Simple Minds



album in pagina:

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New Gold Dream



Assieme agli U2, uno dei gruppi più importanti e influenti degli '80, anche se a differenza dei primi non sono riusciti a imprimere una svolta musicale che tenesse conto del mutare dei tempi. Come la band di Bono anch'essi arrivano dai margini della scena (in questo caso Glasgow, Scozia) e come loro affondano le radici in quel fervido momento del punk e del postpunk in cui sembrava si aprisse la via a proposte musicali nuove e differenti e il fermento convogliava parecchie energie giovanili nel rock.

I Simple Minds decidono da subito di discostarsi dal punk e proporre un rock melodico capace di composizioni raffinate, memori della tradizione pop e del rock romantico, accostandosi però anhe alla tendenza techno pop in auge nel periodo. Perciò si gettano nella mischia con Jim Kerr alla voce, Charles Burchill alla chitarra e Brian McGee alla batteria, a cui si aggiunge dal 1978 Michael McNeil alle tastiere. La formazione si stabilizzerà poi con l'aggiunta di Derek Forbes al basso.

Prodotti da John Leckie, che li seguirà per tutto il primo periodo, nascono i primi dischi: ancora grezzi, vagamente pop, romantici e rock. In essi comincia però a delinearsi il sound che caratterizzerà il momento della maturità, con arrangiamenti ricercati ed eleganti, linee marcatamente melodiche e la voce di Kerr suadente ed evocativa. La metà del decennio regala parecchi successi e l'entrata della band nell'empireo delle star.

Simone Arcagni da New Wave, ed. Giunti


- New Gold Dream
(1982) Virgin VIL 12230 - vinile

1. Someone Somewhere In Summertime - 2. Colours Fly And Cathetine Wheel - 3. Promised You A Miracle - 4. Big Sleep - 5. Somebody Up There Likes You - 6. New Gold Dream - 7. Glittering Prize - 8. Hunter And The Hunted - 9. King Is White And In The Crowd

Musicians:
Charles Burdaril, Drek Forbe, Michael MacNeil, Jim Kerr, Mike Ogletrg, Mel Gayner, Kenny Hyslop,
Harbie Hancock

Produced by Peter Walsh
Engineering Peter Walsh
Cover by Malcolm Garrett

Solo un piccolo grande sogno destinato a risvegliare l’amore, purificare il sangue e sconfiggere la morte. Così fu nella preistoria per il cavernicolo adolescente ipnotizzato dai profumi della notte estiva, così è stato per il blouson noir stregato dalle cromature di ogni nuova motocicletta, così sarà per ogni nuovo nome dato ad un antico eroe.
Someone Somewhere Summertime è un arrivo a notte fonda a Santorini, l’inizio dell’avventura che non si vuole chiamare per nome, il fuoco che brucia le pagine del diario. I Simple Minds sono ottimi musicisti e hanno raggiunto una maturità compositiva ed espressiva che valorizza ogni soluzione utilizzata nel passato, applicandola alle premonizioni di un magico futuro. Colours Fly And Catherine Wheel si libra nel calore della timidezza già divenuta gioia quando, nella folla ondeggiante di una notte qualunque, i nostri occhi si incontrano e scoprono di appartenersi. Musica sinuosa per pelli liscie, il basso dipinge ed il synth scintilla. Promised You A Miracle e Glettering Prize sono stati pubblicati come singoli. Sono entrambi amori vincenti, cronache di giovani amanti; Jim Kerr e compagni fotografano l’eternità, suscitano emozioni e passioni, dimostrano come l’attesa sia più importante del momento finale.
Ogni loro canzone pare pervasa di interrogativi inespressi, reazioni del subconscio, desideri onirici che si concretizzano nel fortissimo magnetismo emanante dall’opera. Pare che i Simple Minds risplendano dentro ad un garage, nel pieno di un gran brano, mentre i punks proiettano sul muro i video delle loro storie d’amore. Tittle-tracks in assoluto, è questo lo stile di un gruppo ormai fondamentale. Unica e forse irripetibile, la canzone si inalbera come un puledro, sfreccia come un raggio di luce solare. I magazine si commuovono nel limbo. Comincia veramente una nuova era, i significati si trasformano in ipotesi, il comportamento non è più adattamento, ma sperimentazione; il nuovo senso dei rapporti si manifesta attraverso gesti teneri, sguardi intensi e musiche sublimi.
Big Sleep segue la classica cadenza dell’inno sognante adatto a tutti gli incontri, per indovinare la forma delle nubi ed il sapore della pioggia. Someone Upthere Likes You, strumentale notturno, glorioso e malinconico, giocato su grandiosi scenari elettronici: qualche analogia con Theme For Great Cities.
Harbie Hancock si produce in un assolo nel brano intitolato
Hunter And Hunted: è una summa di situazioni esistenziali per così dire ravvicinate; il genere di crociera che attraversa serate invernali, locali affollati, parchi silenziosi, e tinge di sangue le luci del sogno. Forse la serenità non contempla la consapevolezza, ma certo ne esalta la bellezza e crudeltà.
King Is White And In The Crow potrebbe essere una profezia, la strategia di una mistica partita a scacchi o un semplice omaggio orientaleggiante a Mr. Andy Warhol e alla sua corte dei miracoli mondani. Suggestivo e struggente come ogni buon prodotto dei Simple Minds. Il pigiama a righe bianche e azzurre, rifties ed oversize, accanto alla radio trans-oceanica, al cartone di applejuice ghiacciato, ai giornali sparsi sui vestiti sparsi sul pavimento.
New Gold Dream invoca la luna, assorbe nel sogno con la forza dell’immaginazione, stimola i sensi ed i pensieri. È importante per la nuova forma di comunicazione che stabilisce, per il clima intenso che riesce ad evocare, per la felicità che dona ad ogni nuovo ascolto.
Simple Minds oltre la poesia, in un gesto artistico di rara incisività che sancisce definitivamente il valore e l’importanza della band. Angeli e demoni nella cattedrale, spettri gentili e draghi sui doccioni, auree creature catturate dal turbine della danza nel culmine della notte: non soli contro un mondo ostile, non ostili ad un mondo solitario. Semplicemente e mentalmente uniti nella compressione del cambiamento, nei tentativi dell’amore, nel sacrificio della conoscenza.
Con il “nuovo sogno d’oro” la passione travolge le regole e l’alba brilla nell’iride arrossata.
Alessandro Calovolo da Rockerilla n° 28 novembre 1982