Lisa Gerrard



album in pagina:

- Duality (with Pieter Bourke)
- The Mirror Pool
-
Immortal Memory
(with Patrick Cassidy)
- The Insider
- The Silver Tree
- Whalerider


collabora in:

- Aion
- Dead Can Dance
- Dionysus
- Into The Labyrinth
- Spleen And Ideal

- Spiritchaser

- The Serpent's Egg
- Toward The Withnin
- Withnin The Realm Of A Dying Sun
- Anastasis

  (Dead Can Dance)

- Farscape
  (Klaus Schulze)

- It'll End In Tears

  (This Mortal Coil)

- Sahara Blue
  (Hector Zazou)

Lisa Gerrard nasce il 12 aprile 1961 a Melbourne, Australia, e cresce nella periferia multietnica della città. I primi anni li passa immersa in un ambiente multiculturale (arabo, greco, italiano e turco) che si fonde con il background irlandese ereditato dai genitori trapiantati nella terra dei canguri. E questo melting pot avrà una grande influenza sul suo futuro di cantante e compositrice.

Nei primi anni '80 Lisa inizia ad esibirsi nei piccoli club di Melbourne e la sua voce attira l'attenzione di Brendan Perry, musicista polistrumentista attivo nella scena musicale australiana, che la invita a unirsi al suo progetto Dead Can Dance. Per avere maggiori possibilità di sfondare il gruppo nel 1982 si trasferisce a Londra dove riesce a ottenere un contratto con la label 4AD. Tra il 1984 e il 1995 la band pubblica ben 9 dischi e il loro sound che miscela canti medievali, ballate folk e stile gotico con elettronica ottiene un successo internazionale.

A metà degli anni '90 i cambi al vertice dell'etichetta 4AD creano un clima teso anche all'interno del gruppo e inducono il gruppo a prendersi una pausa. È in questo periodo che Lisa decide di dedicarsi ad un album tutto suo:
The Mirror Pool esce nel 1995 ed è un disco intensissimo in cui la cantante riversa tutte le emozioni di quel periodo: l'allontanamento dal bandmate Brendan, la nascita del primogenito e la morte del fratello Mark. Le doti di compositrice e interprete di Lisa arrivano fino al produttore cinematografico Michael Mann che inserisce alcuni suoi brani nella colonna sonora del film Heat- La Sfida. Ma non è la prima volta che Lisa entra in contatto con il mondo del cinema: nel 1989 aveva già recitato nel film El Niño De La Luna per il quale i Dead Can Dance avevano anche scritto la colonna sonora.

Da questo momento in poi il legame tra Hollywood e Lisa diventa molto stretto. Nel 1998 esce
Duality la seconda prova discografica della cantante australiana prodotta in collaborazione con Pieter Bourke. Questa volta a trovare posto nel disco sono suoni nordafricani e arabi, un mix che ancora una volta convince Mann ad inserire altri suoi pezzi (Tempest e Sacrifice) nella colonna sonora del suo nuovo film, Insider – Dietro La Verità. Contemporaneamente Lisa viene contattata addirittura da Ridley Scott per le musiche del film Il Gladiatore. In coppia con il compositore tedesco Hans Zimmer, Lisa scrive la colonna sonora - che le farà vincere un Golden Globe nel 2001 - e che la consacra definitivamente come compositrice di grido a Hollywood. Seguiranno tantissimi film in cui appare il nome di Lisa come vocalist e compositrice: Alì e Black Hawk Down nel 2001, Il Gioco di Ripley nel 2002 , Whilerider nel 2003, Man On Fire e Collateral nel 2004, solo per citarne qualcuno.

Ma il Gloden globe non è l'unica cosa che il pluripremiato film con Russel Crowe (5 premi Oscar) regala a Lisa. Durante le registrazioni della soundtrack Lisa conosce il compositore irlandese Patrick Cassidy con cui inciderà nel 2006
Immortal Memory . Lo stesso anno esce anche The Silver Tree, nuovo disco solista che suona parecchio differente dai precedenti lavori. La base è sempre una musica eclettica e raffinata ma questa volta è l'intimità che viene messa in primo piano, un suono enigmatico che sussurra dolci segreti che toccano l'anima.

