Peter Michael Hamel


album in pagina:

- Nada
- Colours Of Time


collabora in

- Turn Piece
  (Embryo)

Oggi nessuno parla più di Peter Michael Hamel, sempre più sporadiche le sue apparizioni, "seriose" al limite dell'accademia le sue ultime composizioni. Il sipario sembra proprio calato su di lui. Eppure un ritaglio importante gli va accreditato nell'ambito del minimalismo europeo venato di Oriente e dal respiro cosmico dei primi anni'70. I più maligni hanno definito il musicista tedesco nient'altro che un epigono di Terry Riley, cui lo lega un'intensa e proficua amicizia. In realtà se l'influenza rileyana è del tutto evidente nelle sue prime opere, il percorso di Hamel ha una sua originale singolarità. Non solo in virtù degli studi di psicologia e sociologia a Monaco e Berlino con G. Bialas e F. Bucthger, ma anche per i lunghi trascorsi in Asia, India particolare, dove studia i raga con il vocalist e maestro spirituale Pandit Patekar.

Nel 1970 Hamel fondò i Between, gruppo pan-etnico ante litteram con componenti afro-americani, argentini ed europei con i quali realizzò almeno un paio di album memorabili quali
And The Water Opened e Dharama, non lontani per sensibilità a quella dei conterranei Popol Vuh, con cui peraltro condivideva lo stesso oboista, Bob Eliscu. Al 1976 risale il suo libro Through Music To The Self, uno dei più importanti scritti dell'epoca sulla natura del suono e le sue origini nelle antiche tradizioni -con particolare riferimento al sacro-, frutto dei suoi pellegrinaggi e ricerche in Asia e scritto con linguaggio semplice e accessibile non solo agli iniziati. L'impatto fu per questo di un certo valore tra pensatori, musicisti o semplici ascoltatori e resta certamente uno dei motivi per cui Hamel sarà ricordato negli annali della musica non solo "kraut".

Se ben più larga diffusione ebbero le sue composizioni degli ultimi '70 e primi '80 (tra queste alcuni piccoli capolavori come
Nada, Colours Of Time e Bardo), a noi qui piace ricordarlo per i suoi arbori, per il doppio Hamel del 1972 e sopratutto per Voice Of Silence del 1973, entrambi usciti sull'etichetta cul Vertigo, senza dimenticare l'oscuro e da secoli introvabile Buddhist Meditation East West, altro doppio album uscito per Harmonia Mundi nel 1975 nonchè mirabile confluenza tra Oriente e Occidente, con un intero vinile a racchiudere canti sacri originali tibetani ed un altro dove è Hamel al canto raga e alle tastiere, accompagnato dal synth di Ulrich Kraus. E' imperdonabile che questi tre dischi non siano ancora stati debitamente ristampati perchè è qui che si intuisce al meglio l'arte del musicista tedesco. Che non sembra affatto allineato alla scuola post Webern emergente in Germania nei suoi anni giovanili, pur non essendogli mancate le frequentazioni in casa Stockhausen. Hamel fin da subito è attratto dal minimalismo americano e dalla musica indiana ma anche dal rock e dal jazz, senza scordare l'influenza di Cage nell'uso del piano preparato che caratterizza alcuni pezzi del suo primo omonimo album o del già citato Nada. The Voice Of Silence è semplicemente la sintesi quasi perfetta del suo peculiare sincretismo sonoro. I pianismi estatici di Panta Tantra, l'harmonium e la voce ad emulare con profumata devozione i raga indiani nella title track, le libere divagazioni per tastiere e voce di Ego-Loss, concorrono a definire quel che al di là di ogni evidente influenza rimane pur sempre un magnifico mondo a parte.

Gino Dal Soler da Blow-Up  n° 119 Aprile 2008


- Nada
(1982) Ros Red Seal rol 8525 - vinile

1. Nada 6.20 - 2. Silenoe 5.15 - 3. Slow Motion 5.00 - 4. Beyond The all Of Sleep 23.40

Musicians:
Peter Michael Hamel, Ulrich Kraus, Anatol Arkus


Produced by Ulrich Kraus
Cover photo by Mamoru Mutch




- Colours Of Time
(1980) Kuckuck 040 - vinile

1. Colours Of Time (part one) 22.05 - 2. Colours Of Time (part two) 18.05

Musicians:
Peter Michael Hamel solo


Recorded on December 1979 in Munich, Germany
Enginering by Ulrich Kraus
Produced by Ulrich Kraus
Cover calligraphy by Tetsuo Kiichi Nagaya