Walter Marchetti



album in pagina:

- Per La Sete Dell'orecchio
- Natura Morta
- Vandalia
- Utopia Andata E Ritorno
- De Musicorum Infelicitade
- Antibarbarus
- Nei Mari Del Sud. Musica In Secca



Walter Marchetti, nato nel 1931 a Canosa di Puglia, è professore di Eventologia nella Facoltà di Arti Avanzate dell'Università di Hoggar, terra desolata.

Dopo aver compiuto, nei lontani anni '50, ricerche sul movimento degli "Artisti sintetici della libertà" (i quali non potevano accettare l'inesorabilità dell'Entropia quale destino finale di
tutte le cose), pubblica a Madrid nel 1968 Arpocrate Seduto Sul Loto, un vero e proprio trattato di Eventologia.

Egli si racconta così: <<Fin dai primi anni della mia vita sono stato condannato a lavorare e mi son visto, di volta in volta, vendemmiatore, muratore, sellaio, vinaio, tranciatore, tornitore, saldatore di carter per moto e
biciclette, operaio specializzato in una vetreria industriale, impiegato alle poste e telegrafi, venditore di musica e dischi, consulente musicale, tecnico del suono, traduttore, responsabile di una galleria d'arte, compositore in una tipografia, imprenditore, ecc.

In musica, tengo a precisarlo, sono autodidatta, quantunque ci siano stati tentativi di fare studi musicali seri e rigorosi, ma, poi, la cosa non mi sembrò
affatto seria.

Nel 1954-55 incontrai Bruno Maderna, grande musicista e grande amico, che mi diede una mano e a cui rimasi sempre legato da una vera e profonda amicizia, nonostante la rottura avvenuta nel 1958 come conseguenza della "calata" di John Cale in Europa; anche se fu proprio lui a spingermi nella "gabbia". Infatti da allora, tutto fu un'altra cosa.

Da più di quarant'anni mi lega una grande amicizia a Juan Hidalgo, con il quale ho collaborato per molto tempo realizzando a quattro mani un'infinità di progetti nella e fuori della musica>>.

Nell'inverno del 1960, Walter Marchetti soggiorna alle Nuove Ebridi. Qualche anno più tardi si trasferisce in Spagna dove nel 1964 con Juan Hidalgo dà vita al gruppo ZAJ. Dopo
un lunghissimo periodo trascorso in una miriade di luoghi disseminati nel mondo, sempre coinvolto in attività musicali e non, rientra in Italia a Milano, dove vive e lavora. Nel 1974 pubblica il suo primo disco, La Caccia, nel 1977 In Terram Utopican, nel 1984 Per La Sete Dell'Orecchio, nel 1989 Natura Morta, sempre nello stesso anno Vandalia e la nuova versione di Per La Sete Dell'Orecchio, 1996 Suoni Dentro Suoni, nel 1998 Antibarbarus, nel 1999 Nei Mari Del Sud, Musica In Secca e nel 2001 De Musicorum Infelicitade, a cui fece seguito nel 2003 la pubblicazione del libro omonimo. Utopia Andata E Ritorno è l'opera musicale più recente realizzata da Marchetti, pubblicata nel 2006 in doppio compact disc. Ha inoltre curato la traduzione italiana delle conversazioni di John Cage con Daniel Charles (Per Gli Uccelli, Milano 1977) e quelle di Marcel Duchamp con Pierre Cabanne (Ingegnere Del Tempo Perduto, Milano, 1979). Da oltre trentanni è presente con le sue opere nelle più importanti manifestazioni internazionali musicali e derivati e, a suo dire, si è sempre coperto di vergogna, pur essendone felicissimo(...)
Ed. Studio Dabbeni,
 Lugano n° 64-65 2007

Un Pensiero Personale
Conobbi Walter molti anni fa quando ero poco più di un ragazzo, mi si presentò davanti ai miei occhi un uomo apparentemente rude, orso, ma subito capii che era solo una parvenza data dalla mia emozione.
Mi trovavo difronte ad un uomo colto, dolce, generoso, estremamente provocatorio e meravigliosamente paterno.
Per anni avevo desiderato di conoscerlo. Era stato lui a "sturarmi"  le orecchie attraverso i dischi della sua etichetta discografica, la Cramps, quei dischi "maledettamente" colti e impertinenti che mi aprivano nuovi orizzonti auditivi.
Di questo lo ringrazio. La sua amicizia, la sua musica e la sua arte sono stati i  contributi più importanti che ho avuto nella crescita della vita.
A Walter Marchetti  e a Loriana Castano -la dolcissima "lady"- con tanto affetto.