Viene il momento di tirare le somme di una vita passata tra Hollywood e studi di registrazione e nel 2007 prende corpo
The Best Of Lisa Gerrard: 15 canzoni che ripercorrono l'intera carriera della musicista, dai Dead Can Dance agli album soliti passando per i brani scritti per le colonne sonore



- Duality
with
Pieter Bourke
(1998) 4 AD 8 45791 2 - cd

1. Shadow Magnet - 2. Tempest - 3. Forest Veil - 4. The Comforter - 5. The Unfolding - 6. Pilgrimage Of Lost Children - 7. The HumanGame - 8. The Circulation Of Shadows - 9. Sacrifice - 10. Nadir

Musicians:
Lisa Gerrard, Pieter Bourke

Produced by Lisa Gerrard and Pieter Bourke
Recorded at home in Gippsland, Australia
Engineering by Pieter Bourke
Cover by Jucek Tuschewski

Duality è un album nato dalla collaborazione fra Lisa Gerrard e Pieter Bourke pubblicato nel 1998. Spesso è considerato un album dei Dead Can Dance, anche se Brendan Perry non ha partecipato alla produzione del disco.
L'inizio della canzone Shadow Magnet ricorda, per le sonorità, la musica all'inizio della colonna sonora de Il Gladiatore, colonna sonora composta dalla stessa Gerrard insieme a Hans Zimmer. Inizialmente si era pensato di usare la canzone Nadir (Synchronicity) alla fine del film, ma problemi di copyright non ne hanno consentito l'utilizzo e al suo posto è stata usata una canzone "influenzata" da Nadir.
I brani Sacrifice e Tempest sono stati inclusi nella colonna sonora del film Insider - Dietro la verità. Sacrifice in Italia è stata usata anche in un famoso spot pubblicitario di una compagnia telefonica diretto da
Spike Lee in cui Gandhi parla alla gente con tecnologie moderne.
La copertina dell'album riproduce un quadro di
Jacek Tuschewski, che aveva già collaborato con la Gerrard in altri progetti musicali

- The Mirror Pool  
(1995) 4 AD CAD 5009 - cd

1. Violina - 2. La Bas - 3. Persian Love Song - 4. Sanvean - 5. The Rite - 6. Ajhon - 7. Glorafin - 8. Majhnavea's Music Box - 9. Largo - 10. Werd - 11. Laurence - 12. Celon - 13. Venteless - 14. Swans -15. Nilleshna - 16. Gloradin

Musicians:
Lisa Gerrard, Dimitri Kyryakou, Pieter Bourke, John Bonnard, Jacek Tuschewski

Produced by Lisa Gerrard
Engineering by Garry Havrillay
Cover by Jucek Tuschewski


- Immortal Memory
with Patrick Cassidy
(2004) 4 AD cad 2403 - cd

1. The Song Of Anergin 5.30 - 2. Maranatha (Come Lord) 3.43 - 3. Amergin's Invocation 6.17 - 4. Elegy 6.38 - 5. Saling To Byzantium 3.57 - 6. Abwoon (Our Father) 5.03 - 7. Immortal Memory 4.42 - 8. Paradise Lost 7.31 - 9. Asked For Love 4.56 - 10. Psallit In Aure Dei 8.59

Musicians:
Lisa Gerrard, Patrick Cassidy

Produced by Lisa Gerrard and Pieter Bourke
Engineering by Simon Bowley
Cover painting by Jacek Tuschewski

Voce degli "immortali" Dead Can Dance, Lisa Gerrard è da sempre artista votata alla ricerca di percorsi intensamente spirituali, spaziando dal gotico alla world music, dalla new age alla musica sacra. Negli ultimi anni però l’attività della vocalist australiana si è concentrata sulle colonne sonore (tra le quali quella pluripremiata per il "Gladiatore" di Ridley Scott e la suggestiva, recente, "Whale Rider). E anche questo suo terzo lavoro solista, scritto a quattro mani col compositore irlandese Patrick Cassidy, è a tutti gli effetti una colonna sonora, solo che il film è inesistente, o meglio lasciato all’immaginario dell’ascoltatore.
Lo schema è quello classico: Cassidy dipinge arrangiamenti lussuosi, sontuose sezioni d’archi sintetizzate fluide ed eleganti, Gerrard li accarezza con la sua voce impareggiabile: rispetto ai due precedenti lavori solisti (entrambi in coppia col percussionista Pieter Bourke), la cantante sembra voler spingere maggiormente sul pedale della new age di stampo celtico alla Enya, piuttosto che cercare i suoi consueti accenti etnici e arcaici. Il canto di Gerrard si è sempre caratterizzato per il suo essere "universale", per la sua straordinaria capacità di inglobare influenze tra loro lontanissime tanto geograficamente, quanto culturalmente, esprimendosi in un linguaggio ora inventato di sana pianta, ora mescolanza di svariati linguaggi reali. Stavolta sono tre lingue antiche (Latino, Gaelico e Aramaico) a finire nello sconfinato repertorio vocale della Gerrard.
Atmosferici e maestosi, i tappeti sonori di Patrick Cassidy costruiscono sfondi a volte anche troppo invasivi rispetto alla voce di Lisa, che si tiene spesso quasi in disparte, come ad esempio nel brano
Amergin’s Invocation, che d’altro canto esalta la qualità "cinematica" del disco, o in Sailing to Byzantium. Composizioni come l’iniziale Song Of Amergin e Elegy presentano invece la coppia al meglio delle loro possibilità: nella seconda in particolare, la Gerrard sfodera uno dei suoi salmi più suggestivi di sempre (era Dead Can Dance compresa), un canto trascendentale tutto in sordina, immerso in una contemplazione mistica di fascino immenso. Un capolavoro che vale da solo l’intera opera.
Il resto del disco avanza lento, magico e solenne tra il tenebroso canto medievale di
Paradise Lost, le atmosfere morriconiane della title-track e due parentesi, molto riuscite, di estrema rarefazione come Maranatha e Abwoon. Peccato che la chiusura, affidata alla lunga Psallit (in aure dei), non sia delle migliori, rovinata da un organo piuttosto kitsch e fuori luogo, e da un arrangiamento che ancora una volta sovrasta eccessivamente la voce di Gerrard che comunque, spingendosi verso il suo registro più basso, offre come sempre un vero spettacolo.
Con il prevedibile limite che nei suoi brani non contenga nulla che non sia già stato ascoltato,
Immortal Memory è uno di quegli album nei quali la classe (immensa) sconfina spesso in un eccessivo manierismo new age. Innegabile comunque il piacere e la magia dell’ascolto, la bellezza talvolta davvero splendente dei suoi inni, la potente suggestione di molti suoi passaggi.
Mauro Roma da www.ondarock.it

