Massacre



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- Killing Time


- Killing Time
(1981) Celluloid cel 6597 - vinile

1. Legs - 2. Agin With Dignity - 3. Subway Heart - 4. Killing Time - 5. Corridor - 6. Lost Causes - 7. Not The Person We Knew - 8. Bones - 9. Tourism - 10. Surfing - 11. As Is - 12. After - 13. Gate

Musicians:
Fred Frith, Bill Laswell, Fred Maher

Produced by Massacre
Recorded live at 24 Rue Dunois, Paris, France on April 1981 and at OAO Studio, Brooklyn, New York
Engineering by Jean-Marc Foussant, Martin Bisi and Greg Curry
Cover by Jan Luss and Thi-Linh Le

Una forte tensione pervade il procedimento di questo 'Lp, effetto della collaborazione dell'inglese Fred Frith -Uomo-Chitarra con la sezione ritmica dei Material (Bill Laswell al Basso e Fred Maher alla batteria). Il regista di Killing Time appare immediatamente Fred Frith che utilizza qui interamente la sua tecnica e la sua esperienza.
Un universo di tratti, linee e urti suggestivi irrelati con il confine jazz, una giostra di viaggi instabili condotti con efferata irruenza ad effetto centripedo, un'aggressività che il ritmo impone all'arco degli accenti per foggiare un blocco sonante unico e compatto; accordi in continua accelerazione gettati, come cubi di metallo, contro l'esile maglia del tessuto melodico.
In
Killing Time il gruppo esplica i fervori di una sensibilità elettro-acustica coniugata con i furori del cinetismo funk derivato dai Material, fornendo una musica basata sull'impeccabile abilità dei musicisti.
I brani, tutti strumentali, si avvalgono di soluzioni ritmiche intransigenti e tutto indica una continuità nella forma intorno ad un medesimo tema: intrecciare variegate costruzioni ritmate ad infinitum fino ad estrarne astratte figurazioni armoniche. I Massacre adempiono a questa prefigurazione mettendo in moto i meccanismi dell'improvvisazione jazz, geometrizzando le convenzioni, dando vita ad un gioco di pura contemplazione musicale. Potremmo definirle "elegie elettriche" o "cifre inconfondibili di visioni tecnologiche". In questo senso Killing Time va ascoltato come un album di acrobazie strumentali, vive ed energetiche, stimolate da continue effusioni di maestria.
I brani, nel corso dell'arte di Fred Frith, rappresentano una addizione di episodi neurotici, di ombre elettriche, da godere come in un allestimento in perenne ricerca.
Beppe Badino da Rockerilla n° 21 febbraio 1982