Oscar Piaggerella


- Per La Sete Dell'Orecchio
(1983) Cramps crscd 033 - cd

1. Per La Sete Dell'Orecchio 27.31 - 2. Dal Nulla E Verso Il Nulla 22.48 - 3. Song For John Cale 12.02

Produced by Coperativa Nuova Intrapresa
Cover by Loriano Castano

Per La Sete Dell'Orecchio può vantare almeno due antecedenti storici implicanti nel contempo il ruolo di presupposto poetico: il Preludio In Re Bem. Magg. di Chopin e il Lied Der Junglin An Der Quelle di Schubert; in entrambi il gocciolio è condizione di vita, sofferta nel caso del melanconico polacco, lieta di speranze nel sorriso del divino Franz, il quale ode, in esso, il nome amato di Luise. Da allora sono passati quei centocinquant'anni che hanno visto la formulazione del pensiero di Marx, di Freud, di Gandhi, ma che, a diverse latitudini e in molteplici occasioni inique esplosioni di terrifica  aggressività, che poi la storia, complice, definirà delitti contro l'umanità; a tale livello di organizzazione l'uomo non aveva mai spinto la propria oscura volontà di dolore e di morte: s'è così arroventato il crogiuolo di un destino collettivo in cui è francamente rischioso alimentare speranze, ma anche concedere assoluzioni a chicchessia, se non di comodo, interessate.
Le liriche gocce romantiche si sono inturgidite di suono nel tempo, hanno acquisito peso e consistenza divenendo materia greve, e ora risuonano lucidamente, all'impatto con l'elemento liquido, in un clima lontano, arcano; le dure gocce di Walter Marchetti cadono nel profondo pozzo del passato, di un passato assoluto: le onde sonore si allargano, ed è il suono primordiale, il primo suono, reso fisicamente propagabile dall'atmosfera appena condensata: il mondo del suono, che si affaccia alla storia, è subito assurto a musica anche per il sorprendente aggancio -nel tempo rotondo in cui fluiscono gli episodi dell'uomo- alle poetiche testimonianze.
Ecco che la prodigiosa rotondità del tempo concede agli odierni ciotoli di Walter Marchetti di vantare un assoluto anticipo sul più illustre gocciolio apparentemente antecedente; anticipo d'autorità, anche per la determinazione con cui l'autore estromette il parametro storico dal suo pensiero vero: un colpo di spugna sul brutto della cultura e sul male della storia. E' una volontà di chiarezza in un mondo di inestricabili, allucinate relazioni e compromessi colpevoli, quale è andato aggregandosi -pazzo e suicida- il nostro, quello cui siamo condannati. Il riferimento è imprescindibile, poichè il salto a ritroso offre un metro per valutare lo stadio di involuzione dell'odierna tragedia.
La prova risiede proprio nella capacità dell'orecchio del giovane schubertiano di riconoscere nel gocciolio il nome dell'amata, e nell'intravvedere noi, nel tonfo e nei suoi echi, l'aereo fungo.
Il ciotolo che cade, e il caleidoscopio sonoro cui dà luogo, è un'invenzione -non un pretesto letterario- che, più che dissetare, sazia l'orecchio con una fantastica serie di varianti incorniciate in una struttura assai ampia per ritmo e timbri: circumnavigando l'orbe temporale e spaziale delle "vittorie" antropomorfiche, Walter Marchetti riconquista il suono nascente nelle sue concentriche onde -la stereofonia è un artificio di futuribili mistificazioni- ed attribuisce dunque ad esso una dignità estatica candidamente sganciata da ogni complice espressività, come in
Da Nulla E Verso Il Nulla i cui materiali si attivano girando in tondo, anche e sopratutto perchè non c'è altro di meglio da fare.
Il gioco è bello e dura a lungo, tanto da insospettire: non si tratta infatti di un gioco, ma della metafora tragica e disarmata con cui un veggente denuncia la condizione di un'umanità avvelenata, malata di malvivere, disagiata e afasica che ausculta le proprie ultime pulsazioni. Chi ha buoni orecchi (si disseti e) intenda.
Una delle sorridenti, ma anche irridenti, provocazioni che John Cage proietta in mille direzioni ha nel Song un riflesso speculare: all'amato mentore, frantumatore di un ordine estetico e intelettuale "corrotto", e operante per un umanesimo liberatorio e vergine allo stupore e alla gioia, Walter Marchetti invia un gesto sonoro consonante con la qualità dei materiali utilizzati dal vecchio giocoliere. E' un omaggio al sereno utopista che racchiude però un messaggio al disagiato uomo delle nostre contrade: le parole che trapuntanno l'assordante frinire dei grilli e che l'ascoltatore raccoglierà, gli forniscono una platonica indicazione tranquillamente eversiva; l'autore non ha qui pensato a metafore, ma solo a sostenere la fredda violenza del suono, un suggerimento, che la congiunzione condizionale d'attacco lascia peraltro aperto, anche se con una segreta, forse divertita, speranza di inveramento.
Umberto Padroni dalle note di copertina