- The Insider
original motion picture soundtrack
with Pieter Bourke
(1999) Sony col 496458 - cd

1. Tempest - 2. Dawn Of The Truth - 3. Sacrifice - 4. The Subordinate - 5. Exile - 6. The Silencer - 7. Broken - 8. Faith - 9. I'm Alone On This - 10. LB In Montana - 11. Palladino Montage - 12. Iguazu - 13. Liquid Moon - 14. Rites - 15. Safe From Harm - 16. Meltdowm

Musicians:
Lisa Gerrard, Pieter Bourke, Gustavo Santaolalla,
Ian Garbarek, Massive Attack

Produced by Lisa Gerrard and Pieter Bourke

- The Silver Tree
(2007) Subway srcd 155070 - cd

1. In Exile - 2. Shadow Hunter - 3. Come Tenderness - 4. The Sea Whisper - 5. Mirror Medusa - 6. Space Weaver - 7. Abwoon - 8. Serenity - 9. Towards The Tower - 10. Wondering Star - 11. Sword Of The Samurai - 12. Devotion - 13. The Walley Of The Moon

Musicians:
Lisa Gerrard, Andrew Hutton, David Vodick, David Middleton

Produced by Lisa Gerrard and David Middleton
Engineering by Lisa Gerrard and David Middleton

- Whalerider
(2003) 4 AD cad2304 - cd

1. Paikea Legend 3.29 - 2. Journey Away 3.43 - 3. Rejection 1.43 - 4. Biking Home 3.25 - 5. Ancestors 1.43 - 6. Suitcase 1.04 - 7. Pai Calls The Whales 1.32 - 8. Reiputa 2.14 - 9. Disappointed 2.55 - 10. They Came To Die 2.19 - 11. Pai Theme 3.49 - 12. Paikea's Whale 4.01 - 13. Empty Water 1.40 - 14. Waka In The Sky 1.56 - 15. Go Forward 5.52

Musicians:
Lisa Gerrard, Phil Pmeroy, Keisha Castle-Hughes, Rawiri Paratene, Keriana Thompson

Produced by Lisa Gerrard 
Engineering by Jacek Tuschewski

Senza perdersi in sterili dissertazioni sulle colonne sonore, possiamo dire fin da subito che ci sono due tipi di colonne sonore: soundtracks strettamente vincolate all’immagine del film di cui siamo spettatori e altre che brillano invece di una “luce propria” trasformandosi così in disco vero e proprio. Ovviamente, questa mia precisazione, non implica un giudizio su ciò che si ascolta, su ciò che è valido o meno. Tanti sono i pregevolissimi compositori di colonne sonore a partire da nostri grandi Ennio Morricone  e Nino Rota, sino all’americano Mark Isham o al   tedesco Hans Zimmer. Il campo è vasto e l’elenco sarebbe interminabile visto che l’industria cinematografica è stata, ed è, uno dei più grandi business della nostra epoca.

Il grosso pubblico è venuto a conoscenza del nome di Lisa Gerrard grazie alle musiche del film di Ridley Scott “Il Gladiatore” composte dall’ex Dead Can Dance insieme, appunto, ad Hans Zimmer. Alcuni secondi del brano di chiusura della soundtrack, Now We Are Free venne poi “abusato” anche per una nota pubblicità televisiva. Ma c’è una colonna sonora esclusivamente composta dalla Gerrard passata inosservata, o quasi, alla critica musicale ed al grosso pubblico: Whalerider, dall’omonimo film di Niki Caro del 2002, pubblicata dall’etichetta inglese 4AD nel 2003 in una splendida edizione cd in digipack.

