Wolfang Dauner



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- Knirsch



<<E' inconcepibile, per me, che ci sia della gente che si serve della musica solo per fare quattrini e non dia alcun contributo al suo sviluppo...>>. Queste parole sono state dette, a proposito delle grandi case discografiche internazionali, dal tastierista, compositore e arrangiatore tedesco Wolfang Dauner. Nato a Stoccarda nel 1935, Dauner ha ricevuto il Premio del Disco attribuito dalla Accademia Fonografica tedesca, equiparabile al Grammy americano; è il direttore dello United Jazz & Rock Ensamble, in cui figurano l'altosassofonista americano Charlie Mariano, il batterista Jon Hiseman, il trombettista Ian Carr e la sassofonista Barbara Thompson, che sono tutti inglesi, e poi il flicornista olandese Ack Van Rooyen e infine Albert Mangelsdorff, trombone, Volker Kriegel, chitarra, e Eberhard Weber, contrabasso, che sono tedesci. Dei due 'Lp registrati da questa orchestra, e pubblicati dalla Mood Records, si sono già vendute ottantamila copie, ciò che significa che si tratta del complesso europeo che ha ottenuto il maggior successo, dopo Django Reinhart.

Wolfang Dauner ha inciso circa trenta 'Lp. I primi apparvero all'inizio degli anni Sessanta sotto l'etichetta Saba (l'antecedente dell'attuale MPS) e CBS, e potevano richiamare alla mente lo stile di Bill Evans. In quel periodo, la rivista Down Beat scrisse di Wolfang Dauner quanto segue: "Il virtuosismo tecnico di Dauner è tale da spaventare chiunque...". Dauner ha detto di sè: "...Sonny Rollins, John Coltrane e McCoy Tyner sono stati tutti importanti per me. Mi ha interessato anche Lennie Tristano. E poi ho ascoltato molta musica di Anton Webern, Schomberg, Bartòk... Ammiravo molto Dick Twarzik, il pianista di Chet Baker nella seconda metà degli anni Cinquanta: non riesco a capire perchè il mondo del jazz lo abbia dimenticato. Faceva delle cose che altri pianisti sanno fare solo oggi... Il problema però è questo: si finisce per amare questi grandi musicisti al punto di rischiare di perdere la propria identià. Bisogna imparare da loro, ma poi bisogna essere capaci di dimenticarli. Questo è il problema: sopratutto per chi vive in Europa".

Nella seconda metà degli anni Settanta, Dauner attraversò un periodo in cui si dedicò alla musica sperimentale. Sono di quegli anni queste sue parole: "Per me. il rumore è la parte migliore della musica". Egli distrusse un violino e diede fuoco a un pianoforte sul palcoscenico; infilò delle calze di naylon sulla testa dei componenti di un coro - il più famoso, in Germania - per far si che non potessero cantare ma solo emettere rumori. In quel periodo Dauner creò
Free Action per un settetto jazz in cui figurava Jean-Luc Pounty (è inciso su disco MPS), e Psalmus Spei per coro e complesso jazz, presentato durante le Giornate di Jazz di Berlino nel 1968 (anche questo è su disco MPS) e Dauner-Eschingen, per coro e strumenti, composto per il Festival Musicale di Donaueschingen del 1970.

Dice Dauner: "Amo questo tipo di musica. Mi interessano forme e mezzi espressivi differenti (jazz, musica da concerto, elettronica, teatro, opera) e desidero mescolarli: Ma non si può andare avanti per sempre a comporre questo tipo di musica. In Europa si organizzano solo un paio di festivals che possano commissionare della vera musica d'avanguardia per grande orchestra. Ed io ho ricevuto questo genere di commissioni da tutti i festivals possibili, compresi quelli di Berlino, di Donaueschingen, il Jazz Workshop di Radio Amburgo, e il New Jazz Meeting di Baden-Baden. E gli organizzatori di queste manifestazioni non possono commissionare dei lavori sempre alle stesse persone. Devono scoprire sempre gente nuova: fa parte del loro lavoro. E così, dopo aver avuto commissionati dei lavori da tutti quelli che possono dare simili commissioni, a chi ci si può rivolgere? E del resto gli esperimenti che a quel tempo si dovevano fare sono ormai incorporati nella musica che si fa oggi. Il materiale musicale è più facilmente accessibile di un tempo. Non si sente più la necessità di inventare nuovi suoni e nuove strutture. Quello che più mi preme, oggi, è mettere a profitto tutte le esperienze accumulate da me e da altri".

