two) 23.37
a) autumn melody - b)lanoo - c) crystal clear (development) - d) screming j - e) always beginnings

Musicians:
Don Cherry, Albert Mangelsdorff, Eje Thelin, Bernt Rosengren, Sonny Sharrock, Karl Beger, Joachim Kuhn,
Arild Andersen, Jacques Thollot

Produced by Joachim E. Bernd
Engineering by Guenther Bahr
Cover by Heinz Bahr

- Old And New Dreams
(1977) Black Saint bsr 0013 - vinile

1. Handwoven (O. Colenan) 6.53 - 2. Dewey's Tune (D. Redman) 5.52 - 3. Chairman Mao (C. Haden) 7.33 - 4. Next To The Quiet Stream (D. Cherry) 6.42 - 5. Augmented (D. Cherry) 10.05 - 6. Old And New Dreams (D. Redman) 6.26

Musicians:
Don Cherry,
Charlie Haden, Dewey Redman, Eddie Blackwell

Produced by Giacomo Pellicciotii
Recorded at Generation Sound Studios, New York
Engineering by Tony May
Cover photo by Valerie Wilmer

- Hear And Now
(1977) Atlantic sd 18217 - vinile

1. Mahakali (D. Cherry) 9.52 - 2. Universal Mother (D. Cherry) 6.42 - 3. Karmapa Chenno (D. Cherry) 7.15 - 4. California (D. Cherry) 2.52 - 5. Buddha's Blues (D. Cherry) 3.39 - 6. Eagle Eye (D. Cherry) '56 - 7. Surrender Rose (N.M. Walder) 3.32 - 8a. Journey To Milarepa (D. Cherry) 10.17 - 8b. Shanti (D. Cherry) - 8c. The Ending Moviment Liberation (S. Samole)

Musicians:
Don Cherry, Michael Brecker, Stan Samole, Lenny White,
Collin Walcott, Moki Cherry,  Ronald Dean Miller, Raphael Cruz, Narada Michael Weldon, Cliff Carter, Neil Jason, Steve Jordan, Lois Colin, Sammy Figueroa, Cheryl Alexander, Tony Williams, Marcus Miller

Produced by Narada Michael Walden
Recorded at Electric Lady Studios on December 1976
Engineering by Dave Whitman
Cover by Mark Meloy

- Relativity Suite
(1973) Jcoa j 2001 - vinile

1. Tantra 8.00 - 2. Mali Doussn'gouni 5.40 - 3. Desireless 1.22 - 4. The Queen Of Tung-Ting Lake 4.30 - 5. Trans-Love Airways 6.50 - 6. Infinite Gentleness 3.22 - 7. March Of The Hobbits 3.38

Musicians:

Don Cherry,
Charlie Haden, Charles Brackeen, Carlos Ward, Frank Lowe, Dewey Redman, Sharon Freeman, Brian Trentham, Jack Jeffers, Leroy Jenkins, Joan Kalish, Nan Newton, Pat Dixon, Jane Robertson, Carla Bley, Ed Blackwell, Moki Cherry, Selene Fung, Paul Motion

Produced by Don Cherry
Recorded at the Blue Rock Studio, New York City on February 14, 1973
Engineering by Eddie Korvin
Cover by Moki