Magma



album in pagina

- Kohntarkosz
- Mekanic Destruktiv Kommandoh
- Udu Wudu
- Magma Live
- Magma
- 1.001 Centigrades
- Attahk
- Inedits




La verità è che la musica dei Magma non potrà mai essere raccontata nè spiegata, esiste e basta. Vale per quello che è ed esprime, si nutre di astrazioni e utopie, rifiuta la normalità ed è per questo che vive al di sopra di ogni altra cosa, al sicuro dalle contaminazioni, insensibile all'erosione del tempo. Dalla fine degli anni settanta sussiste aliena ai vezzi delle mode, glorificata da un'ascolto elitario, eppure sempre più aperta, disponibile all'abbraccio della gente, senza per questo venir meno ai presupposti che l'hanno motivata o tradire le aspettative della piccola folla di cultori appassionati. Quelli della prima ora, irriducibili amanti di una musica che è scelta ideologica, prima di tutto, volontà incrollabile al servizio di un'idea, rifiuto della mediocrità e del grigiore quotidiano.

Oltre il jazz o la fusion o il rock-jazz, le influenze coltraniane, di Carl Orff o di Igor Stravinski, pulsa l'universo Magma, un suono ed una musia ineguagliati e ineguagliabili. Un evento che crea spaesamento, vertigine e smarrimento, ma che, una volta accostato, appaga nella sua straordinaria follia trascendente. Musica totale e totalizzante. Esce dall'underground e nasce da un amore spirituale per Coltrane; ma l'idea si sviluppa in modo originale e va ben al di là della mera imitazione coltraniana.

L'ambizione di Christian Vander è più che evidente. Proseguire la ricerca sul sentiero tracciato da John Coltrane, battere gli stessi itinerari. E poi esplorare nuove vie e metodi per esprimere di meglio in meglio la pienezza di un'esperienza intima... dello spirito. Quindi travolgere ogni barriera di stile, varcare ogni limite, toccare l'inafferrabile e raggiungere l'irreale.

Magma è "cosa" di Vander ed è questa la ragione per cui, malgrado i continui cambiamenti di organico, il gruppo non ha mai perso la sua forte identità e la sua rigorosa direzione. Come Zappa, con cui divide bisogno di coerenza e senso della continuità, Vander esige dai suoi compagni un grande rigore musicale, come McLaughlin, un grande impegno spirituale. Al pari di Coltrane crede nella forza dell'istinto.

Magma ha sempre ricercato una diversa identificazione. Fa musica immediatamente riconoscibile, ma non sempre completamente decifrabile. Almeno in passato ha rifiutato l'ausilio di linguaggi noti e parla il kobaiano, fantasioso idioma che viene dal pianeta Kobaia. E' l'utopia. La proiezione fantastica di una terra dove fioriranno un giorno nuovi concetti e vivranno gli Univeria Zekt, uomini nuovi che troveranno un senso e un'energia nuovi.

Sulla scena da più di quindici anni Magma vale la leggenda che ha intorno. Come gruppo occupa un posto unico nel panorama del rock francese, ma anche nel novero della musica rock-progressiva europea vanta un ruolo peculiare e determinante. Non esistono referenti possibili comunque. E pare fino strano che proprio dall'esagono arrivi una mistura tanto potente di rock d'avanguardia. Nel gruppo di Vander comunque sono passati una cinquantina di musicisti senza che questo abbia minimamente influito sul progetto sonoro e musicale della band. Semmai l'esistenza di Magma, la sua capacità di esistere e continuare indipendentemente da tutto, ha dato stimoli vivificanti a un'intera scena di gruppi operanti in area progressiva.
Zao del pianista Francois Cahen e del violinista Didier Lockwood, Heldon del chitarrista Richard Pinhas, Cruciferius dello stesso Vander, Nemo di Francoise Breant pianista, Lard Free del batterista Gilbert Artman, Potemkine, Art Zoyd III, Etron Fou Leloublan e altro ancora; gruppi che fanno più ampio l'orizzonte di un'esperienza musicale dai caratteri molteplici, ma indubitabilmente interessanti.

Il cammino di Magma in tutti questi anni non si è mai arrestato assecondando un processo artistico preciso e coerente. Tutto è probabilmente dovuto al genio musicale di Christian Vander, alla sua caparbia volontà. Come tutti i grandi creatori ha continuato a ripetere la stessa idea, sempre con maggiore definizione, ma evolvendone i presupposti. Dal doppio album d'esordio al seguente
1001 Centigrades, al sublime ed oscuro Mekanik Destruktiw Kommandoh e via verso Kontarkosz, Udu Wudu, Magma Live spettacolosa traccia dal vivo, Inedites e Attahk! del '78 si sviluppa la trama di una musica perfettibile, intrecciata ad un complesso e certo inusuale sistema filosofico e linguistico basato sulla cultura dell'immaginario. (...)

Tra follia e saggezza ancora una volta l'universo mitico di Magma, l'energia indivisibile e totale di un "combo" dell'immaginario.