- Natura Morta
(1989) Cramps crscd 031 - cd

1. Natura Morta 69.27

Giancarlo Cardini: pianoforte

Produced by Coperativa Nuova Intrapresa

Vasta e brevissima ad un tempo può essere la riflessione sull'intuizione artistica di Walter Marchetti: essa, data l'insondabile apertura alla variazione, sembra affondare nelle profonde ragioni della storia della musica occidentale; con essa è anche possibile risalire un poco addietro, all'avanguardia di qualche decennio fa e alle stupefatte fasce sonore qui solo lievemente ma febbrilmente articolate; ma su di essa è sopratutto possibile verificare un soffio del proprio vissuto, ed è il prezioso aspetto che piace vedere emergere con complice presa, dalle dolci, diafane, intimamente musicalissime serie pianistiche. Un aspetto che non rifiuta rigorosamente le precedenti chiavi di lettura, anche se è difficile ricostruire un reticolo storico portante purchessia, negato in prima istanza dall'autore stesso; variato all'infinito, il materiale -pianistico per vocazione e per caso- istituisce un continuum di ilare e ipnotica grazia. Per vocazione e per caso; la vocazione: essendo l'ottava definita nel temperamento dei proprio intervalli su il più celebrato, anzi mitizzato dei grandi pianoforti, dal tocco di un grande pianista che ne ha condiviso la ineludibile, atipica pregnanza, anche teorica; il caso: essendo l'esito "aperto" radicalmente, non dissimile dalle mille realizzazioni di filtrata estemporainetà di Walter Marchetti e in particolare dalla vitalità delle pietre della terra utopica, dalle vibrazioni degli ingannatori richiami di caccia, dalle risonanze, giù nelle invitanti profondità i cui echi mai estingueranno la sete dell'orecchio, nostra croce e felicità. Infatti, stabilito un programma -siano ciotoli che cadono nel pozzo, oppure serie disegnate sul pentragramma per una sola mano del pianista- la divertita casualità ha un peso assolutamente qualificante nel processo di annientamento delle gerarchiche estetiche e culturali in favore di una igienica libertà mentale -non intellettuale- e della castità dell'immaginazione.
Questa musica -uno dei segnali che Walter Marchetti lancia periodicamente con intenzione aspramente ironica e lieta energia, prova che il Re è davvero nudo; è infatti una musica semplice e nella semplicità, nella bella povertà, assolve al suo più alto compito attingendo alle benefiche immensità: sulla sua lunga onda l'ascoltatore dalla libera coscienza e dal cuore aperto è proiettato nell'unicità lineare della propria identità.
Se è vero che il suono è un cosmo di complessa struttura, condizionato nei suoi parametri da un antecedente e spinto a riflettersi nel suo seguente, l'opera di Walter Marchetti è anche un necessario cristallo di storia; ma si preferisce invece intenderla nella prevalente allegra e amara fantasia di un uomo, un uomo d'arte assoluta e candida, capace di indurre gli altri uomini a stare con sè stessi anzichè  provocare l'alienante uscita da sè  con il messaggio solo apparentemente estetico, in realtà ideologico, di sperimentata, tradizionale violenza espressiva.
Un'opera amica, Natura Morta, quindi, e morale, anche per civile tolleranza.
Umberto Padroni dalle note di copertina