Non starò certo qui a descrivervi il film ma vorrei “raccontarvi” il disco anche se è d’obbligo, per una maggiore comprensione di ciò che è in oggetto, accennare la trama. E’ la leggenda di Paikea che nella mitologia Maori della Nuova Zelanda è il primo guerriero giunto su quest’isola sul dorso di una balena. L’antenato che darà  vita al  popolo di Whangara. Si dice anche che nei secoli successivi molti capi tribù discendessero da lui. Nella cultura Maori si pensa, ancora oggi, che il primogenito di un capo sia  discendente da Paikea. Di conseguenza la balena è lo spirito guardiano che veglia su questo popolo del mare.


Il disco si apre con il rumore di una balena che emerge dagli abissi (Paikea Legend) per poi lasciare spazio ad un suono elettronico, alla voce solenne della Gerald ed alla voce di una ragazza Maori che accenna la leggenda verso cui lo spettatore del film va incontro.
Nel suono elettronico di Journey Away si inseriscono i tamburi Maori. In molti dei quindici brani che compongono il compact disc, troveremo questa fusione tra elettronica, acustica e suggestioni folk di questo popolo.
Splendido l’arpeggio di chitarra acustica in Bikimg Home che apre ai tamburi e agli ancestrali vocalismi della ex Dead Can Dance. Il sogno si dipana definitivamente e ci accompagnerà per tutto il disco. In Ancestors un pianoforte delicatissimo si inserisce su archi elettronici. La vastità del mare oceano viene descritta in Suitcase, brano lungo poco più di un minuto come il seguente Pai Calls The Whales. E ancora: si avvertono chiaramente i grandi spazi oceanici in Disappointed, torna il delicatissimo pianoforte su tappeti di archi elettronici. Le reminescenze del precedente album Immortal Memory della Gerrard si ampliano qui in
They Game To
Die. Il pianoforte di Phil Pomeroy sviluppa il tema del film:Pai Theme.
L’apoteosi della leggenda mitologica dei Maori la troviamo nel brano finale del disco Go Forward. Una danza allegra dove Lisa Gerrard partecipa cantando, insieme  alla gente di Ngati Konohi di Whangar,, già presenti peraltro, nella realizzazione del disco anche in Waka In The Sky. Ritmi sacrali e canti tipici ci portano in questa atmosfera distante dalla nostra cultura. Un rituale di saluto di fronte alla spiaggia, alla balena che  sta per tornare negli abissi, da dove lancerà un canto che lascia l’ascoltatore incantato. Questo brano, splendidamente risolto musicalmente, descrive le scene filmiche di quando tutta la tribù si riunisce per celebrare la nascita di un nuovo leader, trascinando in mare una barca per il suo viaggio che sancirà l’investitura a capo tribù.

Chi ha visto, o vedrà il film di Niki Caro, rimarrà colpito dalla tanta bellezza di immagini girate nei luoghi, e dei costumi di questa antichissima cultura. Non voglio aggiungere altro sulla pellicola per incitarvi a vederla e di conseguenza, volutamente, non cito neanche i nomi degli interpreti. Il film venne premiato al Festival Film di Toronto e al 2003 Sundance Film Festival (World Cinema Audience Award)

Tornando invece sulla colonna sonora, Lisa Gerrard incontrò Nick Caro il giorno stesso che ricevette una e-mail dal regista contenente la sceneggiatura del film. Lei la lesse e rimase colpita fin dalla prima pagina dalla magia data dalla sensibilità di una storia così profonda. La difficile relazione tra Pai (la giovane interprete) e il nonno, l’eterna dualità (concetto molto caro e trattato più volte nella sua lunga discografia dalla
Gerrard che anni prima incise anche un album dal titolo Duality) tra tradizione e modernismo. L’autrice ritiene questo suo lavoro discografico e l’esperienza “sono-visiva”,  tra le più intime della sua carriera artistica, in quanto per lei, la vera magia sta nella nostra consapevolezza di tutti i giorni, nonostante  o proprio perché, noi viviamo oggi in un mondo fatto di fragili complessità. Il regista, secondo Lisa Gerrard, è riuscito a descrivere poeticamente questa storia meravigliosa.

Mi è capitato più volte di vedere Lisa Gerrard in concerto e avere la fortuna di poterla ammirare e ascoltare ad una distanza estremamente ravvicinata. Qualche volta ha anche cantato alcuni dei brani che compongono la colonna sonora di Whalerider e posso garantire che ogni suo brano trasudava di poesia e di ancestrale magia.
Oscar Piaggerella da Mat 2020 dicembre 2020