Ugo Bacci da Rockerilla n° 54 febbraio 1985


-Kohntarkosz
(1974) AM SLAM 68269 - vinile

1. Kohntarkosz (part one) - 2. Ork Alarm - 3. Kohntarkosz (par two) - 4. Coltrane Sundia

Musicians:
Christian Vander, Jannick Top, Klaus Blasquiz, Gerard Bikialo, Michael Grallier, Stella Vander, Brian Godding

Produced by George Gomelsky
Recorded at Manor Mobile at "Bastide de Pierrefeu"
Engineering by Simon Heyworth
Cover photo by Malcom Robertson

(...) In effetti il lavoro contiene tre pezze sebbene uno sia diviso in due parti e occupi due terzi del disco. E' questo il pezzo che dà il titolo all'album e dimostra un livello di sottigliezza ritmica e armonica nella musica dei Magma mai più eguagliato da allora. La melodia appare come un elemento forte eppure è quasi completamente assente da un punto di vista convenzionale. C'è soltanto una tensione rotmica e armonica, solo implicazione, eppure questa crea il proprio corpo, la propria melodia e il proprio ineluttabile movimento. I cori vengono qui usati con effetti particolari ed essenziali.
Come abbiamo notato nel contesto della dinamica così anche il tempo è colpevolmente sottoimpiegato nella musica rock. Questo pezzo è un esempio di ciò che può essere fatto. Essendo uno dei gruppi più importanti del periodo, i Magma meritano la vostra attenzione. Il resto dovrete scopritlo da soli.
Chris Cutler da Musiche n° 12 primavera 1992

-Mekanik Destruktiv Kommandoh
(1973) AM 64397 - vinile

1. Hortz Fur Dehn Stekehn West - 2. Ima Suri Dondai - 3. Kobaia Is De Hundin - 4. Da Zeuhl Wortz Mekanik - 5. Nebehr Gudahtt - 6. Mekanik Kommandoh - 7. Kreuhn Korhmanhn Iss De Hundin

Musicians:
Christian Vander, Jannik Top, Klaus Blasquiz, Jean Luc Manderlier,Renè Garber, Claude Olmus, Stella Vander

Produced by George Gomelsky
Recorded at Manor Studios, England and Aquarium Studios, Paris
Engineering by Simon Heyworth, Gilles Salle, Eddie Sprigg, Tom Rabstener, Steve Mitchell

(...) Il giudizio dell'Umanità per tutta la sua crudeltà, la sua disonestà, la sua inutilità, la sua volgarità e mancanza di umiltà. Come predetto dal profeta Nebehr Gudahtt mosso e ispirato dallo Spirito dell'Universo nella sua infinita saggezza.
Per la prima volta Christian Vander costru' da un pezzo breve (la cui prima versione, di sette minuti, apparve su una compilation Philips nel 1970) un lavoro epico, su grande scala.
E' indubbiamente l'opera più importante e coerente che Vander abbia mai realizzato, e - suppongo - il suo "capolavoro" (sebbene io preferisca per certi versi
Tristan Et Iseult, il disco per la Barclay). Ogni cosa su Mekanik Destruktiv Kommandoh serve la musica, non c'è nulla di estraneo e nessun sfoggio di tecnica fine a se stessa.
Mekanik Destruktiv Kommandoh ha la sicurezza di procedere lentamente e fino in fondo (in ciò simile a certi film russi) e non si preoccupa della novità. Mantiene l'attenzione attraverso cambiamenti frequenti ma mediante una "vastità" pura, irresistibile, che avvolge l'ascoltatore, tramite un delicato controllo di tensione e sviluppo e occasionalmente per mezzo dell'utilizzo perfetto e sempre appropriato del dettaglio e della sottigliezza. A questo proposito una menzione speciale deve andare al chitarrista Claude Olmos.
Il disco venne registrato al Manor nell'Oxfordshire e all'Aquarium di Parigi nel 1973. L'intera storia delle sue traversie non può essere esplorata in questa sede ma una cosa merita d'essere spiegata. Tutto il primo nastro a 16 piste venne mixato e riversato su un nuovo master a 16 piste e tutte le altre piste del nuovo nastro furono successivamente occupate, prevalentemente per la costruzione dei cori. Come risultato parte della traccia ritmica è più bassa del mixaggio di quanto fosse probabilmente previsto, ma naturalmente era impossibile rialzarne il volume perchè ormai era già stata mixata.
Chris Cutler da Musiche primavera 1992

-Udu Wudu
(1976Decal lik 18- vinile

1. Udu Wudu (C. Vander) 4.10 - 2. Weidorje (B. Paganotti/K. Blasquiz) 4.30 - 3. Troller Tanz (C. Vander) 3.40 - 4. Soleil D'Ork (J. Top) 3.50 - 5. Zombies (C. Vander) 4.10 - 6. De Futura (J. Top) 18.00