- Vandalia
(1989) Cramps crscd 032 - cd

1. Le Secche Del Delirio (Per porci e pianoforte) 33.10 - 2. Perpetuum Mobile (Prova generale in previsione di un futuro minaccioso) 28.58

Produced by Coperativa Nuova Intrapresa
Cover photo by Davide Mosconi

La performance, parafrasando Marcel Duchamp consiste nella lenta e incessante trasformazione di un ready-made. L'esecuzione di un brano di musica "tradizionale", d'altra parte, non è che la trasformazione applicata a una "narrazione" considerata come ready-made (dove ready-made sta per "l'originaria" versione scritta dell'opera). Nella musica spesso performativa di Walter Marchetti la narratività, ossia l'insieme degli enunciati razionalmente significanti, si dissolve nella ripetizione: nell'iterativo continuum che lascia affiorare l'assenza di senso e di contenuto.
L'antitradizione di Marchetti ha le sue origini in Satie e in Cage, ossia in quell'area di ricerca che si pone ben al di fuori "dell'avanguardia" musicale seriale e post-seriale; una tradizione che si potrebbe definire "moderna", e volta a inserirsi nell'evoluzione iniziata con il tramonto della tonalità, proseguita con il ricorso alla serie, alla serie generalizzata, al calcolo delle probabilità, all'ordinatore quale garante della "coerenza" dell'opera... Marchetti è tra i pochissimi -in Italia- che hanno rifiutato questo schema spesso proposto dogmaticamente e con fini "rassicuranti"; lo ha fatto sin dagli anni '50, quando, al termine del suo apprendistato con Bruno Maderna (ma Marchetti si considera sopratutto un autodidatta) conosce Cage, entrando a far parte di quel settore radicale della musica che, senza aver bisogno di richiamarsi direttamente al compositore americano (farlo significherebbe cercarsi un "alleato" o un appiglio per autolegittimarsi) ha saputo cogliere tutta la portata della sua poetica.
Nel caso di Cage e di Marchetti (e di quella "antitradizione" felicemente eterogenea cui appartengono tra gli altri Feldman, Kagel, Riley, Schnebel, Scelsi...)  ci si dovrà confrontare con l'apertura a una dimensione estranea alla modernità: il "tempo zero" della post-modernità. Nel tempo musicale della "modernità", ad esempio in Boulez o in Stockhausen, si crede di poter compiere la "tecnificazione" dell'esistente, l'obbiettivazione pura e semplice del materiale grazie alla "disponibilità" della dimensione temporale; in realtà accade che, per esplicitare una tecnica musicale, il compositore proietti l'esperienza in una rappresentazione fittizia, separata dal tempo esteticamente vissuto.
Al contrario, il tempo non rappresentato -per così dire il tempo della presenza o tempo zero- afferma la parità della presenza e dell'assenza, neutralizzando il previlegio accordato a ciò che appare in un certo momento; è il tempo delle concomitanze non premeditate. Con il concetto di tempo zero enunciato da Cage nel 1958, si apre da allora in poi un'esperienza musicale che non aspira a distinguersi dal silenzio (poichè in realtà il silenzio non esiste, se non come volontà di creare un punto di frattura tra i suoni scelti dal compositore e quelli che ci circondano ogni giorno), che vive anteriormente al "solidificarsi" della musica in un oggetto dotato di inizio, sviluppo e conclusione e che è dotata di reversibilità: la leggibilità dell'opera in direzioni plurime e indefinite; risalire la corrente del tempo significherà mandare "in corto circuito" la strategia della modernità, come suggerisce Daniel Charles.
A partire dalle performances del gruppo ZAJ, cui Marchetti dà vita negli anni sessanta con Juan Hidalgo si esplorano le possibilità di un teatro musicale nel quale la performance non è nel tempo e nello spazio, bensì crea un proprio tempo e un proprio spazio; come nell'azione scenica che vede Marchetti seduto su una sedia, alle prese con dei grossi barattoli che continuamente gli sfuggono di mano e senza potersi alzare dalla sedia.
Difficile pensare automaticamente a una "musica", in questo caso; si può dire che nasca in tempo reale, nell'immaginazione dello spettaore e nello scompiglio delle categorie della percezione estetica.
Ne Le Secche Del Delirio assistiamo a qualcosa di simile con le sonorità "concrete" fornite dagli urli incessanti dei maiali; e assistiamo anche a una vertiginosa, delirante rivisitazione del fervore strutturalista: le sonorità pianistiche che si sentono sono ricavate dalle successione di tutte le combinazioni possibili di un bicordo; ottenuta questa chilometrica "superserie", e dopo averla registrata in ordine progressivo, l'autore si accanisce a deformare l'ordine delle sezioni, scompaginare, tagliare e sovrapporre a se stesso il testo; insomma a sottoporlo al più implacabile dei collage. In Perpetuum Mobile, siamo difronte non più a un'oggetto temporale sonoro, ossia un brano di musica legato all'irreversibilità del tempo, bensì a un paesaggio sonoro. A un pezzo del genere è refrattario un percorso percettivo lineare; è"il rumore del mondo" sollevato alla dignità della spazializzazione del tempo musicale: quella spazializzazione che, da parte loro, Bergson e Adorno consideravano una modalità dell'alienazione. Si tratta di rovesciare i termini di questo giudizio, e considerare il tempo non come un semplice medium degli avvenimenti che si producono nel suo corso, ma come un avvenimento, anzi l'avvenimento; e la musica, piuttosto che adagiarsi in esso, ne susciterà la ridefinizione.
Michele Porzio dalle note di copertina