Dal 1969 in poi Dauner ha diretto il complesso jazz di Stoccarda della Rete Radiofonica della Germania sud orientale. Gli piace dare concerti di solo piano (suonando sia il piano acustico che un sintetizzatore polifonico Oberheim). Il suo disco in cui suona solo, che si intitola
Changes ed è stato pubblicato dalla Mood Records, ha avuto un grosso successo in Germania. Dauner suona spesso anche a fianco del trombonista tedesco Albert Mangelsdorff, in duo, in trio e in quatetto. E' lui il pianista dell'ultimo disco di Albert, A Jazz Tune I Hope (MPS 15.528, distribuito anche in Italia dalla EMI) in cui suonano pure Elvin Jones e Eddie Gomez. A questo proposito, Dauner ha dichiarato: "Elvin è stato il mio batterista favorito fin da quando ho cominciato a seguire il jazz sul finire degli anni Cinquanta". al canto suo, Elvin ha detto: "Amo suonare con Wolfang. In Europa è il mio pianista favorito".

Dauner scrive musica per il cinema per la televisione. Molti richiedono poi i suoi servigi per la musica degli spettacoli per bambini. Un periodico tedesco lo ha definito "Il Mozart della musica contemporanea per l'infanzia".

Dauner sa molte cose sull'industria musicale. Una delle sue composizioni per grande orchestra, coro, voce solista (quella di Rimona Francis) e violino solo suonato da Zbigniew Seifert) si intitola
The Primal Scream (L'Urlo Primordiale). E' una veemente protesta contro le case discografiche e i produttori di dischi: veramente un "urlo primordiale" dei musicisti sparsi in Europa.

(...) Per il suo United Jazz & Rock Ensemble, Wolfang Dauner ha stipulato un contratto eccezionale: all'orchestra viene riservata una percentuale complessiva del 20%, di cui ognuno dei suoi nove componenti percepisce una quota uguale a quella di ciascun altro. Forse si tratta della royalty più alta che sia mai stata pagata per un disco di jazz. Fino ad oggi, i musicisti hanno percepito royalties per complessivi 80.000 marchi tedeschi (pressapoco quaranta milioni di lire) senza deduzione alcuna.

A proposito delle più importanti case discografiche, Dauner dice: "Questa gente ha uno strano atteggiamento nei confronti di ciò che dà loro da vivere. Non va infatti dimenticato che la musica che oggi procura loro centinaia di milioni era compresa da una piccola minoranza soltanto pochi anni fa. Ora, le musiche che oggi sono apprezzate solo da una minoranza debbono essere aiutate per poter ricavarci del donaro domani. E' ora che le case discografiche si rendano conto di questo. Io non sono mai riuscito a capire perchè le case di dischi non siano interessate agli sviluppi ulteriori della musica. Per me, questo è semplicemente illogico. E' come se dei giardinieri, desiderosi di vendere dei fiori o degli alberi, non avessero interesse a far crescere i loro fiori o i loro alberi. Alla lunga queste industrie si scaveranno la tomba da sè. E questa è una delle ragioni delle catastrofiche perdite subite recentemente dalle industrie discografiche americane. Se questa gente non avesse dedicato gran parte degli ultimi dieci anni a produrre rock e funky music basata sempre sulle stesse formule, e avessero invece incoraggiato almeno un poco la musica nuova, oggi non lamenterebbero perdite di milioni di dollari".

Joachim E. Berendt da Musica Jazz n° 3 marzo 1980


- Knirsch
(1972) Basf 2121123 - vinile

1. The Really Great Escape 4.40 - 2. Sun 5.00 - 3. Yan 12.50 - 4. Tunung Spread 11.05 - 5. Yin 9.50

Musicians:
Wolfang Dauners, Larry Coryell, Gunther Lenz, Jon Hiseman, Fred Braceful, Richard Ketterer

Produced by Willi Frufh
Recorded at MPS-Studio, Villingen on March 1972
Enginnering by Rolf Donner
Cover photo by Frieder Grindler