Musicians:
Christian Vander, Jannick Top, Klaus Blasquiz, Michel Grailler, Pierre Dutour, Alain Hatot, Bernard Paganotti, Patrick Gauthier, Stella Vander, Lucille Cullaz, Cayherine Szpira

Produced by George Gomelsky
Recorded at Studio De Milan, Paris, May and June 1976
Engineering by Jean Paul Malek and Alain Francais
Cover photo by Klaus Blasquiz

- Magma Live
(1975) Tomato - cd

1. Kohntark - 2. Kobah - 3. Lihns - 4. Hhai - 5. Mekanik Zain

Musicians:
Christian Vander, Klaus Blasquiz, Stella Vander, Benoit Widemann, Jean-Pal Asseline, Didier Lockwood, Gabriel Federow, Bernard Paganotti

Produced by George Gomelski

Doppio album registrato a Parigi nel 1975 che condensa il primo periodo dei Magma.
E' un grande concerto che va a formare uno dei live più sconcertanti del progressive, testimonianza di quanto il palcoscenico sia il terreno ideale per Vander e compagni, in grado di allestire uno spettacolo unico per effetti scenici e musica proposta.
Due facciate sono occupate dalla suite Konhtarck, una da Mekanik Zain.
Il violinista Didier Lockwood è in grande spolvero lungo tutto il disco.
Ristampato su doppio Cd nel 1989, con due brani aggiunti, è l'ultimo grande disco di una storia originale e sconcertante, conclusa dopo Udu Wudu (1976), ultimo album ufficiale dei francesi.
Cesare Rizzi da Progressive & Undergound, ed. Giunti

-Magma
(1970) Coe 390  - cd

1. Kobaia - 2. Aina - 3. Malaria - 4. Sohia - 5. Ackxyss - 6. Aurae - 7. Thaud Zaia - 8. Nau Ektil - 9. Stoah - 10. Muh

Musicians:
Christian Vander, Claude Engel, Francis Moze, Francois Cahen, Teddy Lasry, Richard Raux, Alain Charlely, Klaus Blasquiz

Produced by Laurent Thibauld
Engineering by Roger Roche and Claude Martelot

E' un coraggioso esordio su doppio disco che introduce al pubblico del progressive una complessa e curiosa vicenda fantascientifica lunga quattro facciate e di indubbio fascino: un viaggio immaginario tra la Terra e Kobaia, raccontato nella lingua di quel pianeta e musicato in uno stile jazz di ispirazione Soft Machine, ancora abbastanza canonico e non troppo ostico. Partecipa il pianista francese Francois Cahen.
Cesare Rizzi da Progressive & Undergound, ed. Giunti

- 1.001 Centigrades
(1971) Coe 396 - cd

1. Riah Sahiltaahk - 2. "Iss" Lansei Doia - 3. Ki Iahl O Liahk

Musicians:
Christian Vander,  Klaus Blasquiz, Francois Cahen, Francis Moze, Teddy Lasry, Jeff Seffer, Louis Toesca, Luois Sarkissian

Produced by Roland Hilda
Recorded at Michael Magne's Studio on 5/10 April 1971
Engineering by Dominique Blanc-Frankard

La musica si fa gradualmente più complessa e minacciosa man mano che lo stile Magma prende forma.
Sono tre lunghi brani, tra improvvisazione e sperimentazione, che si allontanano sempre più dalle radici jazz rock verso una musica priva di categorie, ricca di bizzarri poliritmi, ossessiva e inquietante sopratutto negli enfatici vocalizzi.

Cesare Rizzi da Progressive & Undergound, ed. Giunti

- Attahk
(1978) Coe 394

1. The Last Seven Minutes 7.31 - 2. Spiritual 3.12 - 3. Rinde 3.05 - 4. Lirik Necronomicus Kant 5.03 - 5. Maahnt 5.29 - 6. Dondai 7.58 - 7. Nono 6.22

Musicians:
Christian Vander, Klaus Blasquiz, Stoht Ourgon, Wurd Gorgo, Klozt Zaspiaahk, Tony Russo, Jacques Bolognesi

Produced by Laurent Thibauly
Recorded at Le Chateau Herouville, France
Engineering by Laurent Thibauly

- Inedits
(1977) Coe 393 - cd

1. Sowiloi+KMX-Exii 13.45 - 2. KMX-B XII 6.13 - 3. Om Zanka 5.30 - 4. Gamma 4.00 - 5. Terrien Si Je T0ai Convoquè 4.10 - 6. Gamma Anteria 7.45

Musicians:
Christian Vander,  Klaus Blasquiz, Renè Garber, Louis Toesca, Teddy Lasry, Jeff Seffer, Didier Lockwood, Gabriel Federow, Claude Olmos, Marc Fosset, Jean-Luc Manderlier, Michael, Graillier, Benoit Widemann, Jean-Pol Asseline, Francois Cahen, Gerard, Bikialo, Francis Moze, Jean-Pierre Lembert, Janik Top, Bernard Paganotti

Produced by George Gomelsky
Recorded in concerts between 1973 to 1975