- Utopia Andata E Ritorno

(2005) Alga Marghen 059  - cd

1. L'Andata 70.00 - 2. Il Ritorno 70.00

Produced by Emanuele Carcano
Recorded at Studio RDS, Milan on April-June 2005
Engineering by Pasquale Soggiu

- De Musicorum Infelicitade
(2001) Alga  Marghen 039 - cd

1. Variazione I 6.00 - 2. Variazione II 6.00 - 3. Variazione III 6.00 - 4. Variazione IV 6.00 - 5. Variazione V 6.00 - 6. Variazione VI 6.00 - 7. Variazione VII 6.00 - 8. Variazione VIII 6.00 - 9. Variazione IX 6.00 - 10. Variazione X 6.00

Produced by Emanuele Carcano
Recorded at Sensibile Studio, Milan on December 4/5/6, 2000
Engineering by Alessandro Radici
Cover photo by Walter Marchetti

- Antibarbarus
(1998) Alga Marghen 016 - cd

1. Il Coma Regna 17.01 - 2. Coma Liquido 17.04 - 3. Coma Vigile 17.04 - 4. Uscita Dal Coma 17.13 - 5. Antibarbarus 2.55

Produced by Emanuele Carcano
Recorded at Studio RDS, Milan, on February 12/13 1998
Engineering by Pasquale Soggiu
Cover photo by Walter Marchetti

- Nei Mari Del Sud. Musica In Secca
(1999) Alga Marghen 029 - cd

1. Nei Mari Del Sud. Musica In Secca

Produced by Emanuele Carcano
Recorded at Studio RDS, Milan on April 27/28, 1999
Engineering by Pasquale Soggiu
Cover photo by Walter Marchetti